Lazio-Inter cinque mesi dopo. Il clima è quello delle battaglie epiche: forte vento, pioggia scrosciante. La Lazio arriva da tre vittorie consecutive, i nerazzurri dalla sconfitta europea contro il Barcellona e da sette vittorie precedenti. Banco di prova importante per i nostri a livello emotivo e caratteriale.

La partita si dimostra a senso unico, con l’Inter che surclassa 0-3 i laziali e raggiunge il Napoli come seconda forza del campionato.

Ocean’s eleven

I ragazzi di mister Spalletti si abbattono sui biancocelesti come la pioggia oceanica che cade su Roma e come i protagonisti del film tentano il colpo perfetto: sconfiggere una diretta rivale e agguantare il Napoli, fermato dalla Roma. La differenza è che la riuscita si rivela estremamente più semplice.

Luciano schiera il solito 4231 con una mossa che stupisce tutti: Joao Mario titolare dietro Icardi al posto di Borja Valero. La sfida è importante e per molti la decisione di schierare il portoghese assomiglia ad una follia. La scelta di Spalletti, che evidentemente conosce meglio lo stato di forma dei suoi, si rivela vincente.

In fase offensiva Vecino si porta sulla trequarti affiancando inizialmente Joao Mario. Quando l’azione si avvicina all’area avversaria diventa una seconda punta, sfruttando la sua perfetta e pericolosa tempistica aerea. Se Brozovic è la mente (pazza come la beneamata), le gambe e il muro mediano, Vecino è l’uomo in più dell’Inter, il suo jolly.

La prima occasione arriva proprio dai suoi piedi: Brozovic riceve da Handanovic, alza la testa e serve in verticale l’uruguagio che la passa a Politano e da questi a Vrsaljko che si è sovrapposto; la palla torna a Vecino che la calcia alta. Vecino è anche il protagonista di uno schema che viene applicato in due occasioni del primo tempo: la prima sfuma in un nulla di fatto; la seconda porta al gol del vantaggio.

La differenza nelle due azioni sta tutta nella sua posizione: nello schema fallito si trova troppo arretrato e quando riceve palla la difesa laziale non ha problemi nel contrastarlo, rendendo vano l’inserimento di Perisic e Icardi.

L’azione che porta al gol è invece perfetta: Perisic stavolta è completamente libero (grazie all’inserimento di Vecino) e può essere lanciato da Politano; per andare a contrastarlo Marusic si stacca dalla marcatura, costringendo Luis Felipe ad avanzare per contenere Vecino, che nel frattempo ha servito di prima Icardi a quel punto solo e libero di battere Strakosha facilmente.

Da notare anche la posizione di Joao Mario, variabile impazzita, che occupa tutta l’attenzione dei difensori laziali:

Con Vecino in area si crea una superiorità numerica nerazzurra:

Elemento fondamentale è la protezione della palla e le sponde che compie Mauro; il gol e le azioni più pericolose partono tutte da quello che è il fulcro dell’attacco nerazzurro.

Full optional

Ennesima partita gigantesca di Marcelo “epic” Brozovic. Il rendimento complessivo è ormai da miglior centrocampista del campionato. Partita da diga, marcatore, regista e tiratore, condita da un bellissimo gol. Il croato ha imparato a giocare davanti alla difesa in maniera esemplare: si fa trovare sempre tra i due attaccanti avversari, riceve palla e verticalizza.

Unico errore da matita rossa è quello che porta alla sua ammonizione. Probabilmente in un calo di concentrazione tiene troppo il pallone facendoselo portare via da Caicedo, su cui è costretto a commettere fallo. Sappiamo bene che anche questo è Brozovic, ma ormai tendiamo a perdonarlo dato il suo contributo e la responsabilità avuta nel cambiamento di quest’Inter. È un prendere o lasciare. E noi ce lo teniamo volentieri.

One-on-One

La prova di Skriniar è condita da alti e bassi. I punti di forza del nostro centralone sono conosciuti: gran colpitore di testa, forza sovraumana e soprattutto una lettura dei tempi nel contrasto fenomenale. L’ultima rientra nella categoria “doti innate”, o ce l’hai o niente. Nell’uno-contro-uno Skriniar è quasi inespugnabile.

Sono però emerse alcune scelte sbagliate, che col tempo e l’esperienza verranno eliminate. La prima è su Milinkovic: il serbo prende palla sulla linea laterale di spalle; Milan, invece di temporeggiare e contenerlo, decide di contrastarlo direttamente. Il laziale lo salta e mette in mezzo un pallone che viene sventato da Asamoah.

La seconda è un errore di posizionamento: invece di marcare Immobile, si stacca e cerca di anticiparlo, quando sulla stessa palla c’era già Brozovic (che però liscia il pallone). Calcola male il palleggio e la palla finisce all’attaccante, che per fortuna viene rimontato dallo stesso Brozovic:

Il terzo errore è quello che porta all’ammonizione ed è molto simile al primo. Anche in questo caso un errore di valutazione lo porta a tentare di anticipare invece che contenere (anche se il fallo è molto lieve e la reputazione di Immobile nei contrasti è risaputa):

La muleta

Prima c’era Icardi e De Vrij. Mauro riceve palla e se la sposta sul sinistro, con una finta a rientrare. Fallo, rigore, gol.

Dopo c’è sempre Mauro, ma stavolta c’è Lulic (uno che negli ultimi confronti avrà azzeccato giusto l’ingresso in campo). Stessa finta, Lulic al bar, gol. L’aquila si accascia al suolo.

In questo gol c’è tutta l’eleganza di Borja Valero, che fa filtrare un pallone perfettamente calibrato. Ci sono Acerbi e Radu che abbandonano la copertura per tentare di intercettare il pallone. C’è Icardi che ringrazia e che nasconde la palla al disperato Lulic e getta nella rete le critiche residue.

Mauro ha fatto una partita strepitosa. Il delitto perfetto per chi ancora lo paragona ad un Belotti o Pavoletti qualunque. Questo è il nostro capitano. Questo è un campione.

P.s. Vi lascio un gesto tecnico che racconta bene la partita di Icardi: