Alzi la mano chi pensava di riuscire a vincere contro il Barça martedì sera. Lo ammetto, ero tra quelli “ottimisti” che desideravano portare a casa almeno un punto. Punto arrivato ed è, a mio modo di vedere, oro colato. Il risultato di Londra forse lo rende leggermente più amaro, ma avere due risultati su tre per passare il turno (con una gara d’anticipo) sembrava irreale durante l’estrazione. Ora è una realtà molto attuabile.

Eclipse

Mister Spalletti opta per il sicuro 4-2-3-1, schierando la formazione migliore possibile:

Già dai primi minuti però compare un problema non indifferente: Nainggolan (rientrato in extremis) è totalmente fuori forma, soprattutto per i ritmi bionici dei catalani. Nel primo tempo la “mancanza” del nostro uomo migliore a centrocampo si fa sentire moltissimo. Il Barcellona occupa il campo come la luna ostruisce il disco solare durante un’eclissi solare.

Durante o dopo la partita avrete forse sentito o letto dell’occupazione del Barça degli half-spaces, o mezzi-spazi. I mezzi-spazi sono le fasce verticali di campo comprese tra quella centrale e le due laterali. Se riesci ad occuparle con almeno un uomo, sia in attacco che in difesa, hai un vantaggio sull’avversario (portandoti alle spalle delle linee). Gli uomini di Valverde non solo li occupano costantemente, stringendo di molto l’ampiezza della squadra, ma lo fanno con una precisione chirurgica.

In questo nostro errore d’impostazione si può osservare l’occupazione di suddetti spazi. Gli errori principali che produciamo derivano da carenze tecniche, accentuate dal loro movimento di squadra (e da un’evidente componente emotiva). Il Barcellona si muove come un’unica entità, come marionette guidate da un’abile mano.

Il pallone è in controllo di De Vrij. L’olandese, conscio dei propri mezzi, salta Rakitic e cede la sfera ad Asamoah. Il ghanese sembra la soluzione migliore, ma il passaggio è mal direzionato. La velocità e il corretto posizionamento permettono a Dembelè di rubare palla e creare il primo tiro in porta.

Dicevamo di una componente emotiva. Sugli sviluppi dell’azione precedente Dembelé arriva al tiro da fuori area. Handanovic respinge e Vrsaljko è in vantaggio sull’accorrente Coutinho, che però riesce a recuperare il pallone. In una partita normale, con un avversario normale non ci sarebbero problemi; siamo in vantaggio numerico e difensivamente coperti. Vrsaljko però parte in ritardo sulla respinta e non riesce ad anticipare il brasiliano. È un dettaglio, che però è indice di una passività difensiva durante il non possesso (rimarcato anche dal mister).

In fase offensiva non riusciamo a sfruttare quei pochi varchi che si aprono tra i reparti. In questo caso De Vrij completa un ottima verticalizzazione verso Perisic. Busquets non occupa bene il mezzo spazio, credendo forse che il passaggio risulterà sballato. Vede Perisic ma sembra disinteressarsi; il pallone arriva al croato che cerca il movimento sull’esterno di Vecino, il quale si dirige verso la parte opposta. Azione gettata alle ortiche.

Il primo tempo si conclude a reti inviolate e con le statistiche tutte a favore dei blaugrana. Poco importa, perché il bottino è ancora al sicuro e il risultato bloccato.

El Alcalde

Vorrei analizzare la prestazione di un giocatore di cui ci si occupa poco, che ormai sembrava aver esaurito tutte le cartucce. Borja Valero sta diventando l’uomo più prezioso da inserire a gara in corso. La sua esperienza ha giovato al morale della squadra e ha aumentato il tasso tecnico del centrocampo.

Il compito affidatogli da Spalletti è il seguente: presidiare i mezzi-spazi e portare pressing sul giocatore in impostazione, lasciando i compagni liberi di disporsi al meglio. Con Nainggolan questo non avveniva efficacemente, in quanto il ninja non era in condizione.

Borja chiude la linea verso Dembelé, successivamente va incontro a Rakitic costringendolo al lancio verso Sergi Roberto. Asamoah è in posizione perfetta e anticipa il terzino, facendo partire l’azione più pericolosa (esteticamente deliziosa) dei nostri, che passa anche dai piedi gentili del sindaco.

Da Caporetto al Piave

Dopo una prestazione eroica, al minuto 82 sembra essere arrivata la classica botta che porta al knock-out. Dopo la solita uscita palla al piede della difesa, Coutinho riceve prima della linea mediana. De Vrij lo tallona e intuisce anche il controllo a seguire di tacco. Ci mette il piede, ma forse per stanchezza, un pò per mera sfortuna, non riesce ad allontanare con forza il pallone che rimane al brasiliano. Malcom è libero sulla destra e dopo una grande finta di corpo, insacca alle spalle di Handanovic.

Data la velocità dell’avversario e la mancanza di copertura difensiva, forse sarebbe stato meglio seguire il movimento, invece di affrettarsi a respingere.

L’Inter però ha ampiamente dimostrato di non essere una squadra che si lascia facilmente sottomettere e, prima ancora di rendercene conto, arriva il tocco del mamba. Icardi è incredibile. Si è mosso a supporto del centrocampo per tutta la partita portandosi dietro avversari, facendo sponde. Tanto lavoro sporco, ma nessun tiro in porta.

Ma si sa, ai serpenti più velenosi basta un guizzo e un rapido morso per stendere il nemico. Su una respinta di testa in area avversaria Lautaro è il più rapido e con un controllo degno di Ronaldinho salta un sorpreso Jordi Alba. La mette in mezzo e Vecino tira, ma è bloccato dalla coscia di Piqué. La sfera arriva a Mauro che in mezzo a tre difensori calcia e la fa passare in mezzo alle gambe di Ter Stegen (concedendosi anche una finta in area piccola).

Il delirio. La cosa che ha colpito molti è che non perde nemmeno tempo a festeggiare, ma cattura la palla e la riporta velocemente a centrocampo. Perché non giocavamo per il pareggio. Questa nostra pazza squadra le vuole vincere tutte.

Perché come per i due ben noti investigatori del mistero, nemmeno i “marziani” ci fanno paura.