L'Europa League è una palla mostruosa, che non vale nulla né in termini economici né in termini di visibilità. Diventa godibile esclusivamente dalle semifinali. E, per di più, si tende a ricordare esclusivamente il nome del vincitore, quindi il mero dato da albo d'oro, più che le performances in sé di determinate partite. Dell'Arsenal finalista perdente sei mesi fa, non si ricorda più nessuno. Tutti noi qui ricordiamo l'edizione del 2017 vinta dal Manchester United di Mourinho contro l'Ajax, o le tre coppe di fila vinte dal Siviglia, ma se io dovessi ricordare qualche altra partita "celebre" di EL che non fosse la finale, non ricorderei nulla (forse solo la semifinale del Napoli con il Dnipro, ma solo perché c'era una compagine italiana e in virtù delle polemiche sull'arbitraggio).
Ciò detto, io ritengo che noi DOBBIAMO puntare alla vittoria finale di questa competizione. La Serie A è un campionato malato, gli arbitraggi dell'ultimo mese ne sono la prova. Non abbiamo una rosa tale da poter vincere contro una Juve più forte e, per di più, aiutata dagli uomini in giacchetta verde.
L'Europa League, al contrario, è alla portata, dobbiamo crederci senza se e senza ma. Non ci sono squadre molto più forti di noi.
Non è un'impresa impossibile. Puntare seriamente alla vittoria finale significherebbe inevitabilmente perdere terreno in campionato, ma contro quelli là giocare in maniera onesta è impossibile, la beffa è dietro l'angolo, gli arbitraggi dell'ultimo mese sono significativi.
I vantaggi che ne deriverebbero sarebbero numerosissimi: teste di serie nella prossima Champions, finale di Supercoppa Europea, accesso al nuovo format del Mondiale per Club.
Vale la pena non cogliere questa occasione per puntare ad un campionato in cui il rischio di essere derubati è altissimo?