Guarda, Matrix, per me, ha rappresentato una sorta di descrizione di status quo. Che la tecnologia facesse parte in maniera invadente della vita di ognuno di noi, per quelli della mia età era già ordinario, standard, quotidianità. Non era una rivelazione di un futuro chissà quanto lontano, più o meno verosimile. Era già realtà e, almeno io, sentivo (e sento tutt'ora) l'esigenza di fare un passo ulteriore, cioè di riflettere sul tentativo di riuscire a trovare una sana via di mezzo tra 'offline' e 'online', convinto, come sono, che la tecnologia, se usata bene, possa davvero essere uno strumento straordinario. Non a caso, aprii, in Off Topic, un thread su "Internet prima dei social" e sull'importanza della cultura della netiquette che ormai si sta perdendo. Internet, in particolare, e la tecnologia, in generale, possono davvero rendere la vita di ciascuno di noi migliore: ma quante volte, invece, sono strumento di sofferenza, di hate speech, di complottismi, di insulti tra sconosciuti, di arrivismi, narcisismi e business criminali? Discorso lungo.
Insomma, ho sempre ammirato Matrix per la capacità di registrare qualcosa che sarebbe divenuto effettivo e massivo 10/15 anni dopo: un po' come quando guardi Manhattan di Woody Allen e ti stupisci della genialità di descrivere ironicamente, in un film destinato al grande pubblico, un uomo newyorchese del 1979 lasciato da una donna... per un'altra donna. Forse, per questo motivo, cioè per il fatto di non aver vissuto 'in diretta' la "profezia", la trilogia ha avuto, a livello di immaginario collettivo, un impatto meno suadente su noi nati a cavallo tra i due secoli (ma qui c'entrerebbe molto un discorso sulla rilevanza della settima arte per le nuove generazioni, ma diventerei insostenibilmente logorroico più di quanto già non sia) rispetto a chi è venuto prima, anche se solo di una generazione. Soprattutto perché metteva al centro della questione l'importanza della Scelta e delle Scelte, cioè una tematica già ampiamente trattata - in maniera meno nerd e decisamente più grossolana e polare - da saghe come Harry Potter o - in chiave totalmente fantasy e senza alcun riferimento esplicito al 'nostro' mondo - dalla trilogia di LOTR prima o da serie come Il Trono di Spade, da cui la maggior parte di noi - chi più chi meno - è stata attratta. Forse, molti di noi avevano bisogno di qualcosa di più 'alla mano' o, addirittura, di 'ulteriore'.
Personalmente, ritengo il primo capitolo un capolavoro e gli altri due, per quanto inferiori, ottimi sequel. Un po' come il Padrino parte III: è nettamente inferiore ai primi due, ma è comunque un film pazzesco, uno di quelli che, pur con tutti i suoi difetti oggettivi, vale, da solo, l'intera filmografia di certi registi. E non nascondo che mi faccia piacere una certa rivalutazione di Reloaded e Revolutions anche da parte della critica.
Riguardo il 4° capitolo... staremo a vedere... non sono pessimista, ad essere sincero.