In teoria si, in pratica nell'ultima tappa vige la regola non scritta di non fare nulla
se era in ballo un primo posto
questa regola non scritta
mi sa saltava:
tentare uno le può tentare tutte nella vita
ma sarebbe inutile
verrebbe battuto da chiunque
ha proprio le caratteristiche fisiche tecniche contrarie a quelle di un velocista
In teoria si, in pratica nell'ultima tappa vige la regola non scritta di non fare nulla
Su questo d'accordissimo, è che sono abituato al calcio dove gente che sta a -11 dal quintultimo posto a 4 giornate dalla fine ancora quando la intervistano dichiara che le proveranno tutte finchè la matematica non li condanna, trovavo singolare che invece nel ciclismo un solo secondo di ritardo ad una tappa dal termine imponesse una capitolazione incondizionata...
ecco, anche io presupponevo qualcosa di simile, ragion per cui non mi piacciono assolutamente i grandi giri che terminano con il kermessone finale per velocisti e invece mi piacciono molto di più i percorsi che terminano con la crono finale
Senza contare il giro del '75 ma li forse si era esagerato un pò
https://it.wikipedia.org/wiki/Giro_d'Italia_1975
questa non la sapevo, peggio ancora.oltre le radioline per me ha influito tanto anche la "tecnologia" una volta avevi un contachilometri che ti calcolava la velocità e la distanza, sapevi che avevi una salita dopo 100km se eri andato a visionarla sapevi com'era oppure ti fidavi dell'altimetria, dovevi conoscere il tuo corpo e sapere se poteva dare ancora qualcosa od era meglio rifiatare, ora con i ciclocomputer hai la frequenza cardiaca, cadenza, la potenza, la pendenza della salita, gps, altimetria ecc ecc insomma puoi pianificare a tavolino che tattica usare senza nemmeno visionare il percorso, sai che stai lavorando al tot% delle tue possibilità, sai quand'è meglio "riposarti" e quando puoi aumentare il ritmo, insomma ti permettere di essere al 100% nei momenti decisivi