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c'è anche forse motivazione culturale nella differenza di giudizio di "rocky". parlo del primo, perchè tanto poi gli altri sono solo una conseguenza e continuazione del primo.
secondo me dipende anche dall'eta di ognuno di noi. mi spiego, è probabile che a tanti over-40 quel film faccia kakare e risulti insopportabile, poichè gli evoca "minkiate all'americana", visto che nel periodo nel quale è uscito, per i giovani dell'epoca, si era ancora nel pieno di quella fase di anti-americanismo che arrivava dai 2 decenni precedenti. e quel film, insieme al coetaneo "rambo" incarnava proprio tutti gli stereotipi dell'americanismo che gli americani adoravano, e che ancora adorano, ma che una certa cultura all'esterno degli USA detestava. non nego che questo fattore possa aver influito sul mio giudizio del film, all'epoca obiettivamente ero fondamentalmente ostile all'"americanismo", mentre oggi è una cosa della quale non mi curo granchè. dovrei provare a rivederlo oggi e vedere come mi sembrerebbe guardandolo con meno ostilità, ma non ne ho voglia. questa cultura anti-americana si è poi dissolta, oggi praticamente esiste solo in certi ambiti, e quindi i 20-30enni che oggi guardano rocky, lo guardano con occhi differenti, rispetto a come lo ha visto gran parte di quelli della mia generazione.
temo comunque che continuerebbe a non piacermi :nonso adriana ... adriana ... :ghigno:

Guarda a me non è mai importato nulla di americanismi-antiamericanismi o robe simili, e, sarà presuntuoso, ma credo non mi sarebbe importato nulla nemmeno fossi nato 20 anni prima.
Non sono uno sciocco, colgo perfettamente i messaggi, la propaganda, i valori patriottici che praticamente ogni film americano trasmette qui e là..
Ma non mi toccano.
Semplicemente perchè di certe cose e di certe logiche non me ne è mai fregato niente.

Un film è una storia, mi interessa come viene raccontata e cosa mi trasmette, come sono caratterizzati i personaggi che la interpretano, cosa mi comunicano, quanto c'è e quanto ci vedo di umano.

Rocky è un povero ******** dimenticato dal mondo come tanti altri poveri coglioni, è circondato da falliti, destinato alla mediocrità. E va bene cosi. Ne soffre, ma alla fine va bene cosi, sa in qualche modo che è tristemente normale che sia cosi, forse addirittura giusto cosi.
Un evento fortuito gli fa scattare una molla, quella di potersi conquistare una volta nella vita almeno la stima di sè stesso, con l'unica cosa che ha imparato a fare, e che gli piace.
Decide di buttarsi, non gli importa come andrà a finire, sa che non ci sarà gloria nè vittoria per lui, e infatti non ci saranno.
Sa che, consumati i soldi del cachet, tornerà a fare il morto di fame, e che presto nessuno si ricorderà più di lui.
E sa che probabilmente si farà male, forse seriamente, e non potrà combattere più. Ma va bene. Perchè in cambio può ottenere qualcosa che gli importa di più, una dignità e un rispetto nuovi, agli occhi suoi e delle poche persone che contano.

Certo, volendo ci si può soffermare sugli americanismi che inevitabilmente ci sono (ripeto, ci sono in tutti i film che arrivano da là, tutti); la terra delle opportunità, il fallito che diventa qualcuno perchè ci crede, il sogno americano, e bla, e bla, e bla. Ma trovo sarebbe troppo superficiale vederlo solo cosi.
A me piace vedere i lati umani della storia, più che gli americanismi.

Il primo film non è la storia di un perdente che vince. Perchè parla di un perdente che infatti alla fine perde.
E non è un perdente che punta al sogno americano. E' un perdente che sa di perdere, ma vuole perdere come dice lui, e non come tutti si aspettano.

Legittimo che non si riesca a valutarlo senza collegarlo agli altri sequel e includerlo in tutto il fascio d'erba, ancora più legittimo che in ogni caso non piaccia comunque e non sia piaciuto nemmeno a chi lo ha visto nel '76, ci mancherebbe altro.
Però non è un film che si può categorizzare così facilmente e velocemente, su questo proprio non mi trovo.

I sequel poi sono un altro discorso...idem il Rambo dell'82, già un'altra era cinematografica.
 
Guarda a me non è mai importato nulla di americanismi-antiamericanismi o robe simili, e, sarà presuntuoso, ma credo non mi sarebbe importato nulla nemmeno fossi nato 20 anni prima.
Non sono uno sciocco, colgo perfettamente i messaggi, la propaganda, i valori patriottici che praticamente ogni film americano trasmette qui e là..
Ma non mi toccano.
Semplicemente perchè di certe cose e di certe logiche non me ne è mai fregato niente.

Un film è una storia, mi interessa come viene raccontata e cosa mi trasmette, come sono caratterizzati i personaggi che la interpretano, cosa mi comunicano, quanto c'è e quanto ci vedo di umano.
Concordo, a me personalmente frega e fregherà meno di niente. Io guardo il film o l'opera e cerco di capire se mi piace, se comunica qualcosa all'uomo che sono io, oggi e nella mia vita.
A me interessa la politica, ma non mi interessa l'interpretazione politica delle opere d'arte, separo sempre i due piani anche quando nelle intenzioni dell'autore sarebbero uniti. Se l'autore di un'opera ha voluto dare un segnale politico, io molto spesso non ci faccio caso. In questo modo forse colgo meno sfaccettature di un film, però è proprio un aspetto che non mi interessa.
Detto questo, mi sembra molto convincente la riflessione di Ufo Club sul fatto che Rocky, agli occhi di chi è cresciuto dopo il crollo del Muro di Berlino, faccia un effetto diverso, molto meno di parte. Mi verrebbe da dire provocatoriamente che è perché questa è diventata definitivamente anche la "nostra" parte, però forse sarebbe una forzatura :D. Fatto sta che è un film che, visto con gli occhi di oggi, non viene più percepito come contrapposto a qualcos'altro che sta ad Est.
Rocky è un povero ******** dimenticato dal mondo come tanti altri poveri coglioni, è circondato da falliti, destinato alla mediocrità. E va bene cosi. Ne soffre, ma alla fine va bene cosi, sa in qualche modo che è tristemente normale che sia cosi, forse addirittura giusto cosi.
Un evento fortuito gli fa scattare una molla, quella di potersi conquistare una volta nella vita almeno la stima di sè stesso, con l'unica cosa che ha imparato a fare, e che gli piace.
Decide di buttarsi, non gli importa come andrà a finire, sa che non ci sarà gloria nè vittoria per lui, e infatti non ci saranno.
Sa che, consumati i soldi del cachet, tornerà a fare il morto di fame, e che presto nessuno si ricorderà più di lui.
E sa che probabilmente si farà male, forse seriamente, e non potrà combattere più. Ma va bene. Perchè in cambio può ottenere qualcosa che gli importa di più, una dignità e un rispetto nuovi, agli occhi suoi e delle poche persone che contano.

Certo, volendo ci si può soffermare sugli americanismi che inevitabilmente ci sono (ripeto, ci sono in tutti i film che arrivano da là, tutti); la terra delle opportunità, il fallito che diventa qualcuno perchè ci crede, il sogno americano, e bla, e bla, e bla. Ma trovo sarebbe troppo superficiale vederlo solo cosi.
A me piace vedere i lati umani della storia, più che gli americanismi.

Il primo film non è la storia di un perdente che vince. Perchè parla di un perdente che infatti alla fine perde.
E non è un perdente che punta al sogno americano. E' un perdente che sa di perdere, ma vuole perdere come dice lui, e non come tutti si aspettano.

Legittimo che non si riesca a valutarlo senza collegarlo agli altri sequel e includerlo in tutto il fascio d'erba, ancora più legittimo che in ogni caso non piaccia comunque e non sia piaciuto nemmeno a chi lo ha visto nel '76, ci mancherebbe altro.
Però non è un film che si può categorizzare così facilmente e velocemente, su questo proprio non mi trovo.

I sequel poi sono un altro discorso...idem il Rambo dell'82, già un'altra era cinematografica.
Ma poi anche se fosse? Non voglio mettermi a difendere l'ideale americano, ma penso che ci siano cose peggiori che dire che un uomo deve essere responsabile della propria vita, lottare e lavorare sodo, e ottenere quanto si merita senza che nessuno glielo neghi. E' un'idea che loro sentono molto quindi è comprensibilissimo che sia presente nei loro film. E appunto, per quanto semplicistica non è un'idea malvagia. Io sono europeo e vivo in una società diversa e meno individualista di quella americana, ma sinceramente in quell'ideale americano, da solo considerato, non vedo nulla da eccepire.

Comunque mi fa piacere che ogni tanto si parli di Rocky. Il primo è un grande film in termini oggettivi, lo hai descritto come solo tu sai fare :D
Il quarto non è un grande film ma è leggenda, e anche qui: se un film entra nella memoria collettiva in questo modo, onore al merito.
"There's no easy way out"... :piango
 
Concordo, a me personalmente frega e fregherà meno di niente. Io guardo il film o l'opera e cerco di capire se mi piace, se comunica qualcosa all'uomo che sono io, oggi e nella mia vita.
A me interessa la politica, ma non mi interessa l'interpretazione politica delle opere d'arte, separo sempre i due piani anche quando nelle intenzioni dell'autore sarebbero uniti. Se l'autore di un'opera ha voluto dare un segnale politico, io molto spesso non ci faccio caso. In questo modo forse colgo meno sfaccettature di un film, però è proprio un aspetto che non mi interessa.
Detto questo, mi sembra molto convincente la riflessione di Ufo Club sul fatto che Rocky, agli occhi di chi è cresciuto dopo il crollo del Muro di Berlino, faccia un effetto diverso, molto meno di parte. Mi verrebbe da dire provocatoriamente che è perché questa è diventata definitivamente anche la "nostra" parte, però forse sarebbe una forzatura :D. Fatto sta che è un film che, visto con gli occhi di oggi, non viene più percepito come contrapposto a qualcos'altro che sta ad Est.

Ma poi anche se fosse? Non voglio mettermi a difendere l'ideale americano, ma penso che ci siano cose peggiori che dire che un uomo deve essere responsabile della propria vita, lottare e lavorare sodo, e ottenere quanto si merita senza che nessuno glielo neghi. E' un'idea che loro sentono molto quindi è comprensibilissimo che sia presente nei loro film. E appunto, per quanto semplicistica non è un'idea malvagia. Io sono europeo e vivo in una società diversa e meno individualista di quella americana, ma sinceramente in quell'ideale americano, da solo considerato, non vedo nulla da eccepire.

Comunque mi fa piacere che ogni tanto si parli di Rocky. Il primo è un grande film in termini oggettivi, lo hai descritto come solo tu sai fare :D
Il quarto non è un grande film ma è leggenda, e anche qui: se un film entra nella memoria collettiva in questo modo, onore al merito.
"There's no easy way out"... :piango

Assolutamente d'accordo, nulla di male.
Ma infatti anch'io non intendevo minimamente darne una connotazione negativa. Evidenziavo e isolavo le tracce di americanismi per dire che, anche volendo guardare il film con un pregiudizio di antipatia o ostilità nei confronti di quello che l'America e i suoi ideali rappresentano, e rappresentavano all'epoca, gli americanismi del primo film mi sembrano comunque elementi molto marginali rispetto ai tanti altri spunti che il primo film offre.
Ci sono, ma non definiscono il film, non lo etichettano di per sè.

Insomma, c'è un enorme distinguo da fare tra il film del '76 e gli altri, per presupposti, contenuti, valore artistico...tutto.
Il quarto poi io davvero lo considero un qualcosa a parte anche tra i sequel, fa genere a sè:D
Ma poi comunque in generale, come hai giustamente accennato, in questi casi la prova del tempo è la più efficace.
Sono passati 40 anni ma Rocky è un immortale che continua ad emozionare ogni generazione...:nonso

...per cui, che dire, statece!:ghigno:
 
quello è il 2.
Quando invece fa "jogging" nel primo rocky, si fa la scalinata e arriva in cima esultando con tutina grigia e cappellino di lana nero non è una bella scena quella? C'è tutto in quella scena. In un uomo che si fa quella scalinata di corsa vengono espresse 200 emozioni diverse. Ovviamente se uno lo guarda con occhio superficiale da critico di cinema dei poveri (nessuno si offenda :D), tutto in Rocky può sembrare ridicolo. Ma è altrettanto ovvio che ogni film se è visto con una particolare propria visione, può risultare ridicolo. Il 99% delle storie raccontate nei film, spesso e volentieri, sono irreali/surreali. E uno potrebbe ridere e ridire anche su film drammatici o thriller. Secondo me, un film ,deve essere visto per quello che è: un film e non un qualcosa da valutare e/o raffrontare con la vita reale che ci circonda.
E comunque i film di Rocky hanno avuto un successo planetario di generazione in generazione (cosa che è accaduta a pochissimi film nella storia del cinema), non può essere ridotto tutto all'eroe che è più forte e muscoloso di tutti e batte tutti in maniera ridicola.

mi era sfuggito questo post, condivido tutto.
 
faccio fatica a credere nel sogno americano, quando negli stati uniti ci sono quasi 50 milioni di poveri:ghigno:

Ma certo Cesc :ghigno:
Come capita fatalmente a molti ideali, si scontrano con la realtà.
Però (senza andare troppo in off topic) a me non dispiace quel tipo di visione della vita. Rimango di impostazione europea (l'uomo non è da solo, c'è la società, i gruppi sociali e infine lo Stato a proteggerlo) però una certa dose di sano individualismo forse non ci farebbe male :D Va bè sono chiacchiere in libertà.
Sicuramente però l'ideale dell'uomo che lotta solo contro tutti e si costruisce il proprio destino è molto cinematografico.
 
Ma certo Cesc :ghigno:
Come capita fatalmente a molti ideali, si scontrano con la realtà.
Però (senza andare troppo in off topic) a me non dispiace quel tipo di visione della vita. Rimango di impostazione europea (l'uomo non è da solo, c'è la società, i gruppi sociali e infine lo Stato a proteggerlo) però una certa dose di sano individualismo forse non ci farebbe male :D Va bè sono chiacchiere in libertà.
Sicuramente però l'ideale dell'uomo che lotta solo contro tutti e si costruisce il proprio destino è molto cinematografico.

appropò...hai saputo?

[YT]HZaDbUofNgE[/YT]

:ghigno:
 
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