Vlade Divac è stato un giocatore che mi ha dato grandi soddisfazioni quando giocava nei miei Lakers. Ricordo anche che avevo il giochino per PC che si chiamava NBA 1995 e ci passavo ore. Ma, tanto per continuare a fare del razzismo, Divac è un Serbo e come molti Serbi della sua generazione era convinto di appartenere se non ad una razza superiore, quantomeno ad una elite - come dimostra le "difficoltà" (eufemismo) che ebbe con il suo amico fraterno Drazen Petrovic (che era Croato) ai tempi della guerra ... Quindi non mi sorprende affatto la sua presa di posizione nei confronti della gente di colore.
Va anche detto che il basket NBA è sempre stato ed è tutt'ora un'evoluzione all'estrema potenza del basket che si gioca nelle strade, niente a che vedere con il basket Europeo, basato molto di più sul gioco di squadra e sugli schemi. Lo si vede ancora oggi, in questi giorni che si giocano i playoffs si nota chiaramente come le partite si basino principalmente sugli uno-contro-uno, per cui chi ha in squadra più fuoriclasse vince. Così Harden segna 41 punti ma i suoi Rockets perdono ugualmente perchè i Warriors hanno sia Durant che Curry, per non parlare di Green e Thompson. Per questo Divac poteva surclassare il suo avversario diretto ma se i suoi compagni perdevano i rispettivi confronti, la squadra non andava da nessuna parte ... Lui era un campione ma non è che per questo gli avversari fossero degli scarsi, era gente che saltava sì ma staccando 60 cm. da terra, eseguiva reverse dunks come se fosse la cosa più facile del mondo e palleggiava come un playmaker anche se era alta 2,20 ...
Per spostare il paragone nel calcio, per molti anni il Brasile ha "beccato secco" dalle squadre Europee e dall'Uruguay perché queste ultime erano più attente alle tattiche ed agli equilibri di squadra, ma ciò non sposta il fatto che tecnicamente i Brasiliani fossero i calciatori migliori al mondo.
Comunque non intendo certo convincere nessuno, se uno non è entrato nello spirito del basket non è che lo farà leggendo le mie parole. Però pensavo che anche senza apprezzare uno sport se ne potesse apprezzare l'intrinseca spettacolarità, evidentemente mi sbagliavo.
Anche perché se mi si dice di preferire il calcio gaelico mi sta anche bene, ma quando si preferisce la pallavolo - uno degli sport più noiosi al mondo, secondo in questo soltanto all'accoppiata cricket/baseball - allora mi taccio. E per fortuna che le regole sono cambiate - al liceo ho filato per un bel po' di tempo con una delle colonne della locale squadra di pallavolo femminile, lei veniva a vedere giocare me ed io andavo a vedere giocare lei. All'epoca però il punto veniva assegnato unicamente alla squadra che aveva effettuato la battuta, altrimenti era un semplice cambio di battuta. Le partite non finivano mai, i nostri Sabati sera scivolavano via così che alla fine della partita il più delle volte c'era solo il tempo per accompagnarla a casa ed un bacio sulla porta, nemmeno il tempo di una pizza o una bibita, dannazione ! Anche perché spesso mi dovevo alzare presto alla Domenica per andare a giocare. Andavo matto per quella ragazza, lei era veramente fantastica, ma purtroppo a lungo andare la cosa si è rivelata insostenibile per entrambi. Forse per questo ho sviluppato una certa antipatia verso la pallavolo, ma anche a distanza di quasi mezzo secolo continuo a considerarlo uno sport estremamente noioso, non ostante il cambiamento delle regole che ne hanno sveltito di parecchio lo svolgimento. Naturalmente ho guardato e guardo le partite della Nazionale alle Olimpiadi (soprattutto nel periodo d'oro di Velasco) ma ancora oggi a volte mi addormento prima della fine ... Per cui per me paragonare la pallavolo al basket è come paragonare una scheggia di vetro con un diamante ..
Scusate il lunghissimo OT