Raccontaci la tua passione per l'Inter e vinci la maglia neroazzurra!

Il mio primissimo flash calcistico risale agli anni 80, non essendoci paytv e abitando lontano da milano mio padre al massimo guardava l'inter in tv quando giocava le coppe e ogni tanto mi capitava di assistere insieme a lui a qualche gara quindi si, il mio primo ricordo calcistico è sicuramente in tinte nerazzurre. Questa potrebbe sembrare una storia dall'esito scontato ma non fu così. L'intento di mio padre era probabilmente quello di trasmettermi la sua stessa passione ma credo sia stato un compito piuttosto difficile per lui in quanto da quando ho memoria sono sicuro che la mia fede non sia nata nerazzurra. Da bambini si viene spesso influenzati da ciò che succede nel dato periodo calcistico in cui si vive, è quindi facile che ad esempio nell'anno del triplete siano nati più giovani tifosi interisti rispetto magari ai 10 anni precedenti, normale e scontato direi. A me credo sia successa la stessa cosa, potrei dire che oggi sarei potuto essere un tifoso di ben altri colori, ma quello era anche un periodo di repentini cambiamenti e nulla riuscì a far presa almeno non prima dei miei 12 anni grazie ad un particolare episodio. Ufficialmente credo di essere diventato interista il 20 giugno del 1997, quel giorno è ben impresso nella mia memoria, tornando da scuola appena varcata la soglia di casa fui accolto da mio padre che entusiasta mi informò dell'acquisto di Ronaldo, non conoscevo il giocatore infatti chiesi chi fosse, ma non ci volle molto per far si che diventasse da lì a poco il mio idolo accompagnandomi così in quel lungo cammino che mi ha portato fin qui.

Ronaldo per quanto forte non è attualmente il mio giocatore preferito, mi ha fatto esaltare e sognare come nessuno ma con il tempo è diventato simbolo di un calcio meno passionale e più indirizzato al solo profitto e al "ti piace vincere facile". Tra i vari Ibra, Sneijder, Maicon, Zanetti, Zamorano, Figo, Etoo, Adriano, Samuel, Cambiasso... che tanto hanno fatto per questi colori mi viene difficile nominare un solo calciatore, ma se ne devo scegliere uno oggi non posso che citare una leggenda come Diego Milito, non di certo un fenomeno, probabilmente senza vittorie sarebbe passato solo come uno dei tanti buonissimi attaccanti che hanno vestito questa maglia, ma a differenza di altri lui verrà ricordato per essere riuscito a sfruttare e concentrare al massimo le proprie capacità in una singola stagione mettendo la firma su ogni competizione 5,16,22 maggio tre date indimenticabili. In carriera puoi realizzare centinaia di gol inutili, ma solo quelli pesanti ti fanno entrare nella storia.

La partita memorabile penso sia Inter Barcellona 3-1. Negli anni precedenti avevamo fatto tanto soprattutto in italia ma in europa nonostante le ottime formazioni schierate ogni anno dimostravamo di essere sempre un passo indietro all'avversario. Nel 2010 ricordo di aver vissuto il dopo partita di Inter Barcellona come se avessimo vinto la champions league, sarò sincero ma per me a quel punto uscire al ritorno sarebbe stato meno doloroso perché avevamo dimostrato come mai prima di allora di essere i più forti d'europa.
 
La mia passione per l’inter nasce in tenera età più o meno a 5-6 anni. Nonno interista che cerca in tutti i modi di non farmi diventare juventino come invece voleva lo zio. La strada che ho preso grazie a nonno è stata quella della correttezza e dell’onesta, i valori che si sono consolidati nella stagione 1997-1998 dove ho capito cosa vuol dire tifare veramente inter, sfidando tutti e tutto, nonostante si venga accusati di essere scarsi o perdenti. I miei calciatori preferiti rimangono Adriano e Wesley Snejder. Ricordo lucidamente quell’amichevole estiva contro il Real Madrid vista in vacanza che mi ha fatto letteralmente innamorare di quel giocatore così fisicamente potente che calciava missili e non si faceva abbattere da nessuno. Ero talmente innamorato di quel giocatore che mi feci portare una sua foto autografata, e da quel momento è sempre presente sopra la mensola del mio letto. Wesley mi incantó subito nella prima partita giocata (il derby). Tanta classe, piedi raffinati e un tocco di palla magico. Wes lo associo alla stagione calcistica più bella della mia vita... La champions seguita in tv e la finale passata in piazza duomo esultando e piangendo come un bambino. La stagione 2010 la ricorderò per sempre nel bene e mel male. Come un tragico scherzo del destino mi ha dato danto sotto il punto di vista calcistico e tolto quel nonno che mi aveva reso una persona migliore incarnando in me i veri valori dell’interismo.

E' veramente particolare quell'episodio e chissà a quanti altri è capitato, di gol in amichevoli quello di adriano è forse l'unico che ricordo, anche io ero in vacanza a casa di alcuni parenti 5 o 6 davanti alla tv, una cannonata spaziale.
 
Beh, se vi va di leggere il mio… ;)

Quando ero piccoletta posso dire che il calcio non lo seguivo per niente... a 6-7 anni la sola cosa mi attirava era tirare calci al pallone per strada insieme ai miei amici, con una porta che aveva due pietre come pali.

Mio padre era, ed è tutt'ora, milanista; mia madre e i miei fratelli invece tifavano la "Pazza" quando ancora non era pazza… tutto in modo lieve però, come lievi erano le faziosità. Ma in casa tutto era nerazzurro: c'erano le sciarpe, i gagliardetti, i poster di Zenga e Nicolino Berti. Ne ero affascinata ma non a tal punto da guardare una partita.

Poi senza nemmeno rendermene conto il nerazzurro mi è entrato nel sangue piano piano, come il veleno, e non se n'è più andato. Ha iniziato a infettare tutto l'appartato cardiocircolatorio con Pagliuca, Zanetti, Zamorano e Djorkaeff; poi è arrivato Ronaldo e non c’ho capito più nulla.
Sì, è stato lui la scintilla fatale, quella decisiva... quella che ha creato la dipendenza assoluta: il Fenomeno.

Da quel momento l’Inter per me è tutto: sofferenza, speranza, ansia, tachicardia; rabbia e delusione, gioia indescrivibile e orgoglio. Da quel momento ho giurato amore eterno a quei colori che oggi sento addosso come una seconda pelle. Da quel momento ho capito che non avrei accettato altri colori in famiglia e che ogni nuovo arrivato – ho due fratelli e una sorella più grandi, fate voi – avrebbe vestito il nerazzurro. Come è andata a finire…. se continuate lo scoprirete.

Il mio giocatore preferito? Istintivamente direi Zanetti, il mio grande capitano: perché l’ho visto arrivare e andar via, perché ha sofferto e vinto insieme a me, ha pianto insieme a me le lacrime della delusione e della felicità; perché come me è entrato in punta di piedi ed è stato travolto da un amore più grande di noi.

Ma non posso dimenticare Ronaldo, quello che prima di essere un traditore è stato il giocatore che ha sconvolto il mio sabato e la mia domenica. Le sue giocate sono state la mia dipendenza, quelle che ancora oggi, ogni tanto, mi ritrovo a guardare e riguardare su youtube. Il suo infortunio è stato un dolore fisico per me, il suo andar via il più grande tradimento subito.
Il primo Ronaldo, il Fenomeno, è stato, è e sarà sempre il mio giocatore preferito.

La partita che ricordo? Tantissime… però sarebbe troppo facile citare una delle gare dell’Inter del Triplete o quell’Inter-Samp passato alla storia e che io ho vissuto in trepidazione attaccata a una radiolina perché in casa mia non era ancora tempo di pay per view e al bar passavano solo le dirette pomeridiane della dannata Juve. No, la mia è molto meno particolare di tante altre ma ha un significato che va oltre la vittoria, la conquista di un titolo o un episodio memorabile come il contatto Ronaldo Iuliano (e chi se la scorda quella ladrata!).

Una partita che non dimenticherò mai è quella in cui ho visto la mia Inter dal vivo per la prima volta: Lecce vs Inter, 27 settembre 1997.

Avevo 10 anni e non era certo una partita adatta a una ragazzina come me… No, non era la partita per me visto che dovevamo andare in curva sud tra i tifosi del Lecce, miei conterranei! Ma alla fine mamma e papà si sono arresi e mi hanno concesso di andarci insieme ai miei fratelli.

Vi dico solo che il calcio d’inizio era alle 20:30 ma noi eravamo davanti ai cancelli già alle 15. Per me era la prima volta in assoluto in uno stadio, era la prima volta che vedevo la mia Interera la prima volta che vedevo il FENOMENO dal vivo. È stato il mio battesimo! Ho passato 6 ore con gli occhi sul campo, in prima fila, attaccata alla sbarra del secondo anello a cercare di contenere la mia gioia che puntualmente esplodeva a un gol dell’Inter. E quella partita finì 5 a 1 per noi…

Fu l’inizio di una passione che se prima era solo grande, quel giorno diventò irrefrenabile. Mai nessuno nella mia famiglia avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo dopo: ogni partita che l’Inter giocava in anticipo e posticipo andavo al bar, prendevo una sedia e la piazzavo in prima fila al centro. Ero in un covo di maschi juventini e milanisti… l’unica ragazzina, e anche se i miei facevano di tutto per scoraggiarmi ad andare in un posto che poco mi si addiceva io continuavo imperterrita.

Sono passati vent'anni, qualcosina in più, e l’unico rimpianto che ho è quello di non aver potuto festeggiare la conquista della Champions tra le strade del mio paese - quelle strade che hanno visto nascere ed esplodere la mia passione - perché ero all'Università a oltre 700 km di distanza.
Ma rifarei tutto e anche di più. Sicuramente non aspetterei i 30 anni per andare a San Siro…

Oggi peggioro ogni giorno che passa… ma ho la mia tv, il mio divano… e guardo ogni partita insieme ai miei nipoti che sono l’orgoglio della mia passione più grande! Tutti, rigorosamente, nerazzurri fino al midollo!
 
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Era il 2 Maggio 1971 e a casa dei mie genitori c'erano amici di famiglia con i rispettivi figli, era la 28^ di campionato e si giocava Inter-Foggia. Il padre dei miei amichetti, interista sfegatato, aveva l'orecchio incollato alla radiolina e ascoltava le partite mentre noi bambini di 7 anni si giocava quando, all'improvviso, sentimmo un urlo: era il 7' e Roberto Boninsegna aveva appena messo dentro il pallone dando il là a una goleada che sarebbe terminata sul 5-0. Quel giorno vidi Alfredo, il padre dei miei amici, piangere e vidi le lacrime che solcavano il suo viso, questo mi toccò profondamente. L'inter si era aggiudicato lo scudetto con una rincorsa memorabile e si era aggiudicato anche un nuovo tifoso: me!

Il mio giocatore preferito rimane Lothar Matthaus di cui ho ancora impresse nella mente le progressioni di 40-50 metri palla al piede e i bolidi che il più delle volte finivano nella porta avversaria, grande atleta e grande centrocampista.

La partita che ricordo ancora oggi e che ho nel cuore è la finale di Coppa Uefa Inter-Lazio del 6 maggio 1998, vinta dai neroazzurri per 3-0 e Francesco Moriero che al terzo gol di Ronaldo va a lustrargli le scarpe...momenti memorabili!
FORZA INTER
 
Era il 2 Maggio 1971 e a casa dei mie genitori c'erano amici di famiglia con i rispettivi figli, era la 28^ di campionato e si giocava Inter-Foggia. Il padre dei miei amichetti, interista sfegatato, aveva l'orecchio incollato alla radiolina e ascoltava le partite mentre noi bambini di 7 anni si giocava quando, all'improvviso, sentimmo un urlo: era il 7' e Roberto Boninsegna aveva appena messo dentro il pallone dando il là a una goleada che sarebbe terminata sul 5-0. Quel giorno vidi Alfredo, il padre dei miei amici, piangere e vidi le lacrime che solcavano il suo viso, questo mi toccò profondamente. L'inter si era aggiudicato lo scudetto con una rincorsa memorabile e si era aggiudicato anche un nuovo tifoso: me!

Il mio giocatore preferito rimane Lothar Matthaus di cui ho ancora impresse nella mente le progressioni di 40-50 metri palla al piede e i bolidi che il più delle volte finivano nella porta avversaria, grande atleta e grande centrocampista.

La partita che ricordo ancora oggi e che ho nel cuore è la finale di Coppa Uefa Inter-Lazio del 6 maggio 1998, vinta dai neroazzurri per 3-0 e Francesco Moriero che al terzo gol di Ronaldo va a lustrargli le scarpe...momenti memorabili!
FORZA INTER
mio padre andava matto per mattheus..continuava a parlarne tanto che poi ricordo che tifava anche un pochino il bayern..tipo noi con mou adesso
 
Alquanto strana ogni mia vicenda, ma nel corso degli anni ha avuto tutto un nesso o per meglio dire un senso.
1. Da quel che ricordo sono cresciuto con i colori nerazzurri, in quanto mi nutrivo da un biberon ragalatomi da non so chi (mai saputo, forse da qualche parente). Questi colori a distanza di pochi anni mi portano ad imparare a nuotare eseguendo il salvataggio in mare del mio pallone nerazzurro, (di proposito lanciato da mio zio tra onde altissime con l'unico scopo di farmi superare la soglia di paura). C'è riuscito alla grandissima. Nel mentre della crescita ero sempre più affascinato dai rettili ed in particolar modo dai serpenti, proprio dei quali ero in continua ricerca nei momenti di tempo libero dalla scuola e dal calcio.
2. Di giocatori preferiti ne ho molti, ma per me spicca come primato, il grande Julioneeeee Cesar. Portiere come pochi, con forte attaccamento alla maglia ed all'Inter. Un ragno sul vero senso della parola, La motivazione della mia particolare devozione a lui è sicuramente racchiusa anche dal fatto che giocando a calcio, ricoprivo il suo stesso ruolo e so quindi quanto difficile sia stare tra i pali.
3. La partita che non potrò mai scordare è stata quella del 28 novembre 1990, impegnati nella difficilissima prova con il Partizan Di Begrado, in quell'anno venivamo dal un girone non tanto facile che alla fine ci ha portati comunque a vincere l'agognata Coppa Uefa. Mi trovavo a guardare la partita da solo nella mia cameretta con 39 di febbre ed un mal di gola allucinante, per il quale non riuscivo nemmeno a parlare. Al goal di Lothar Matthaeus nell'esultare gridai talmente forte che peggiorai la situazione, provocandomi una faringite acuta (guarita dopo 20 giorni).
 
forse l'ho già scritto, ma in ogni caso...avevo quasi 9 anni e in televisione trasmettevano il secondo tempo di Milan-Inter. Io ero in corridoio a giocare e mio nonno era nella sala delle TV a letto malato. Seguivo distrtattamente, da bambino, ma a ogni urlo del pubblico mi alzavo da terra e chiedevo a nonno: " Chi ha segnato?" e lui immancabilmente per ben tre volte: " il Milan". Finì tre a zero per loro, era il novembre del '64, Lodetti ne fece due, ma poi vincemmo il campionato. Perché soffrivo se segnava il Milan? Non lo so, ma quel giorno ho cominciato ad amare l'Inter.
Mario Corso, senza dubbio. Genio e sregolatezza, calzettoni alle caviglie e sinistro mostruoso, l'ho amato e lo amo ( come Recoba del resto)
Inter-Milan 2-0, 70-71, l'anno di Invernizzi. Ero in quarta ginnasio e ascoltai il secondo tempo alla radio con un compagno di scuola milanista ( chissà che fine ha fatto, comunqua ciao Mario, ovunque tu sia), be' la voce di Ameri all'inizio della ripresa, " Internazionale- Milan 2-0, reti Corso e Mazzola, feci un salto sul divano e lo sfondai...bei ricordi, ciao fratelli!
 
La "colpa" del mio Interismo è mio padre, ma adesso credo di averlo battuto in quanto a malattia mentale. Quando mi sono resa conto di essere davvero interista? Con la cavalcata di Nicola Berti contro il Bayer, avevo cinque anni ma quell'azione mi è rimasta impressa per sempre. Poi è scoppiato l'amore per Zanetti, sarò banale ma non può che essere lui il mio giocatore preferito,è arrivato all'inter che avevo 10 anni e li è rimasto! ricordo che dopo la finale di coppa Uefa vinta contro la Lazio annunciai ai miei genitori di voler sposare Zanetti avevo 13 anni e ci credevo davvero :) Tutti qui a Genova mi dicevano " Tifi Inter solo perchè avete Ronaldo". Io tifo Inter PUNTO Ronaldo rimane Ronaldo ma non ho certo cambiato squadra quando andò via. I giocatori passano (Tranne Zanetti), l'Inter resta. La partità che ricordo e che mi ha letteralmente shoccata è stata quella famosa Juventus Inter di Ronaldo Juliano ero abbastanza grande da capire che c'era qualcosa di strano ma anche abbastanza piccola da soffrirne troppo, mio padre che cercava di sdrammatizzare per farmi distrarre ma vedevo che era incazzato a bestia. Per contro l'altra partita indelebile è la finale di champions ero in piazza a Milano con mio padre e questa volta non era incazzato ma piangeva di gioia.
 
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