Un altro calcio è possibile?

S

subaru lautaro

Guest
No, le distanze sono destinate ad aumentare e il capitale ad accentrarsi sempre di più. L'andamento degli ultimi 10-15 anni è inequivocabile.
Nel 2006 fatturavamo il 10% in meno del Real Madrid o giù di lì. Adesso il Real ha un fatturato che è due volte e mezzo quello dell'Inter.
Non vale solo per noi, ci sono pochi club che si arricchiscono molto più di altri e quei pochi club sono destinati a diventare ancora meno
Bisogna vedere se questo accentramento di risorse non raggiunge un punto di rottura per cui il prodotto finale diventa più scadente, e quindi a catena i ricavi si abbassano e il capitale complessivo si contrae

Tra l'altro lo sport anche dal punto di vista industriale ha bisogno, per essenza, di competizione. Non è come vendere computer, dove possono esserci anche solo due produttori che si sono mangiati tutto il mercato. Un calcio con meno di una decina di attori a dividersi tutto diventa un prodotto di intrattenimento di basso livello


Questo discorso per dire che ancora dobbiamo capire cosa succederà dopo la dinamica di accentramento di cui parli. Ora è chiaro che ci siano nel mezzo, ma se una dinamica che non potrà andare avanti così all'infinito
 

orgone5

Stella
  Supporter
Bisogna vedere se questo accentramento di risorse non raggiunge un punto di rottura per cui il prodotto finale diventa più scadente, e quindi a catena i ricavi si abbassano e il capitale complessivo si contrae
esattamente

Tra l'altro lo sport anche dal punto di vista industriale ha bisogno, per essenza, di competizione. Non è come vendere computer, dove possono esserci anche solo due produttori che si sono mangiati tutto il mercato. Un calcio con meno di una decina di attori a dividersi tutto diventa un prodotto di intrattenimento di basso livello
lo spero. però la "wrestlingizzazione del calcio" non è una possibilità così remota (sta minchiata della Kings League lo dimostra)

Questo discorso per dire che ancora dobbiamo capire cosa succederà dopo la dinamica di accentramento di cui parli. Ora è chiaro che ci siano nel mezzo, ma se una dinamica che non potrà andare avanti così all'infinito
di nuovo concordo al 100%
 
certo, questo è inequivocabilmente il presente, e molto probabilmente anche i prossimi 5 anni. ma io sto facendo una domanda sul futuro: continuerà così all'infinito? perché niente dura all'infinito, e secondo me i segnali che questo sistema sta tramontando si vedono già. non tra 5 anni, forse non tra 10, ma nemmeno tra 150. quindi la domanda è, come sarà il calcio del futuro?
Bisogna vedere se questo accentramento di risorse non raggiunge un punto di rottura per cui il prodotto finale diventa più scadente, e quindi a catena i ricavi si abbassano e il capitale complessivo si contrae

Tra l'altro lo sport anche dal punto di vista industriale ha bisogno, per essenza, di competizione. Non è come vendere computer, dove possono esserci anche solo due produttori che si sono mangiati tutto il mercato. Un calcio con meno di una decina di attori a dividersi tutto diventa un prodotto di intrattenimento di basso livello


Questo discorso per dire che ancora dobbiamo capire cosa succederà dopo la dinamica di accentramento di cui parli. Ora è chiaro che ci siano nel mezzo, ma se una dinamica che non potrà andare avanti così all'infinito
Secondo me il trend degli ultimi 15 anni è destinato a continuare anche nei prossimi 15. Fare previsioni a più lungo andare è difficile ma mi sembra una dinamica abbastanza consolidata da reggere a lungo a meno di interventi istituzionali (quali? boh)
 
S

subaru lautaro

Guest
forse per non farne un discorso di massimi sistemi (anche se i massimi sistemi sono sempre affascinanti) potrebbe essere interessante capire quali riforme e correzioni concrete si potrebbero fare perché il calcio diventi un po' meno la schifezza che è oggi e vada in direzione di qualcosa di più positivo: ad esempio tetti salariali, riduzione delle squadre in serie A, settori giovanili, oppure anche un modello più etico di Superlega rispetto alla porcata pensata da Agnelli e dalla sua Banda Bassotti.

i metodi utilizzati da squadre come Napoli (salari bassi, giocatori giovani) ma soprattutto Brighton (potere totale alla matematica e alla stasitica) e Union Berlino (azionariato popolare) possono essere dei punti di partenza interessanti, ma ce ne sono anche altri, come il modello NBA o NFL (che io non conosco assolutamente ma che veniva menzionato sopra da un paio di utenti).
Come dicevo, è molto difficile pensare a interventi isolati, tanto più se sono misure prese da contesti totalmente differenti

È chiaro che il sistema sportivo professionistico Europeo è nato e si è sviluppato con risorse totalmente diverse da quelle attuali, negli anni '90 l'arrivo dei diritti TV ha portato a un primo scompenso che già mostrava delle crepe, negli anni '10 del nuovo millennio l'ingresso di giganteschi investimenti extraeuropei sembra aver ingolfato un po' tutto. Il sistema dovrà reinventarsi senza perdere certe connotazioni (abbiamo visto la reazione di fronte alla possibilità di una lega chiusa, quindi non è pensabile importante adesso il modello americano), servirà probabilmente tempo e anche errori

E aggiungo che probabilmente si dovrà anche capire io reale rapporto tra investimenti, resa sportiva e ritorno economico, perché allo stato attuale il rapporto tra investimento e risultati sportivi sembra comunque non essere lineare, e i ritorni economici ancora non sono chiari. Gli unici che hanno davvero fatto soldi con il calcio in Europa sono quelli che hanno investito in premier alla fine degli anni '90

Io personalmente faccio fatica a ipotizzare particolari riforme in questo momento. Secondo me le regole saranno sempre secondarie rispetto ad altre dinamiche. Ad esempio, per me si verificherà un fenomeno di radicalizzazione del tifo: si tiferà sempre più per questioni identitarie e sempre meno per interesse nella vittoria. Chi investe nel calcio dovrà tenerne conto. Ci sarà una spinta dal basso che porterà il calcio a essere meno una forma di intrattenimento semplice e più ricca di significati identitari. Questo avvicinerà l'industria del calcio più a settori come quello della moda e meno al cinema, per intenderci. E gli investimenti dei proprietari potrebbero sempre più focalizzarsi fuori dai risultati. Magari alcuni costruiranno squadre con un'idea di fondo radicale, es. "siamo il Barcellona e facciamo possesso palla perché è la nostra filosofia" (questa cosa già succede in Austria dove il calcio è sempre più legato all'idea di "energia", filosofia imposta dalla RedBull e dal suo motto "mettere le ali")
 

orgone5

Stella
  Supporter
Come dicevo, è molto difficile pensare a interventi isolati, tanto più se sono misure prese da contesti totalmente differenti

È chiaro che il sistema sportivo professionistico Europeo è nato e si è sviluppato con risorse totalmente diverse da quelle attuali, negli anni '90 l'arrivo dei diritti TV ha portato a un primo scompenso che già mostrava delle crepe, negli anni '10 del nuovo millennio l'ingresso di giganteschi investimenti extraeuropei sembra aver ingolfato un po' tutto. Il sistema dovrà reinventarsi senza perdere certe connotazioni (abbiamo visto la reazione di fronte alla possibilità di una lega chiusa, quindi non è pensabile importante adesso il modello americano), servirà probabilmente tempo e anche errori

E aggiungo che probabilmente si dovrà anche capire io reale rapporto tra investimenti, resa sportiva e ritorno economico, perché allo stato attuale il rapporto tra investimento e risultati sportivi sembra comunque non essere lineare, e i ritorni economici ancora non sono chiari. Gli unici che hanno davvero fatto soldi con il calcio in Europa sono quelli che hanno investito in premier alla fine degli anni '90

Io personalmente faccio fatica a ipotizzare particolari riforme in questo momento. Secondo me le regole saranno sempre secondarie rispetto ad altre dinamiche. Ad esempio, per me si verificherà un fenomeno di radicalizzazione del tifo: si tiferà sempre più per questioni identitarie e sempre meno per interesse nella vittoria. Chi investe nel calcio dovrà tenerne conto. Ci sarà una spinta dal basso che porterà il calcio a essere meno una forma di intrattenimento semplice e più ricca di significati identitari. Questo avvicinerà l'industria del calcio più a settori come quello della moda e meno al cinema, per intenderci. E gli investimenti dei proprietari potrebbero sempre più focalizzarsi fuori dai risultati. Magari alcuni costruiranno squadre con un'idea di fondo radicale, es. "siamo il Barcellona e facciamo possesso palla perché è la nostra filosofia" (questa cosa già succede in Austria dove il calcio è sempre più legato all'idea di "energia", filosofia imposta dalla RedBull e dal suo motto "mettere le ali")
interessante
 
Se si vuole equilibrio bisogna fare incontrare squadre di potenza similare.

Dove ovvio ci saranno cmq favorite, ma il fatto che è più facile perdere punti può fare più incertezza e possibilità di recuperare per le squadre.

Quindi la Superlega senza numero chiuso, ma la partecipazione di tutte le squadre professionistiche raggruppate per divisioni con promozioni e retrocessioni.
 

orgone5

Stella
  Supporter
Se si vuole equilibrio bisogna fare incontrare squadre di potenza similare.

Dove ovvio ci saranno cmq favorite, ma il fatto che è più facile perdere punti può fare più incertezza e possibilità di recuperare per le squadre.

Quindi la Superlega senza numero chiuso, ma la partecipazione di tutte le squadre professionistiche raggruppate per divisioni con promozioni e retrocessioni.
sarebbe già un'alternativa più plausibile di quella di Agnelli
 
Alto