All’inizio non capivo tutto questo clamore per l’ennesimo Derby di Milano, perché per me l’unico derby di Milano si gioca tutte le settimane tra l’Inter e la Primavera dell’Inter. Poi mi hanno spiegato che c’è un’altra squadra a Milano (oltre la succitata Primavera dell’Inter).

A maggio l’Inter giocherà il quinto Derby della stagione, un record assoluto. Credo che questa notizia sia la ciliegina sulla torta di una stagione ricca di emozioni (positive e negative). Non mi capitava da anni di vivere questa altalena di emozioni con l’Inter. Ultimamente erano o gioie o dolori, quest’anno è stato differente: si alternavano le gioie e i dolori.

Iniziamo a ricostruire la storia dei Derby in Champions League

Mettiamolo subito in chiaro: la storia non è dalla nostra parte. Abbiamo giocato ben 2 volte e siamo usciti entrambe le volte: nel 2002/2003 proprio in semifinale e nel 2004/2005 ai quarti.
Nel 2004/2005 uscimmo anche a causa di quella sconfitta per 3 a zero a tavolino causata da un imbecille che aveva tirato un petardo contro Dida.
Nel 2002/2003 la sconfitta fu ben più amara perché in realtà non perdemmo e solo la regola dei gol in trasferta ci negò la gioia di giocarci la finale.
In entrambi i casi abbiamo delle scusanti valide per giustificare la sconfitta: la differenza reti e il petardo. Ma se posso essere onesto il nostro avversario in quegli anni era nettamente superiore. Ho dato un’occhiata alle formazioni e mi sono reso conto che tecnicamente i nostri avversi (purtroppo) erano nettamente superiori in entrambe le circostanze.

Il 2002/2003

Nella semifinale 2002/2003 i nostri avversari schieravano Dida (o Abbiati) in porta; Kaladze, Maldini, Nesta e Costacurta in difesa; Seedorf, Pirlo, Gattuso e Rui Costa a centrocampo e in attacco Filippo Inzeghi e Shevchenko; in panchina c’erano campioni come Rivaldo, Serginho e Ambrosini. Volete sapere chi avevamo noi? Toldo in porta, Materazzi, Cordoba, Cannavaro e J. Zanetti in difesa (e fin qui ce la potevamo giocare); C. Zanetti, Di Biagio, Emre e Conceicao a centrocampo; in attacco Recoba e Crespo; in panchina Gamarra, Pasquale e Vivas. Cioè vi rendete conto? Ad oggi mi domando come siamo arrivati in semifinale!

Il 2004/2005

I quarti di finale 2004/2005 nella formazione dei nostri avversari c’era Dida sempre in porta, la difesa era composta da Maldini, Nesta, Stam e Cafù; a centrocampo c’erano Seedorf, Gattuso, Pirlo e Kakà (non ricordo un centrocampo più forte in quegli anni); l’attacco era guidato da Crespo e Shevchenko. In panchina c’erano Kaladze, Ambrosini, Rui Costa e Serginho. Noi? Toldo tra i pali; Cordoba, Favalli, Mihajlović e J. Zanetti; Veron, Cambiasso, Stankovic e C. Zanetti a centrocampo; e in attacco c’erano Cruz e Oba Oba Martins. In Panchina giocatori del calibro di Karagounis e Kily González. In quella squadra si salvava il centrocampo, ma il resto faceva ridere. Cioè vi rendete conto che tra i titolari avevamo Favalli e Oba Oba Martins? Dove volevamo andare?

Concentriamoci sul presente in Champions

Oggi le cose sono un po’ diverse. Non voglio sbilanciarmi nei tatticismi perché non mi ritengo un esperto di tattica. Le due squadre più o meno si equivalgono e ci potrebbe essere più di uno spiraglio per noi. Non voglio sbilanciarmi, ma se il nostro Inzaghi (intendo Simone) riuscisse a capire come ingabbiare Leao forse potremmo avere qualche chance in più. Quello che penso è che ce la possiamo giocare, abbiamo avuto un sorteggio benevolo, le big si sono fatte fuori tra di loro, ci sono solo 180 minuti (più eventuali supplementari) tra di noi e la finalissima, ce la possiamo fare, ce dobbiamo fare. Non voglio neanche parlare di vendette o rivincite, è passato troppo tempo. Concentriamoci sul presente, concentriamoci sul fatto che l’avversario è nettamente alla nostra portata se giochiamo come abbiamo giocato finora in Champions e dimentichiamoci di come stiamo giocando in campionato.

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