Partita a tratti imbarazzante quella di sabato contro i bergamaschi, l’ennesima occasione persa per cercare una posizione in classifica che vale oro per l’ingresso in Champions League.
Una prestazione che vanifica quanto di buono fatto vedere nelle partite precedenti con Napoli, Sampdoria, Verona, Milan e Torino, che davano l’impressione di vedere un’Inter di nuovo in carreggiata. E invece ennesimo pit-stop, un pareggio che non vale 1 punto buono per la classifica, ma ben 5 punti persi. Sì, perché non riuscire a portare a casa tre punti importanti – in una partita abbordabile seppur insidiosa – quando in virtù degli scontri diretti di giornata hai la possibilità di recuperare punti a chi ti sta davanti e allungare su chi ti segue, quel bottino vale doppio. E se non riesci a sfruttare l’occasione per una, due, tre volte… vuol dire che la squadra non ha gli stimoli giusti, per non dire altro.
Formazione con difesa inedita, centrocampo lento e attacco sterile.
Mancava Candreva. Sarà stato questo il motivo del cambio modulo?
Difesa a tre con D’Ambrosio, centrocampo a quattro con Cancelo e Santon sulle fasce e un lentissimo Borja Valero affianco a Gagliardini, attacco con Perisic e Rafinha a ispirare l’unica punta Icardi.
Risultato? L’Atalanta che rischia di andare a rete dopo pochi minuti e un primo tempo in balia dei nerazzurri di casa. Una squadra apparsa disorientata e impacciata anche nei tocchi più semplici. Se a questo ci aggiungiamo la troppa prevedibilità che è ormai una costante… la frittata è fatta.
Ennesimo pareggio e solo 2 miseri punti in 3 partite che, con rammarico, potevano essere quel tanto in più che bastava per ipotecare il posto utile alla prossima Champions League.
Quando arriverà il momento di Karamoh?
Che senso ha inseguire un ragazzo di belle speranze per un’intera finestra di mercato e tenere Karamoh in panchina anche quando, causa assenza del titolare di turno, potrebbe entrare per dare il suo contributo?
Che senso ha metterlo in campo sullo 0 a 0 a meno di tre minuti dalla fine?
Non è pronto, è troppo giovane… ma quelle poche volte che ha avuto l’occasione di mettersi in mostra ha dimostrato tutt’altro: velocità, imprevedibilità, iniziativa, coraggio, grinta. Roba non da poco. Anzi, forse proprio quello che servirebbe come il pane a questa Inter che sembra essere sempre più schiava dei suoi due migliori marcatori: Icardi e Perisic.
Eppure basterebbe fare un giro in serie A per vedere che anche il talento più acerbo, se coltivato, può dare i suoi frutti. A piccole dosi, sì… ma non con il contagocce!
Brozovic da problema ad ago della bilancia?
Che Brozovic sia un giocatore con una certa discontinuità sappiamo ormai da tempo, ma quel suo nuovo compito all’interno del centrocampo nerazzurro sembra lo abbia responsabilizzato. Il croato ha iniziato infatti a collezionare una serie di gare positive, da cui ne ha giovato l’intera squadra, ma poi è arrivato lo stop per somma di ammonizioni e, coincidenza, tutto lo scacchiere nerazzurro ha avuto una brusca battuta d’arresto. Non solo in termini di risultati – ogni partita è una gara a sé in questo punto della stagione – ma soprattutto a livello di tempi di gioco.
A sostituirlo, in un centrocampo decimato anche a causa dell’assenza di Vecino, un Borja Valero che dopo una buona prima parte di stagione si è arenato completamente. Lento, macchinoso e poco pulito nelle giocate.
Spalletti non è preoccupato, la squadra è viva
Anche a causa del cambio modulo a Bergamo abbiamo assistito a un primo tempo dir poco imbarazzante, con un Inter apparsa a larghi tratti con un gioco da provinciale. Ma nemmeno nel secondo tempo non si sono viste grandi cose. Un possibile campanello d’allarme considerando anche la lenta agonia che caratterizza la primavera nerazzurra delle ultime stagioni. Ma Luciano Spalletti è tranquillo:
“Sono state tre partite disputate in maniera corretta. Al di là del primo tempo di oggi, la squadra ha tentato di fare la partita, sfruttando male alcune situazioni. Non è riuscita a far prevalere la sua qualità, ma è viva e anche oggi è cresciuta. Preoccupato? Non mi preoccupa niente, perché dovrei? Si cerca di vincere sempre […] Ci serve giocare su qualche velo, dove deve venir fuori creatività e palleggio di pulizia. Dobbiamo attaccare lo spazio come con Perisic e Rafinha”.
Ok mister, se sei tranquillo tu… la prossima volta però cerchiamo di cambiare solo gli interpreti, senza stravolgere schemi ormai rodati, contro squadre che correndo ci fanno mangiare la polvere. (Sul forum cominciano a circolare le prime critiche verso Spalletti).
Ci vuole più coraggio, bisogna osare e mostrare le nostre qualità. Di cosa abbiamo paura? Di andare in Champions League?
Prima del big match con la Juve ci aspettano le gare contro Cagliari e Chievo…. e sappiamo quanto potrebbe essere importante presentarsi al derby d’Italia con sei punti in saccoccia!