31/1/2016. Questa è la data dell’ultimo Milan-Inter terminato con la vittoria dei rossoneri prima di ieri sera. Ai tempi segnarono Alex, Bacca e Niang per il 3-0 finale. Un’altra epoca. A sei anni di distanza il Milan torna a vincere il derby in casa, Milan-Inter termina 3-2 grazie alla doppietta di Rafa Leao e al goal di Giroud. All’Inter non bastano Brozovic e Dzeko. Milano sarà rossonera almeno fino alla sfida di ritorno, e basta questo a descrivere l’umore dell’intera tifoseria. Disfatta.

Le scelte degli allenatori e il primo tempo

Alla vigilia del derby i dubbi per Simone Inzaghi erano principalmente due: il partner di Lautaro in attacco e il braccetto di sinistra della difesa a tre. La scelta in difesa è ricaduta su Alessandro Bastoni, dato in dubbio esclusivamente per una condizione di salute precaria dopo un attacco influenzale. Mentre in avanti Inzaghi ha deciso di gettare nella mischia il Tucu Correa, ricomponendo il tandem d’attacco protagonista del derby di ritorno di Coppa Italia dello scorso anno, che tanto bene aveva performato.

Restano fuori tutti i colpi del calciomercato estivo nerazzurro, a partire da Lukaku, l’unico vero indisponibile e grande rammarico della sfida. Stefano Pioli schiera invece il suo Milan con l’11 titolare, lanciando dal primo minuto De Ketelaere, il più importante squillo del Milan in chiave mercato estivo.

Il primo tempo di Milan-Inter è a due facce. Nella prima metà è l’Inter ad avere in mano il pallino del gioco, i nerazzurri sono propositivi e la sfida si accende sin da subito, anche per via degli scontri tra Dumfries e Theo che infiammano la gara. Tra i più pericolosi c’è Marcelo Brozovic, a sorpresa, che prima sfiora la rete del vantaggio a conclusione di una grande azione corale, poi trova lo 0-1. Il minuto è il 21, Lautaro lavora un gran pallone spalle alla porta e Correa imbuca il croato, che a tu per tu con Maignan non sbaglia. Inter in vantaggio. Ma da questo momento in poi i nerazzurri scompaiono dal campo.

Dal 22′ inizia la seconda faccia del primo tempo, in cui è il Milan a dominare. L’Inter rallenta i ritmi, fatica terribilmente ad uscire dalla difesa palla al piede, il centrocampo non tiene palla ed il pressing rossonero si fa incessante. La manovra farraginosa dei nerazzurri è bloccata sul nascere dal Milan, che prima prende campo e poi trova l’1-1 con Leao, proprio recuperando un pallone scottante perso dal grande ex Calhanoglu. Ma il goal del pari non serve a rianimare l’Inter: l’andazzo resta lo stesso fino all’intervallo, però i padroni di casa non trovano il raddoppio. Inevitabilmente è questione di minuti continuando così. E il secondo tempo lo dimostra.

Milan-Inter 3-2, il secondo tempo della sfida

Dopo l’intervallo sarebbe stato lecito aspettarsi un cambio di direzione della sfida. Mi aspettavo un’Inter differente, dei ritmi più alti, un palleggio più fluido, qualche movimento in più, magari una strigliata da parte dell’allenatore. Niente di tutto questo. Anzi, guardando la squadra scesa in campo all’inizio della seconda frazione il goal di Brozovic appare come una splendida illusione.

Giusto il tempo di prendere le misure al rientro in campo e il Milan passa avanti. Ma un goal del genere non è ammissibile. I rossoneri battono al minuto 54 una rimessa laterale in zona offensiva servendo Leao. Il portoghese viene lasciato colpevolmente ed inspiegabilmente libero di controllare e servire Giroud al centro dell’area, nonostante fosse circondato da ben quattro magliette nerazzurre. Per non parlare dell’attaccante francese! Privo di qualsiasi tipo di marcatura è libero di girare in porta l’assist di Leao, con la palla che entra in rete rimbalzando beffarda. E tutta la difesa dell’Inter ferma a guardare. Inaccettabile.

Passano sei minuti e Leao trova il tris. L’esterno rossonero sale in cattedra trovando un gran goal, ma l’atteggiamento della difesa nerazzurra è incomprensibile. Per quanto il gesto tecnico ed atletico del numero 17 del Milan sia ottimo, il trio difensivo resta letteralmente a guardare. Senza opposizioni, Leao deposita in rete il 3-1.

Ma come detto sopra, si trattava solo di una questione di tempo. L’Inter, chiusa nella propria metà campo, dal proprio goal in poi ha fatto una fatica incredibile nel manovrare la sfera, nel servire i propri attaccanti, nell’accelerare l’uscita dalla difesa. Sicuramente anche grazie alla pressione del Milan, ma i nerazzurri ed Inzaghi ci hanno messo del proprio. Fin troppo.

Dalla panchina entrano Mkhitaryan, Dzeko e Dimarco per Barella, Correa e Bastoni. Il copione della sfida salta, i ricambi dell’Inter danno la scossa e il cigno di Sarajevo dopo una bella combinazione con Darmian scaraventa in porta il goal del 3-2. Proprio il bosniaco suona la carica, prendendosi la squadra sulle spalle e sfidando ripetutamente Maignan, perfetto su una sua conclusione dal limite, su un colpo di testa ravvicinato di Lautaro e su una gran botta dalla distanza di Calhanoglu. Però niente da fare, Milan-Inter finisce 3-2. Il derby è rossonero. Il Duomo resterà così colorato almeno fino alla prossima sfida. Ed è difficile da mandare giù.

Milan-Inter, chi sale e chi scende

Metto subito in chiaro che sono un estimatore di Simone Inzaghi, a mio avviso tra i tecnici italiani migliori in circolazione e con ulteriori grandi margini di crescita vista l’età. Ma dopo la disfatta contro la Lazio arriva anche la sconfitta nel derby. Due scontri diretti persi su due che peseranno tremendamente sulla classifica. L’Inter si scopre piccola con le grandi, impacciata in fase di manovra e troppo fragile in fase difensiva. E da allenatore e guida del gruppo, Inzaghi non può che esserne responsabile.

Tra i giocatori sul prato di San Siro sono stati in pochi a salvarsi. Correa ha sfruttato bene la sua chance da titolare, è suo l’assist per il goal del vantaggio di Brozovic, ma per il resto si è visto pochissimo, non per sue colpe. Pochi i palloni giocabili, sia per lui che per Lautaro, dato che la sfera raramente ha superato il centrocampo in maniera pulita prima del 70′.

Da salvare c’è solo l’impatto di Edin Dzeko, il migliore in campo nerazzurro. Ha riacceso la fiaccola della speranza con tecnica, fisico, esperienza e carisma, provando a indicare la strada. Non era forse il caso di puntare sull’esperienza del bosniaco fin dall’inizio? Positivo Brozovic grazie al goal, ma anche lui si è ritrovato ingabbiato nella trappola rossonera, non è stato abbastanza in grado di velocizzare il fraseggio, ma non solo per suoi demeriti. Darmian protagonista sul goal di Dzeko con l’ottimo assist, Dumfries frizzante sulla destra, ma distratto in occasione della seconda rete.

La difesa è un incubo

La difesa è da bocciare in toto, così come gli interni di centrocampo. Barella è ancora lontano dalla condizione ottimale, ma d’altronde siamo agli inizi di settembre, e come lui la gran parte dei suoi compagni. Il terzetto difensivo è da insufficienza grave, subire dei goal del genere è inammissibile. In due scontri con due big, l’Inter ha incassato 6 gol! Troppi per chi ha ambizioni da scudetto. Soltanto Monza e Cremonese hanno subito più gol dei nerazzurri. Skriniar ha subito platealmente Leao. Le voci insistenti che lo volevano a Parigi devono averlo toccato e lo si è visto eccome nella gara di sabato a San Siro. Se c’è una cosa da sistemare più di tutte, quella è la fase difensiva.

Fortunatamente questa stagione offre immediatamente l’opportunità di rialzarsi dopo una caduta, giocando praticamente ogni tre/quattro giorni. Stavolta però l’occasione è Inter-Bayern Monaco. Non proprio la partita da cui ti aspetti i 3 punti. Dall’Inter mercoledi quindi ci si aspetta la prestazione senza guardare troppo al punteggio finale. Con il Torino in casa sabato invece, non sono ammessi altri passi falsi. 2 sconfitte in 5 partite sono già tante, ma il tempo per recuperare, fortunatamente c’è ancora. Forza ragazzi!

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