L’Inter si presenta al Camp Nou forte delle sette vittorie consecutive e del buon momento di fiducia ma pur sempre con metà squadra alla prima stagione in Champions e di fronte ad un mostro sacro come il Barcellona (che non perde in casa in Champions dal 2013) ed ai suoi 90mila tifosi.
Per forza di cose la sudditanza psicologica gioca un ruolo importante ed è quello che si vede per gran parte del primo tempo, con i nerazzurri che in transizione offensiva non riescono a mettere in fila tre passaggi consecutivi, vuoi per il forte pressing degli avversari, vuoi per il fattore mentale.
Nonostante tutto il Barcellona si dimostra sì una grandissima squadra con un calcio spumeggiante fatto di movimenti senza palla e giocatori dalla tecnica sopraffina che sbagliano un pallone ogni cento giocati, ma anche facilmente perforabile (come dimostrano anche i dati, in questa stagione ha subito spesso gol in campionato) se si è in grado di portare avanti una manovra intelligentemente e senza sbagliare l’appoggio.
Infatti il dominio sul possesso palla è totale, ma nelle occasioni da rete anche l’Inter riesce a dire la sua, arrivando alla conclusione in diverse occasioni.
Il pareggio del PSV e del Tottenham ha sicuramente rasserenato tutti prima di scendere in campo, ma al ritorno in casa abbiamo la possibilità di fare punti. E’ sicuramente un terribile avversario, ma con il dovuto rispetto otto anni fa a centrocampo schieravano Xavi e Iniesta, ora Arthur e Rafinha.
Una nota a parte merita l’arbitro, che indirizza la gara totalmente a favore dei padroni di casa, estraendo gialli a random e fischiando falli ai blaugrana per ogni contatto.
Handanovic 6,5: Se il passivo non è peggiore grande merito va a lui. Salva la porta in due occasioni contro Langlet e in altrettante contro Suarez. Può poco su entrambi i gol subiti.
D’Ambrosio 5,5: Una prova incolore, dove si limita a tenere la posizione contenendo il più possibile Coutinho che per trovare spazio spesso e volentieri si accentra. Soffre le incursioni di Jordi Alba.
Skriniar 6+: Nel primo gol si fa passare Rafinha alle spalle e nel secondo non è tempestivo nel chiudere su Jordi Alba. Ma il resto della prestazione è di incredibile livello come sempre, Countinho e Suarez gli rimbalzano costantemente addosso. Si fa saltare solo una volta dal brasiliano concedendo punizione dal limite. L’ammonizione presa è un’invenzione rara dell’arbitro.
Miranda 6-: Non si rende protagonista di particolari errori, ma quando ci si abitua all’eleganza di De Vrij, vedere la frenesia del brasiliano è una tortura. Rischia di perdere almeno tre palloni a ridosso della propria area di rigore, ed è sempre impreciso negli anticipi che riesce a vincere contro gli attaccanti avversari, ridando costantemente palla agli avversari.
Asamoah 5,5: Alterna preziosissime diagonali difensive a stupefacenti blackout come l’assist di testa per Langlet che spara su Handanovic totalmente libero. Anche piuttosto impreciso, sbaglia diversi appoggi in fase di ripartenza, prestazione sottotono.
Brozovic 6,5: Gioca praticamente con una gamba, reduce dalle fatiche muscolari del Derby, ma è ovunque anche oggi. Compie tre interventi puliti meravigliosi in scivolata a bloccare l’azione avversaria e a far ripartire il contropiede. Non è un caso che Spalletti si sgoli nel primo tempo indicando a tutti i compagni il croato come soluzione. Poetico il salvataggio sulla punizione di Suarez.
Vecino 6,5: E’ l’uomo del momento, è il più decisivo e quello più in forma, anche oggi regala un assist per Icardi nel primo tempo e poi spara un frigorifero al volo da fuoriarea che si spegne di pochissimo sopra la traversa. Nella ripresa riesce a difendere palloni scomodissimi ribaltando l’azione e rendendola pericolosa.
Borja Valero 5: Prestazione davvero anonima, il peggior match-up per le sue caratteristiche. Soffre terribilmente il pressing asfissiante e alto del Barcellona che lo induce a sbagliare palloni non da lui. Nella ripresa esce per far posto a Lautaro ma la musica non cambia.
Candreva 5: Una prova non da ricordare nemmeno per Antonio, preferito a Politano nell’11 di partenza per la sua attitudine a difendere. Peccato che sulla sua fascia partano tutte le azioni offensive dei blaugrafa, ed il suo ripiegamento su Jordi Alba non è sufficiente. Esce a fine primo tempo con l’Inter già in svantaggio.
Perisic 5: Un’altra prestazione sottotono, sempre il ritardo sul terzino avversario e mai pericoloso in attacco. Riesce ad arrivare sul fondo in una sola occasione vincendo un duello di forza con l’avversario, ma l’ultimo passaggio è errato. Ad inizio gara ha l’occasione ghiotta per fare uno gol “alla Stankovic” ma ne esce una conclusione sterile e innocua.
Icardi 6: Ci prova, si sbatte e arriva alla conclusione. Nel primo tempo scivola a dribbling effettuato, con la porta spalancata, non riuscendo a concludere e sprecando una ghiottissima occasione. Ci riprova pochi minuti più tardi trovando il muro della difesa blaugrana. Nella ripresa offre un assist di tacco al bacio per Politano non sfruttato a dovere.
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Politano 6: E’ quello che crea i maggiori pericoli, riuscendo ad arrivare bene sul fondo e a fraseggiare con terzino e mezz’ala in appoggio. Pennella un cross pericoloso che Ter Stegen smanaccia in corner, riesce persino di destro a creare palle gol per i propri compagni, ma l’errore sull’assist di Icardi è da matita rossa. Quella palla doveva quantomeno centrare lo specchio. L’emozione del gol al Camp Nou.
Lautaro 5: Ha poco più di venti minuti a disposizione e il pubblico nerazzurro si aspetta che accenda la luce, ma tocca il primo pallone dopo dieci minuti di vagabondaggio e scivola tre volte nei restanti dieci minuti. Si fa notare per un paio di intelligenti aperture, ma quando ha l’occasione per settare un contropiede in superiorità numerica decide di calciare da fuori invece che allargare per Keita, e ne esce un passaggio al portiere. Si rifarà.
Keita s.v.
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Spalletti 5: Il voto non può che essere negativo perché disfare la coppia Skriniar-De Vrij che ha incantato tutti nell’ultimo mese e mezzo, non trova giustificazione razionale alcuna. D’Ambrosio per Vrsaljko e Candreva per Politano sono due cambi conservativi che miravano a contenere l’irruenza catalana, ma il risultato non è stato quello sperato, tanto che Candreva è stato poi sostituito nell’intervallo. L’Inter non è uscita con le ossa rotte dal Camp Nou, ad inizio ripresa per una decina di minuti ha anche imposto il proprio gioco arrivando più volte dalle parti di Ter Stegen, ma non è bastato. Ora Luciano avrà due settimane per correggere i propri errori ed arrivare allo scontro diretto in casa con le idee più chiare, sperando che le gambe dei giocatori non tremino ancora.