L’Inter è campione d’Italia. La matematica del tricolore si è compiuta nella piovosa e fredda serata del 22 aprile 2024 quando l’arbitro Colombo ha decretato la fine del derby che i nerazzurri hanno vinto per 1-2 con i gol di Acerbi e Thuram che hanno reso inutile il guizzo di Tomori. La gente si è subito, come un fiume in piena, riversata in strada ubriaca di gioia, un ubriacatura diversa dal solito visto e considerato che il tricolore è ufficialmente arrivato alla fine del sesto derby consecutivo vinto. Andando oltre la singola gara del Meazza riviviamo in 3 punti salienti il 20esimo.
Simone Inzaghi, l’uomo delle rivincite
Tra i protagonisti indiscussi di questa stagione c’è Simone Inzaghi allenatore che ha guidato la squadra al raggiungimento dell’obiettivo. Durante la stagione c’è stato, per forza di cose, qualche passaggio a vuoto che ha provocato rammarico nell’ambiente, ma nel complesso il tecnico di San Nicolò si è preso la sua rivincita
Riavvolgendo il nastro ai primi due anni della gestione Inzaghi, troviamo una serie di critiche sparse nei confronti del mister, colpevole d’aver mancato obiettivi importanti che erano, assolutamente, a portata di mano. L’emblema è stato rappresentato dallo scudetto perso, ancor prima della partita di Bologna, a vantaggio di Pioli e dei cugini del Milan. Un obiettivo sfumato che ha generato più di qualche mugugno tra società e tifosi. L’anno scorso, invece, il Napoli ha fatto la voce grossa in Italia e Simone ha “deciso” di tentare il colpo grosso della Champions inchinandosi solo a Guardiola a Istanbul.
La stagione corrente è stata un’autentico capolavoro. L’Inter ha fatto la voce grossa dalla prima giornata, al netto di qualche passaggio a vuoto, rendendosi protagonista di un campionato dominato che ha scalfito le resistenze della Juve capace di lottare fino all’inizio di febbraio salvo poi cedere il passo alla formazione nerazzurra. Simone Inzaghi si è così tolto qualche sassolino dalle scarpe anche rispetto a chi, da fuori, ha sempre rivolto critiche, (prima per il gioco poco europeo, poi per i debiti), alla società. Capolavoro Inzaghiano.
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Inter nella storia, Lautaro anche….
Se l’Inter è nella storia, c’è un giocatore che un po’ più degli altri questa storia ha contribuito a metterla in prima pagina e sulle bocche di tutti. Lautaro Martinez, il capitano, il numero 10 ed il capocannoniere della squadra e, anche, della Serie A. In questa stagione il Toro di Bahia Blanca si è assicurato molti riconoscimenti, sia di squadra che personali.
Lautaro, quest’anno, si è letteralmente preso la squadra sulle spalle, aiutato, anche, da uno sviluppo di gioco e da un compagno di reparto che ha saputo, più di altri del passato, esaltare le caratteristiche dell’argentino diventando l’altra parte della mela. La crescita di Lautaro è stata anche mentale. Ha raggiunto una maturazione da uomo, ancor prima che da giocatore, che è risultata determinante nella sua esplosione in questa stagione culminata con la seconda stella.
Un aspetto altrettanto importante, in questo senso, è che per la prima volta nella sua esperienza nerazzurra è stato l’attaccante di riferimento. Mentre negli anni passati Lukaku e Dzeko ricoprivano il ruolo di attaccante principe della squadra, quest’anno questo onore nonchè onere è ricaduto sulle spalle dell’argentino che ha avuto in Thuram un “primo” fido scudiero. Con loro due, ma anche con il resto dei compagni, l’attacco alla seconda stella è stato più semplice e si è concluso con la storia scritta dall’Inter e scritta da Lautaro Martinez.
C’è chi guarda da lontano….
La geografia calcistica e non solo si basa sulle distanze. Milano è distante da Madrid e, per lo stesso principio, l’Inter è distante dal Real Madrid com’è distante dalla Roma o dal Paris Saint Germain. Le distanze calcistiche si misurano sulla forza delle squadre, dei gruppi, del palmares, della storia… Questi ed altri fattori determinano la superiorità di una squadra rispetto ad un altra. Se la storia dice che l’Inter è inferiore al Real, dice anche che, in questo momento storico, è superiore a Roma e a Paris Saint Germain e tutto questo un senso c’è l’ha…
Immaginate di essere due giocatori a caso. Immaginate che siete nello spogliatoio del Psg, (uno), o nello spogliatoio della Roma, (l’altro). Si ok, avreste due semifinali europee all’orizzonte, ma adocchiando a quanto succede in Serie A, con una squadra nettamente superiore alle altre cosa provereste? Rimorso? Rammarico? Pentimento? Ci sono tante cose che frullerebbero nella vostra testa e altrettante decisioni prese in passato risuonerebbero come scelte sbagliate della vostra vita.
Ecco, provate ora, ad essere Milan Skriniar andato al Psg per vincere e ritrovatosi in panchina come una scelta qualunque in un battito di ciglia. Provate ad essere ora Romelu Lukaku, un re che ha abdicato nascondendosi dietro lo squillo di un telefono. Aspettava la Juventus, si è ritrovato a Roma ed è stato battuto due volte in campionato. Il Karma ha fatto il suo corso.
Immaginate di essere loro due. Secondo voi accenderanno la televisione per vedere il delirio di Piazza Duomo, una piazza che, un tempo osannava anche loro? Padre tempo aggiusta tutto…buena suerte altrove ingrati
E alla fine……arriva Zhang
E’ stato l’uomo più discusso dell’annata nerazzurra, non fosse altro che per il ruolo che ricopre. Steven Zhang ha accentrato su di sè la maggior parte delle attenzioni riservate all’ambiente nerazzurro pur essendo a chilometri di distanza. Manca da un po’ il numero 1 nerazzurro a Milano, ma per molti aspetti è come se non se ne fosse veramente mai andato.
Vicino a squadra e società, è stato in ugual modo affaccendato nel risolvere le questioni legate al prestito rispetto ad Oaktree con scadenza 20 maggio. Vende? Non vende? Sono questi i due quesiti che hanno caratterizzato l’annata dell’Inter, oltre alle situazioni di campo e mercato. Sembrava che il Presidente nerazzurro, con questa sua lontananza fisica, dovesse abdicare a breve e invece, sabato 20 aprile la notizia che ha ribaltato lo scenario con la stessa “prepotenza” che solo un’ultima mano di carte può dare. Steven Zhang non molla!
Il protagonista dall’altra parte del tavolo è il fondo americano Pimco. Questo fondo è vicino a stringere un accordo con il presidente nerazzurro. La testimonianza più importante è data dal fatto che Pimco ha già iniziato le attività di valutazione, (due diligence), della situazione finanziara dell’Inter. Una volta appurato che, al netto dei debiti pregressi, la società gode di una certa solidità, (va ricordata in tal senso la partecipazione prossima sia alla Champions che al Mondiale per Club), Pimco s’impegnerà a estinguere il debito verso Oaktree e stringerà un accordo con Zhang che rimarrà così il presidente dell’Inter godendosi il suo settimo trofeo da quando è al timone della società.
E voi cosa ne pensate della stagione nerazzurra? COMMENTATE SUL FORUM