Inzaghi si salva

Vittoria “scaccia crisi”? Sarà il tempo a dirlo, nel frattempo ciò che conta è il ritorno alla vittoria davanti al pubblico amico e soprattutto, come per stessa ammissione di Simone Inzaghi, contro l’avversario più difficile da affrontare in questo momento: quel Torino che Ivan Juric sta plasmando a propria immagine e somiglianza. 3 punti e poco altro, ma per ora va bene anche così. Inzaghi si salva con le parate di Samir e il gol di Brozovic

Para Samir……

La copertina della partita contro i granata se la prendono due volti. Il primo è quello del capitano, Samir Handanovic che spegne i mugugni intorno al proprio nome con una prestazione super, quasi, da man of the match.

Vedendo la prestazione di Samir viene da chiedersi se, in fondo, questo dualismo con Onana, un po’ non gli faccia bene. Nell’arco dei 90 e più minuti sforna almeno 3 o 4 interventi che ricordano gli anni addietro quando Handa era un’autentica saracinesca posta a salvaguardia della porta nerazzurra. La più difficile? Verrebbe da dire quella sulla punizione centrale deviata da Barella e che Samir, con i riflessi di un ventenne, ha respinto con i piedi salvando l’Inter dal gol dello 0-1 a pochi minuti dall’intervallo

Il Torino avrebbe meritato di passare in vantaggio in più occasioni, l’ultima in ordine di tempo su un tiro potente del neo-entrato Radonjic, ma sulla strada dei granata si è palesato un vero supereroe sloveno che ha deciso di prendersi qualche rivincita contro chi l’ha, forse, troppo presto “riposto in soffitta” e etichettato come bollito. Il primo volto di Inter-Torino è il suo.

….e alla fine arriva Brozo

Sono anni che, oramai, si dice che esiste un Inter con Brozovic e un Inter senza Brozovic. Il centrocampista croato sta un po faticando in questa prima parte di stagione e la squadra pare che ne stia risentendo, sia mentalmente che fisicamente nel dispendio di energie in campo. Ma l’importanza di Marcelo, nella gara di San Siro, si è capita, una volte per tutte, al 89′.

Su un cross di Barella, il numero 77 ha anticipato con la punta e al volo l’uscita di Milinkovic-Savic depositando la palla in fondo alla rete e trasformando i fischi in urla di gioia. Il gol è da considerarsi difficile per almeno due aspetti.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Interfans.org (@interfans_org)

Il primo riguarda il gesto tecnico in sè. La mancanza di spazio temporale e fisico per stoppare la sfera ha costretto Brozo a colpire la palla in volo e con la punta del piede per anticipare l’uscita dell’estremo difensore. Era l’unico modo per guadagnare un tempo di gioco rispetto agli avversari in ripiegamento. Missione compiuta.

Il secondo aspetto riguarda la situazione psico-fisica della squadra. Quel pallone proveniente dal piede di Barella era pesante, anzi, pesantissimo. Uno degli ultimi di una partita complessa che l’Inter non riusciva a far sua fino a quando, appunto, il coccodrillo nerazzurro ha deciso di sfornare il colpo da campione

Ora continuità

C’è un minuto in particolare che ha segnato la svolta nella partita di San Siro. Al minuto 77 è pronto ad entrare Mkhitaryan. Inzaghi deve decidere se togliere uno spento Barella oppure la fantasia di Chalanoglu. La scelta cade sul secondo che dunque si accomoda in panchina. La maggior parte dei presenti avrebbe, probabilmente, optato per l’italiano. Alla fine ha avuto ragione Inzaghi.

Nella confusione di una partita tesa, Simone Inzaghi ha riscattato qualche indecisione di troppo avendo la “fortuna”, ma anche la bravura di capire che un giocatore come Barella può essere determinante anche nelle giornate meno felici della sua carriera. Lasciandolo dentro ha “fatto in modo” che potesse entrare, in maniera decisiva, nell’azione che ha portato al gol vittoria, al gol, forse, scaccia patemi.

La vittoria con il Torino potrebbe essere associata a quella contro la Juventus, l’anno scorso, a Torino. Un Inter in difficoltà seppe ritrovarsi e rendersi poi protagonista di una cavalcata fino alla brusca fermata di Bologna.

L’Inter di oggi cerca continuità tra la partita di Champions contro il Viktoria Plzen e la sfida di Udine. Vincere la prima potrebbe voler dire riaprire qualche discorso qualificazione, (soprattutto in caso di vittoria del Bayern contro il Barcellona). Vincere la seconda potrebbe essere importante nel weekend di Roma-Atalanta e Milan-Napoli e, soprattutto, essendo prima della sosta. Vincerle entrambe vorrebbe dire continuità, una parola che Inzaghi vuole scrivere nel dizionario dell’Inter. Inzaghi si salva dunque. Ora avanti