Il mercato fatto fino ad oggi è stato tempestivo, astuto e mirato. Non si è speso molto, ma si sono raggiunti alcuni obbiettivi importanti come Nainggolan, De Vrij, Asamoah e Lautaro Martinez (per quanto riguarda Politano, personalmente, aspetto di vedere il suo impatto con San Siro, prima di considerarlo un bell’acquisto).

Le cessioni bloccano Ausilio

Da circa dieci giorni, tuttavia, Piero Ausilio è di fronte al solito empasse degli ultimi anni: uno stallo dovuto alle difficoltà sul mercato in uscita dei giocatori di fascia media. Certo, per Skriniar, Icardi e Perisic le offerte sono fioccate (e rispedite al mittente) e continueranno ad arrivare, ma i vari Candreva, Vecino, Joao Mario, Gagliardini sembrano privi di mercato, e senza cedere è impossibile acquistare.
Ancora una volta, quindi, ciò che resta da fare (e non è poco, visto e considerato che con la tripla competizione la profondità di rosa è fondamentale) andrà fatto con formule creative come i prestiti con diritto, gli obblighi mascherati e quant’altro. Negli ultimi anni ci siamo abituati a questa impotenza sul mercato e Ausilio ha dimostrato di sapersi muovere discretamente tra i paletti dell’Uefa, con queste formule, ma la verità è che i grossi calibri si comprano solo avendo a disposizione denaro liquido.

Cosa manca?

Numericamente, e in linea puramente teorica, in rosa mancherebbe solo un terzino destro, ma a livello qualitativo la situazione è ben diversa. Con l’uscita di Rafinha e Cancelo si è persa qualità nella manovra che l’ingresso di Nainggolan e dei nuovi, è bene essere sinceri, non colma. Sicuramente Spalletti ha in mente un centrocampo che attacchi l’avversario alto, inducendolo all’errore, coi soliti tagli rapidi degli esterni a convergere verso l’area, ma a mio parere l’esuberanza atletica e la rapidità non possono sopperire totalmente al fosforo e ai piedi educati dei due talenti che non s’è potuto riscattare. Considerando che Mauro non è un attaccante che salta l’uomo creando superiorità, né sa giocare di sponda, andando istintivamente sulla verticale, la qualità dovrebbe esser delegata al centrocampo e agli esterni alti. Se sul centrocampo si sta lavorando, per quando riguarda gli esterni, pare che ci si dovrà accontentare dell’innesto di Politano, lo ha confermato lo stesso Spalletti a margine della partita con lo Zenit.

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«Se riusciremo a inserire queste altre due pedine per essere 22, saremo quelli che dobbiamo essere per fare le tre competizioni. Il fatto che lui faccia bene (Candreva) è qualcosa di più, ma è sempre stato dentro i nostri pensieri e dentro i meccanismi di squadra. Poi è un po’ presto per rifare lo stesso discorso delle scelte, dei bocciati. Io faccio la formazione scegliendo, ci sarà bisogno quando si giocano le tre competizioni» 

I due giocatori che verranno presi sono un mediano e un terzino destro. Il terzino prescelto è Sime Vrsaljko, nonostante l’Atletico chieda un esborso notevolissimo e fino ad ora non sembri intenzionato ad accogliere la proposta interista di prestito con diritto. La sensazione è che se non si chiuderà la prossima settimana si cambierà obbiettivo. Per quanto riguarda il centrocampista, invece, non c’è un unico nome sulla lista dei dirigenti interisti. Intanto il primo nuovo acquisto del prossimo anno ci auspichiamo tutti che sia Brozovic, e non per due mesi, ma per tutto l’arco della stagione. Il centrocampista ammirato sul finire di stagione e al mondiale è il regista in grado di far svoltare il centrocampo intero. La sensazione è che il suo compagno di reparto, per volontà di Spalletti, sarà un giocatore esperto, capace di calarsi in una realtà complessa come quella interista senza pagare lo scotto che spesso pagano i giocatori giovani in quel ruolo. In queste ore si sta parlando nuovamente con insistenza di Vidal, ma per ora non sembra esserci una trattativa reale, ma solo qualche sondaggio. Senza dubbio con Brozovic e Nainggolan Vidal andrebbe a formare, un centrocampo fortissimo, tra i migliori della Serie A.  Il profilo sull’agenda di Auslio è dunque quello di un centrocampista totale, capace di difendere, come Gagliardini, ma a anche d’incidere in fase propositiva. Un leader che sappia caricarsi la squadra sulle spalle.