Che la notte sia di quelle speciali lo si capisce dal primo secondo, quando Icardi decide di battere il calcio d’inizio a modo suo: tiro da centrocampo e traversa. Basta questo per scaldare il pubblico di San Siro che, nonostante il freddo, si reca ancora una volta numeroso a sostenere i nerazzurri per celebrare il primo Boxing Day italiano. A proposito, esperimento riuscito e da confermare per gli anni a venire, come testimoniano i 250mila spettatori totali sui 10 campi di Serie A, con le medie di ogni campo alzatesi rispetto alle altre giornate. Perchè guardare una partita di calcio completa al meglio quella sensazione di festa e di serenità che spesso si respira in occasione delle festività natalizie.
La partita: l’Inter non è inferiore al Napoli
Ma ora, spazio al campo e a quanto avvenuto nella notte di San Siro: è terza contro seconda, è Inter contro Napoli. La Beneamata è chiamata ad accorciare le distanze dagli stessi partenopei e ad allungare sul Milan, oltre a tenere a bada le due romane (entrambe vittoriose). I nerazzurri rispondono con un grandissimo primo tempo, giocato con altissima intensità e profonda voglia di vincere: atteggiamento e prestazione da Inter. Il messaggio che Icardi lancia, pronti via, è importantissimo perchè significa attaccare sin da subito la porta avversaria. E non a parole, non simbolicamente: il capitano dell’Inter lo fa per davvero. Il problema e il difetto evidenziato dai primi 45 minuti nerazzurri non è la mancanza di concretezza in zona gol, ma addirittura la difficoltà nel calciare verso la porta, se paragonata con quanto i nerazzurri creino e a quanto siano dominanti nei confronti della seconda della classe. E allora, apriamo ancora un’altra parentesi: si sente spesso affermare (anche da molti tifosi dell’Inter) che il Napoli sia di un’altra categoria rispetto ai nerazzurri e di come ancora non sia il momento di pensare al secondo posto. Niente di più errato, come ha dimostrato il campo: il punto a favore dei partenopei, semmai, è rappresentato dalla maggior conoscenza interna e da meccanismi più rodati, visto che si tratta di un gruppo che (almeno nei suoi elementi cardine) gioca insieme da tanti anni.
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Chiusa parentesi, dicevamo che l’Inter si perde spesso negli ultimi 25 metri, ovvero nel momento in cui c’è da fare la scelta giusta per concludere verso la porta. La fase di recupero e soprattutto il pressing funzionano alla perfezione, specialmente nel momento in cui vediamo una squadra come il Napoli, celebre per come interpreta il possesso palla, lanciare via la sfera in maniera frenetica e sistematica, asfissiata dal pressing nerazzurro. A Perisic viene annullato un gol, Joao Mario colpisce troppo debolmente di testa su un cross di Politano, Icardi lotta contro Meret, riesce a concludere in qualche modo verso la porta ma Koulibaly gli nega la gioia del gol sulla linea.
Nel secondo tempo il Napoli parte decisamente meglio, prende le redini del gioco e sfrutta il fatto che l’Inter, in particolare con i suoi uomini di centrocampo, non riesca più a pressare come nel primo tempo. Tuttavia, l’unico vero pericolo in questa fase del match è rappresentato dalla conclusione di Callejon respinta da Handanovic. Poco dopo, una splendida azione dell’Inter viene intercettata splendidamente da Koulibaly, che “rovina” il #PerisictoIcardi con una splendida scivolata. L’episodio che cambia la partita, però, avviene al minuto 80, quando Koulibaly stende Politano beccandosi una sacrosanta ammonizione, poi applaude ironicamente Mazzoleni (gesto di stizza dovuto anche ad alcuni ululati razzisti provenienti dagli spalti. Ne parleremo…) e viene espulso, come da regolamento. L’Inter riprende vigore, Spalletti (dopo gli ingressi di Vecino e Keita) fa la mossa giusta ed inserisce Martinez per Joao Mario, lanciando un messaggio: si deve vincere. Icardi colpisce di testa, Meret respinge. Poco dopo, Asamoah salva sulla linea su un tiro a porta vuota di Zielinski, cambiando inevitabilmente il volto e il destino della partita. Al 91′, infatti, Lautaro segna da attaccante puro sfruttando l’assist di Keita e il velo di Vecino: è il giusto premio per El Toro, che finalmente riesce ad incornare in una gara importantissima. Nel finale c’è spazio per tanto nervosismo: scintille fra Keita ed Insigne, espulsione per quest’ultimo. Il Napoli chiude in 9. Le polemiche proseguono anche dopo il fischio finale, con Ancelotti che deve letteralmente prendere di peso alcuni dei suoi giocatori (in particolare Mario Rui e Callejon) e trascinarli negli spogliatoi. In ogni caso, per l’Inter sono 3 punti importantissimi e meritati.
Reazione al caso-Nainggolan
Non solo i 3 punti, però. C’è altro nella prestazione dell’Inter. C’è una risposta a giorni di tensione causati dal “caso-Nainggolan“: prima la sospensione, poi gli audio che hanno agitato notevolmente il prepartita nerazzurro. In queste situazioni, però, spesso il gruppo si cementa, cosa che è avvenuta mai come questa volta, con una grandissima prestazione della squadra. Una dimostrazione di carattere, di coesione, e un messaggio a Nainggolan stesso, come a dire: “non sei indispensabile”. E non lo è, infatti, specialmente se si batte il Napoli senza di lui. Certo, se cambiasse atteggiamento le cose potrebbero andare meglio, e l’Inter potrebbe fare un ulteriore salto di qualità colmando alcune delle lacune evidenziate anche ieri sera. Quante volte, per esempio, abbiamo visto Joao Mario e Borja Valero non sapere cosa fare della palla arrivati negli ultimi metri, proprio quando si deve concludere l’azione? In quelle situazioni, un profilo come Nainggolan, abile nella conclusione da fuori, avrebbe potuto fare molto comodo. Il belga, a quanto pare, verrà reintegrato in gruppo già dalla partita di Empoli (sabato alle 15). Ci auguriamo che la situazione possa risolversi al più presto, perchè a perderci sono sia l’Inter che il giocatore. Forse, però, quest’ultimo un po’ di più.
Una festa del calcio rovinata
Purtroppo, in una serata che doveva essere di festa, c’è spazio per degli episodi spiacevoli e da condannare. Ci riferiamo in primis ai cori razzisti rivolti a Koulibaly fin dal primo tempo: un problema che affligge da troppi anni il calcio italiano e al quale proprio non si riesce a trovare soluzione. L’espulsione del senegalese, visibilmente nervoso, probabilmente deriva proprio da lì. Un altra pessima nota è rappresentata dagli incidenti avvenuti fuori da San Siro, che hanno portato a 4 feriti, in particolare un 43enne di origine napoletana colpito da alcune coltellate all’addome. Davvero un peccato, specie se consideriamo il clima di festa che si respirava ad inizio partita ed un match a tratti splendido fra due ottime squadre. Attenzione, però, a non utilizzare questi episodi (assolutamente riprovevoli) come alibi per una sconfitta, come alcuni addetti ai lavori (anche in televisione) hanno cercato di fare: sarebbe qualcosa di squallido, così come squallidi sono stati i cori. Episodi del genere, che abbracciano settori e problematiche più ampie e su cui ci sarebbe da intraprendere un discorso più profondo, vanno scissi da un risultato sportivo.