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Clima di festa, sciarpata sulle note di “Pazza Inter”, pienone al Meazza (quasi 70mila) per una sfida contro il Genoa: elementi che sicuramente un tifoso nerazzurro apprezzava alla vigilia del match, ma che provocavano un certo timore legato al rischio di sottovalutare il match. Successe contro Torino e Udinese, per esempio, nella scorsa stagione. Risultato? L’Inter sforna una prestazione strepitosa, riuscendo ad alimentare ulteriormente l’entusiasmo del suo popolo, ancora una volta magnifico per il sostegno, ma che soprattutto è dotato di una caratteristica molto cara al DNA della Beneamata: l’onestà. Sì, perché nel momento in cui giocatori come Dalbert, Joao Mario e Gagliardini si prendono gli applausi dagli spalti, capisci che l’Interista è in grado di riconoscere i meriti e l’impegno degli uomini in campo in maniera proporzionale al suo essere critico quando il contesto lo richiede.

L’Inter vince 5-0 e lo fa rispondendo al Napoli che il giorno prima aveva segnato altrettanti gol contro l’Empoli, concedendone però uno, il che può rappresentare una sintesi di quella che è per ora una differenza chiave fra le due squadre che stanno provando a non far scappare la Juventus: la difesa dell’Inter offre sicuramente maggiori garanzie. Adesso lo score recita 21 gol fatti e 6 gol subiti in 11 partite di campionato: numeri sicuramente importanti.

L’orchestra nerazzurra

Ciò che impressiona della roboante vittoria nerazzurra è il fatto che Spalletti abbia cambiato 5 interpreti rispetto alla sfida di Roma (nella quale si era vista la migliore Inter della stagione), ma in campo questo proprio non si è visto. Peraltro, come detto, ci si affidava a Dalbert sulla fascia sinistra, che aveva sì mostrato miglioramenti ma non è ancora propriamente un elemento affidabile; a Gagliardini a centrocampo, che non partiva titolare dalla sfida del 29 settembre contro il Cagliari, quando, per usare un eufemismo, non aveva esattamente incantato; a Joao Mario, che aveva sì risposto discretamente contro la Lazio, ma che rappresentava ancora un’incognita, specialmente alla prima a San Siro dopo un anno e mezzo. Ma ancora una volta, il tifoso nerazzurro dimentica le polemiche, dimentica le infelici dichiarazioni estive del portoghese e lo fa principalmente per il bene della sua squadra, astenendosi dal giudicare senza averlo prima visto nuovamente all’opera. E fa più che bene, visto che Joao regala la sua miglior prova da quando è all’Inter: inserito da mezzala nel 4-3-3 (il ruolo più adatto a lui), gioca una partita completa, firmando un assist sul gol del 2-0 di Politano (bravissimo nel beffare il difensore avversario con movimento e contro-movimento), un bel gol che vale il 4-0 e disegnando un cross perfetto per la testa del rientrante Nainggolan per il 5-0. Ma c’è tanto altro nella partita di Joao oltre ai contributi in zona-gol: spirito di sacrificio, precisione nei passaggi, movimento continuo a smarcarsi. Sembra davvero un giocatore ritrovato, e se continua così può davvero diventare importante per questa squadra. Gli altri due gol? Sono firmati da Roberto Gagliardini. L’ex Atalanta vive un periodo difficile a livello personale: poco impiegato nell’ultimo periodo, fuori dalla lista Champions. E allora, questa doppietta vale oro: in primis perché è un giocatore che ha sempre segnato pochissimo in carriera, inoltre perché, probabilmente spinto dall’onda emotiva del gol segnato, gioca una partita eccezionale, distribuendo passaggi finalmente precisi e mettendosi in mostra nella sua specialità: l’anticipo e il recupero palla.

INTER-GENOA LE NOSTRE PAGELLE

Ma nello spettacolo del Meazza sono in tanti ad esibirsi al meglio: Dalbert, come detto, è sempre attento in fase difensiva (si mette in mostra con un paio di diagonali perfette) e prova anche delle discese efficaci. Sulla coppia Skriniar-De Vrij non ci sono sinceramente più aggettivi: perfetti, riescono sempre a gestire ogni situazione al meglio e soprattutto sono anche bravi nel dare il via all’azione dell’Inter. E la partenza della manovra, in questa stagione, è totalmente appannaggio di Marcelo Brozovic: altra prova fenomenale con lui, nonostante le fatiche comincino a farsi sentire. Si sapeva, il croato è probabilmente l’uomo più indispensabile nello scacchiere di Spalletti ed il tecnico di Certaldo lo sa. Un po’ di riposo potrebbe fargli bene, ma fin quando continua a mostrare prestazioni di questo tipo è un piacere per i nostri occhi. Tecnica sopraffina, visione di gioco in costante miglioramento, gran tiro, grande lucidità in fase di rifinitura: ci auguriamo che Brozovic continui ad esprimersi a questi livelli, perché qui stiamo parlando di un top player assoluto e sarebbe inutile girarci intorno. Per il resto, nel reparto avanzato Politano è eccezionale soprattutto nel primo tempo, una continua spina nel fianco della difesa rossoblu, poi viene sostituito presto (partirà da titolare martedì) nella ripresa per far spazio a Keita.

Si può ancora migliorare

Muovere delle critiche dopo una partita così può sembrare fuoriluogo, ma una grande squadra deve sempre provare a migliorarsi. Soprattutto, ci sono dei singoli che devono fare meglio. In primo luogo parliamo di Lautaro Martinez che, anche dal linguaggio del corpo sin dai primi minuti, è apparso troppo teso e nervoso: probabilmente un atteggiamento derivante dalla gran voglia di segnare e di mettersi in mostra per guadagnarsi un posto da titolare tramite cambio di modulo. Il ragazzo di Bahia Blanca deve rimanere tranquillo, anche perché per un attaccante diventa difficile fare gol se si gioca con nervosismo. Comprensibile che avesse la preoccupazione di dover sfruttare un’occasione che non gli ricapiterà per un po’ visto lo stato di forma di Icardi, ma Spalletti è allenatore che sa apprezzare gli sforzi che si fanno per la propria squadra al di là dei gol. Siamo sicuri che, quando scenderà in campo con un atteggiamento diverso, troverà anche lui il gol come successo contro il Cagliari. Un altro interprete che continua a non esprimersi al massimo delle sue possibilità è Ivan Perisic: ancora una volta molto utile in fase difensiva con tante palle recuperate specialmente nel primo tempo, poco lucido quando c’è da concretizzare. Si ricordano tante potenziali occasioni sprecate passate dai suoi piedi. Terzo elemento è Keita, che dà sempre l’impressione di poter sfondare con i suoi strappi ma non riesce, neanche lui, ad essere concreto quando conta davvero, dimostrandosi un po’ lezioso. Ecco, crediamo che con questi tre giocatori al top, la squadra possa compiere un ulteriore salto di qualità e passare dal livello attuale alto ad uno futuro altissimo.

Verso una sfida da urlo

Martedì c’è il Barcellona, e l’Inter sicuramente ci arriva non bene, benissimo. L’idea di assoluta coesione del gruppo di Spalletti viene ribadita di partita in partita, le prestazioni vanno sempre in crescendo. Il Barça, però, viaggia per ora ancora su un’altra dimensione: non è un caso che, nelle ultime 10 partite nerazzurre, l’Inter abbia totalizzato 9 vittorie intervallate proprio dalla sconfitta del Camp Nou. I nerazzurri, però, possono guardare con fiducia al match principalmente per due motivi: in primis una certa serenità nell’affrontare la partita, perché davanti c’è una squadra sulla carta superiore e perché, anche con un eventuale risultato negativo, la situazione del girone non sarebbe compromessa. Inoltre, perché il Barcellona fuori casa, specialmente contro le italiane ed in particolare negli anni recenti, non è la stessa macchina da guerra di quella che si ammira fra le mura amiche. E poi, l’Inter questa volta potrà contare sul dodicesimo uomo: il suo meraviglioso pubblico, pronto a creare un’atmosfera magica per una sfida da urlo.

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