aspetta, io ti parlo non degli albori di internet, quando ti dovevi collegare con il modem 56k e per scaricare una canzone con emule ci impiegavi 2 mesi, ti parlo degli anni 2000 prima dell'esplosione di facebook e degli smartphone (finire del 2008), quando più o meno in tutte le città non in mezzo al nulla l'adsl (magari ad 1 mb-2) era abbastanza accessibile.
proprio in quegli anni si parlava proprio l'accessiblità alle informazioni dalla rete (es: wikipedia) avrebbero elevato contribuire a migliorare l'"intelligenza" media delle persone...mai previsione fu così sbagliata
Sì, sì, sei stato chiarissimo, infatti io non facevo riferimento al decennio pionieristico e di ultra-nicchia iniziato nel 1986 con la prima connessione in Italia, quanto a quello più 'accessibile' iniziato sul finire dei Novanta e proseguito fino alla rivoluzione Facebook, che ha stravolto la Rete fino ad allora conosciuta. Comunque l'ADSL negli anni 2000 aveva costi abbastanza onerosi che escludevano gran parte della popolazione o che, quantomeno, costringevano a rinunciare a qualcos'altro per averla. Un po' come le pay-tv. Le connessioni da remoto erano spesso e volentieri la regola. Tanto per intenderci, il modem del video postato da
@060577 con quello storico suono io l'ho avuto fino a poco più di dieci anni fa (avevamo ancora Mou in panca!), proprio perché l'ADSL era molto onerosa.
Riguardo le due ultime righe, condivido pienamente. Basti pensare alla fine che ha fatto l'Enciclopedia Encarta......
Io credo che gli anni Dieci ci abbiano fatto capire quanto sia necessario educare gli utenti ad utilizzare la Rete nella modalità corretta. Internet è uno strumento straordinario ma, se usato male, può avere effetti negativi devastanti ad ogni livello: politico, sociale, sanitario etc. E se 8 utenti su 10 lo usano male, i danni possono essere enormi, ad ogni livello. Tra l'altro, la cosa curiosa è che i social (o, meglio, l'utilizzo sbagliato dei social) hanno fatto ai cinquantenni/sessantenni quello che i cinquantenni/sessantenni credevano che i videogiochi o Internet, prima che social e smartphone lo rendessero globale, facessero a noi: incapacità di discernere una notizia vera da una balla, incapacità di dialogare correttamente con persone che la pensano diversamente da noi, violenza verbale, odio sociale, etc. Tutto questo perché non hanno vissuto la 'cultura dei forum e dei blog' dei primi 2000 in cui questi comportamenti predatori ed aggressivi venivano giustamente sanzionati: anche vent'anni fa esistevano i troll, ma venivano riconosciuti e bannati. Tra l'altro, il paradosso è che i social hanno consentito a persone con credenziali reali, foto reali, indirizzi reali di sputare veleno su tutto e tutti; un tempo, nickname, avatar e quant'altro garantivano un certo anonimato, sotto certi aspetti indispensabile per sentirsi liberi di essere se stessi e di dire ciò che si pensa. Libertà giustamente condizionata dalle regole del senso civico, che online si esplica con netiquette e regolamenti. Nel momento in cui l'assenza di senso civico del singolo individuo si è unita all'assenza di interventi di moderazione (o comunque interventi fatti in grave ritardo), Internet è diventato un crogiolo di fake news e complottismi e, soprattutto, una cloaca in cui versare tutto il proprio disagio e frustrazione sociale.
Quindici-vent'anni fa ci si connetteva con tutt'altro spirito, con tutt'altra cultura e con tutt'altro modo di fare; non che non ci fossero anche all'epoca troll o fomentatori di attività illegali, ma la grande maggioranza degli utenti usava la Rete per sfuggire alla solitudine e per dialogare sinceramente con altri utenti condivisori di passioni comuni, in qualsiasi campo. E la presenza di netiquette e moderazione ne consentiva un uso quanto più sano possibile.
Come sempre accade, nel momento in cui qualcosa da nicchia diventa mainstream, è necessario educare ed istruire chi naviga ad un uso corretto. Prevenire è meglio che curare e l'ultimo decennio ci dimostra quanti danni un uso sbagliato della Rete possa arrecare.