Com'era Internet prima dei social?

Internet prima dei social :

ips.jpg

luoghi-bellissimi-mondo-giardini-fioriti-05.jpg

Però è anche vero che era uno spettacolo di nicchia, per pochi, a differenza di oggi.

Il problema della massificazione di ogni cosa è che il numero di soggetti incivili che rischiano di deturpare le bellezze aumenta considerevolmente, in assenza di una cultura o di un'istruzione in tal senso.

Prima c'era una selezione alla base di natura economica ed informatica, per cui comunque coloro che accedevano disponevano di una certa cultura. Non che all'epoca non ci fossero i troll o coloro che usavano la Rete per attività illegali, ma erano quantitativamente di meno (almeno, credo: accetto smentite da chi abbia vissuto quel periodo). Nel momento in cui Internet è diventato disponibile per tutti senza però porre regole o le famose 'netiquette' o comunque educare gli utenti ad una sorta di 'senso civico online', hanno iniziato a dilagare fake news, odio e scarsa attenzione al rispetto altrui.

I social, poi, hanno alimentato il narcisismo e la cultura dell'apparire, due elementi che non appartenevano all'Internet pre-Facebook, che si basava e reggeva sui contenuti. L'anonimato garantito da nickname, avatar e quant'altro permetteva di essere se stessi e confrontarsi su passioni comuni che, magari, nella vita reale sarebbero rimaste solitarie. I social, paradossalmente, hanno permesso a soggetti con nomi e cognomi reali, con foto reali, con residenza in bella mostra, di sputare veleno quotidianamente su qualsiasi cosa e di alimentare teorie di complotti etc.
 
Però non era tutto rose e fiori: una volta navigare era più lento, difficile per chi non masticasse informatica, macchinoso e anche economicamente dispendioso (molto più di oggi). Non tutti potevano permettersi modem/router né tantomeno avevano le conoscenze per farlo. Oggi Internet è alla portata di tutti e di certo questo è un dato positivo che 15/20 anni fa era difficile pensare ed economicamente difficile da sostenere. Il problema che è sorto è il suo utilizzo 8 volte su 10 sbagliato e/o dannoso: complottismo, hate-speech, luogo per sfogare le proprie frustrazioni, etc. etc.

Il fatto che prima, per andare in Rete, bisognasse disporre di una certa quantità di denari e di conoscenze informatiche rappresentava una sorta di selezione dell'utenza che navigava. Non che all'epoca in rete non navigassero i precursori degli attuali troll e complottisti (senza parlare poi di coloro che alimentavano ieri come oggi attività illegali di ogni tipo), ma erano decisamente meno, perché navigare 15-20 anni fa era un atto disimpegnato e libero: il web prima dei social era come una terra selvaggia tutta da scoprire in cui blog, portali tematici, forum dominavano ampiamente. E il minimo comune denominatore era la passione comune per qualcosa: calcio, cinema, automobili, orologi, videogiochi, letteratura, fotografia etc. etc. etc. Era un luogo in cui si poteva essere se stessi e dire quello che si pensava per il piacere di farlo, senza l'ossessione della monetizzazione dei contenuti né tantomeno di apparire come corrispondenti ad un modello: l'esatto contrario dei social attuali, dominati dalla cultura dell'apparire ad ogni costo. Si dava importanza ai contenuti.

Oggi, invece, per la stragrande maggioranza di coloro che usano Internet, navigare significa utilizzare i social, specchio della cultura dell'apparire. E nel momento in cui è assente una sorta di 'cultura virtuale' o di 'educazione online', i danni sono enormi e sotto gli occhi di tutti (fake news, odio di ogni tipo, frustrazioni sociali etc.)

aspetta, io ti parlo non degli albori di internet, quando ti dovevi collegare con il modem 56k e per scaricare una canzone con emule ci impiegavi 2 mesi, ti parlo degli anni 2000 prima dell'esplosione di facebook e degli smartphone (finire del 2008), quando più o meno in tutte le città non in mezzo al nulla l'adsl (magari ad 1 mb-2) era abbastanza accessibile.

proprio in quegli anni si parlava proprio l'accessiblità alle informazioni dalla rete (es: wikipedia) avrebbero elevato contribuire a migliorare l'"intelligenza" media delle persone...mai previsione fu così sbagliata
 
aspetta, io ti parlo non degli albori di internet, quando ti dovevi collegare con il modem 56k e per scaricare una canzone con emule ci impiegavi 2 mesi, ti parlo degli anni 2000 prima dell'esplosione di facebook e degli smartphone (finire del 2008), quando più o meno in tutte le città non in mezzo al nulla l'adsl (magari ad 1 mb-2) era abbastanza accessibile.

proprio in quegli anni si parlava proprio l'accessiblità alle informazioni dalla rete (es: wikipedia) avrebbero elevato contribuire a migliorare l'"intelligenza" media delle persone...mai previsione fu così sbagliata

Sì, sì, sei stato chiarissimo, infatti io non facevo riferimento al decennio pionieristico e di ultra-nicchia iniziato nel 1986 con la prima connessione in Italia, quanto a quello più 'accessibile' iniziato sul finire dei Novanta e proseguito fino alla rivoluzione Facebook, che ha stravolto la Rete fino ad allora conosciuta. Comunque l'ADSL negli anni 2000 aveva costi abbastanza onerosi che escludevano gran parte della popolazione o che, quantomeno, costringevano a rinunciare a qualcos'altro per averla. Un po' come le pay-tv. Le connessioni da remoto erano spesso e volentieri la regola. Tanto per intenderci, il modem del video postato da @060577 con quello storico suono io l'ho avuto fino a poco più di dieci anni fa (avevamo ancora Mou in panca!), proprio perché l'ADSL era molto onerosa.

Riguardo le due ultime righe, condivido pienamente. Basti pensare alla fine che ha fatto l'Enciclopedia Encarta......

Io credo che gli anni Dieci ci abbiano fatto capire quanto sia necessario educare gli utenti ad utilizzare la Rete nella modalità corretta. Internet è uno strumento straordinario ma, se usato male, può avere effetti negativi devastanti ad ogni livello: politico, sociale, sanitario etc. E se 8 utenti su 10 lo usano male, i danni possono essere enormi, ad ogni livello. Tra l'altro, la cosa curiosa è che i social (o, meglio, l'utilizzo sbagliato dei social) hanno fatto ai cinquantenni/sessantenni quello che i cinquantenni/sessantenni credevano che i videogiochi o Internet, prima che social e smartphone lo rendessero globale, facessero a noi: incapacità di discernere una notizia vera da una balla, incapacità di dialogare correttamente con persone che la pensano diversamente da noi, violenza verbale, odio sociale, etc. Tutto questo perché non hanno vissuto la 'cultura dei forum e dei blog' dei primi 2000 in cui questi comportamenti predatori ed aggressivi venivano giustamente sanzionati: anche vent'anni fa esistevano i troll, ma venivano riconosciuti e bannati. Tra l'altro, il paradosso è che i social hanno consentito a persone con credenziali reali, foto reali, indirizzi reali di sputare veleno su tutto e tutti; un tempo, nickname, avatar e quant'altro garantivano un certo anonimato, sotto certi aspetti indispensabile per sentirsi liberi di essere se stessi e di dire ciò che si pensa. Libertà giustamente condizionata dalle regole del senso civico, che online si esplica con netiquette e regolamenti. Nel momento in cui l'assenza di senso civico del singolo individuo si è unita all'assenza di interventi di moderazione (o comunque interventi fatti in grave ritardo), Internet è diventato un crogiolo di fake news e complottismi e, soprattutto, una cloaca in cui versare tutto il proprio disagio e frustrazione sociale.

Quindici-vent'anni fa ci si connetteva con tutt'altro spirito, con tutt'altra cultura e con tutt'altro modo di fare; non che non ci fossero anche all'epoca troll o fomentatori di attività illegali, ma la grande maggioranza degli utenti usava la Rete per sfuggire alla solitudine e per dialogare sinceramente con altri utenti condivisori di passioni comuni, in qualsiasi campo. E la presenza di netiquette e moderazione ne consentiva un uso quanto più sano possibile.

Come sempre accade, nel momento in cui qualcosa da nicchia diventa mainstream, è necessario educare ed istruire chi naviga ad un uso corretto. Prevenire è meglio che curare e l'ultimo decennio ci dimostra quanti danni un uso sbagliato della Rete possa arrecare.
 
Vi riporto la parte finale dell'articolo che trovate linkato nel post di apertura:

La saggista e poetessa americana Patricia Lockwood, nel saggio Communal mind, rievoca con tono nostalgico la vecchia piattaforma “Diaryland” (definita da Vice nel 2014 «anti-social network»), chiamandola «il posto dove facevo battute che oggi provocherebbero il mio licenziamento». Ma la sua analisi fa un passo in più, quello più indispensabile. Internet, ricorda Lockwood, «è stato un luogo di gioco», sì, ma anche e soprattutto «un luogo dove potevi essere te stesso». E ora? «Gradualmente è diventato il posto dove tutti siamo come tutti gli altri».A ferirci di più, forse, è proprio questo: non solo la Rete attorno a noi è cambiata, ma, in qualche modo, è riuscita a cambiare anche noi. E, per curare questa ferita, non basteranno tonnellate di nostalgia.

@uomo_duff2

credo sia questo il nocciolo della questione
 
Per me non é cambiato alla fine molto, perché non ho mai avuto i social, vivo come se non ci fossero e mi va bene cosi.
Certo, col senno del poi...ad aver intuito in anticipo, avrei provato a cogliere l'onda dall'inizio per farmi qualche soldino.
Ma é un qualcosa contro la mia natura.

Whatsapp a parte con pochi intimi, e la specificitá di Interfans, se lo si vuole considerare tale. (Btw, voi lo considerate tale?)

Piú che altro noto la differenza in un sito geniale come Youtube, che da quando é infestato di "Youtubers", é infestato di molta ***** che prima non c'era. Non solo ***** eh, anche roba molto utile, ma soprattutto *****.

Ecco del mondo virtuale pre-social ricordo...la jungla della chat :cod
Scrivevo nella chat #inter di mIRC ogni tanto, prima di scoprire IF, qualcuno l'ho ritrovato proprio qui.
Era simpatica
 
Alto