Francamente trovo difficile ritenere Internet una realtà come quella 'vera'. Parliamo comunque di un luogo virtuale, in cui ti interfacci con altre persone dietro una tastiera, uno schermo. E poco cambia se tu abbia un profilo con credenziali reali, foto reali ed indirizzi reali (come sui social) o un profilo anonimo con nickname ed avatar come su forum, blog, etc. Il fatto stesso di interfacciarsi con un'altra persona 'fuori dal contesto reale faccia a faccia' rende Internet un luogo tout court differente.
Se, a questo, aggiungiamo che, anche nella vita reale, tutti indossiamo maschere (Pirandello docet) ed interpretiamo ruoli in maniera inconscia secondo la famosa frase di Gabriel Garcia Marquez
Tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata, una segreta, beh... figuriamoci se, anche su Internet, non sia possibile 'fare i personaggi' in maniera conscia od inconscia.
Persino nella vita reale intratteniamo rapporti (amicizia/colleganza/conoscenza/parentela) con persone che crediamo di conoscere e che crediamo ci conoscano...... e che in realtà della nostra vita, dei nostri sentimenti, delle nostre convinzioni capiscono/conoscono/riconoscono poco o nulla. Figuriamoci su Internet.
Poi attenzione: NON sto dicendo che TUTTI i rapporti della vita reale siano falsi o TUTTI i rapporti virtuali su social o forum siano falsi. Esiste sicuramente una certa quota di amici o parenti che ci capiscono davvero; esiste sicuramente una certa quota di utenti con cui dialoghiamo che DAVVERO capiscano un nostro scritto o il senso di una discussione e che decidano di parteciparvi in maniera intelligente ed empatica. Non intendo assolutamente ragionare in maniera polarizzata.
Semplicemente, tendo a ritenere che se, anche nella vita reale, il rischio di non essere capiti sia alto... magari da persone che conosciamo da anni......., figuriamoci in Rete, dietro una tastiera ed uno schermo, in cui, tra l'altro, è possibile mentire su pressoché qualsiasi cosa senza che nessuno ci scopra. Posso dire di vivere in Alabama e magari non sono mai uscito fuori dai confini nazionali. Posso persino fingere di tifare Inter.......
Ripeto, non è detto che non sia possibile, anzi, esiste sicuramente una certa probabilità più o meno alta di instaurare rapporti sinceri. Ma personalmente tendo a ritenere che sia più bassa rispetto alla vita reale.
Detto ciò, sono pienamente d'accordo con te sul fatto che tutti debbano stare attenti durante la navigazione virtuale. Concordo anche che i giovani non debbano sentirsi esclusi da una certa 'educazione a stare in Rete' per la sola età anagrafica e per la sola predisposizione naturale a smanettare. Il paragone con l'imparare a camminare per strada lo trovo particolarmente azzeccato
Il punto che io, col mio primo post, volevo sottolineare è: Internet è fatto di persone, per quanto celate dietro l'apparenza virtuale. Se, un tempo, la maggior parte degli utenti che navigava lo faceva esclusivamente per sé (discutere di passioni comuni che, altrimenti, sarebbero rimaste magari solitarie; imparare tante cose - vedi Wikipedia - che mai avrebbe imparato in maniera tradizionale; ampliare la mente discutendo con persone di tutto il mondo sui più disparati argomenti) e aveva conoscenze tecnico-informatiche per farlo (oltreché una quantità di denari non indifferente), oggi NON è più così.
Non è più così NON perché la gente oggi sia cattiva, crudele e spregevole. Non è più così perché i social hanno portato in Rete la cultura dell'apparire. Oggi la maggior parte degli utenti naviga per esibire se stessa, la propria vita privata: il compleanno al ristorante chic per far vedere di avere amici e di indossare un bel vestito, il libretto universitario ricco di 30 o la laurea magna cum laude per ostentare il proprio percorso accademico di alto livello, il turno in ufficio nel giorno festivo per far vedere di essere integerrimi lavoratori, i manuali universitari alle 2 di notte per far vedere di essere integerrimi studenti. Tutte queste robe che la massa ostenta rappresentano un uso di Internet che, prima della rivoluzione Facebook, non avevano ragione di esistere. Ostentare l'apparenza non aveva senso perché si navigava esclusivamente per sé, per arricchirsi culturalmente, NON per dimostrare qualcosa agli altri.
E la massa, spesso, è la stessa che, prima dei social, neanche comprendeva l'utilità dei computer nella vita di tutti i giorni.
E la massa è la stessa a cui è stata data la possibilità di guidare una Ferrari senza nemmeno accertarsi che avesse la patente. E' cambiata l'accessibilità - come hai giustamente detto - da un momento all'altro.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Verso la metà del decennio appena passato, i movimenti no-vax raggiunsero il punto di massima diffusione in Italia, grazie a gruppi Facebook 'indinniati1!1": la copertura vaccinale contro il morbillo raggiunse, in Italia, nel 2015, un livello che (dati OMS) non solo identificavano il nostro Paese come fanalino di coda tra i Paesi sviluppati, ma lo situavano sotto il Ghana, il Sudan e il Burkina Faso e alla pari con la Namibia. In conseguenza di questa copertura insufficiente, nel nostro Paese ci fu una grave epidemia di morbillo che, con quasi 5000 casi (e diversi morti), nel 2017 ci situò nel quinto posto nel mondo per casi di questa malattia. Al di là delle colpe anche dei media tradizionali che invitavano nelle trasmissioni televisive dj e mamme informate a parlare di cose di cui non capivano nulla..... è innegabile che un uso errato di Facebook & co. abbia fatto più danni della grandine.
E anche con la pandemia e con le elezioni statunitensi tutto ciò si è ripetuto.
Negazionismo, complottismo, revisionismo, etc. NON sono nati con Facebook & co.: sono sempre esistiti ma i social (come disse Umberto Eco) hanno permesso a tanti idioti di avere una cassa di risonanza mediatica ENORME senza che nessuno (come avviene sui forum, ad esempio, grazie ai moderatori) li biasimasse.
Servirebbe tanta istruzione: imparare a navigare non è diverso da imparare limiti, integrali o letteratura inglese. E non è meno faticoso di un circuito di ginnastica funzionale. La strada è lunga, ma si può fare. Come hai giustamente detto, Internet, se usato bene, fa cultura. Ed è innegabile che sia così: le pagine culturali, divulgative (Alessandro Barbero; Chi ha paura del buio?; History Channel; Rai Storia; National Geographic) o gli youtuber che fanno divulgazione intelligente (Frusciante, Il Collezionista di Ombre, Dario Bressanini etc.) o i sani luoghi di discussione esistono e sono ancora tanti. Ma quanti fanno un uso corretto della Rete? Sicuramente non la maggioranza.
Ecco, la nostalgia - che, nel mio caso, è incomprensibile perché NON ho vissuto quell'epoca - è per un'epoca in cui Internet era ancora visto come luogo in cui la massa potesse imparare tante cose (ti invito a leggere i miei post della pagina 2 su Wikipedia), discutere educatamente con persone di età, estrazioni sociali, culture diverse. Un luogo di formazione emotiva, di apprendimento culturale e di maturazione personale.
Oggi, Internet è visto, dalla massa, come luogo in cui esibire se stessi grazie ai social. A volte gratis, a volte a pagamento per monetizzare ogni cosa possibile. E' questa la nostalgia. Wikipedia, questo forum, pochi altri spazi virtuali sono i degni eredi di una certa concezione di Internet che non esiste più e che spero possa tornare, grazie all'istruzione!
Scusa il post lunghissimo