Frank de Boer

Ho appena letto l'intervista all'agente. Condivido tutto. Andava tenuto. Ma doveva farsi un po' più furbo. Cambiare lentamente. Fare qualche punto in più a discapito del bel gioco. Comunque massimo rispetto. Dimostrerà di essere un grande allenatore.
 
Ag De Boer: “Voleva cambiare l’Inter, tifosi favolosi. Giocatori? C’era qualcuno che non aveva voglia di lavorare”



Nella giornata di oggi è stato ufficializzato il nuovo tecnico dell’Inter: Stefano Pioli. L’ex allenatore della Lazio ha preso il posto di Frank de Boer che ha lasciato il club nerazzurro dopo la sconfitta con la Sampdoria. FCINTER1908.it, in ESCLUSIVA, ha intervistato l’agente del tecnico olandese, Guido Albers, che ha spiegato cosa non ha funzionato nell’esperienza in nerazzurro:

Come ha vissuto l’esonero de Boer?

“Aveva iniziato un progetto ed è stato fermato nel bel mezzo di questo progetto, dopo appena 9 settimane. E’ ovvio che non l’abbia presa bene perché se cominci qualcosa ti aspetti di andare avanti insieme, di lavorare come un gruppo. Hai bisogno di tempo per cambiare, tutti sanno che una transizione dal 4-4-2 al 4-3-3 richiede del tempo. L’Inter è un top club, è per questo che Frank ha accettato l’incarico. Ma è impossibile fare una transizione di questo tipo in sole 9 settimane, è semplicemente impossibile. Uno degli obiettivi prioritari, ed era chiaro fin dall’inizio, era quello di cambiare lo stile di gioco della squadra. Era uno dei primi obiettivi dell’Inter. E l’altro obiettivo era quello di trovare giocatori con Dna da Inter, giocatori orgogliosi di giocare per l’Inter e di lavorare duro per l’Inter. Giocatori che meritassero di vestire la maglia dell’Inter ogni giorno in allenamento.
Un altro obiettivo era quello di arrivare dal primo al terzo posto, per tornare ovviamente in Champions League. E poi c’era un altro obiettivo, che era quello di promuovere in prima squadre i giocatori più importanti della Primavera. Questi sono obiettivi tipici di Frank, sono nelle sue corde. Non erano certamente obiettivi facili ma la parte più difficile era la transizione per arrivare a giocare in modo diverso, allenarsi in modo diverso. C’è bisogno di tempo, lo si vede anche nel Liverpool. Per cambiare serve tempo. Ma questi erano anche gli obiettivi del club, esplicitati dal club”

Quando è stato informato?
“E’ stato il martedì dopo la sconfitta di Genova”.

Cosa ha detto alla squadra?
“Frank è una persona onesta, cristallina e trasparente. Al gruppo ha detto solamente: mi dispiace, mi dispiace di non poter finire il mio lavoro qui. Devo andare via. Era difficile per lui cambiare la mentalità del gruppo. Fin dall’inizio. E’ difficile creare un gruppo di 29 giocatori, nessun club in Europa ha 29 giocatori. Non ci si può allenare nel modo giusto. Ogni volta c’erano 5-6 giocatori delusi perché non giocavano ma devi meritarlo di giocare, se non lavori sul campo non puoi pretendere di giocare. Puoi giocare nell’Inter, e in una squadra di De Boer, solo se lavori duro sul campo. E bada bene che De Boer non ha mai parlato di De Boer, ha sempre parlato solo dell’Inter”.

Come giudichi l’atteggiamento della stampa italiana?
“La stampa? Non è mai stato un problema, la stampa deve scrivere, deve fare il suo lavoro. Frank non si è mai preoccupato dell’atteggiamento della stampa. Anche perché poi alla fine le cose sono andate esattamente come scrivevano”.


Ha visto lo striscione dei tifosi?
“I tifosi dell’Inter sono stati sensazionali con lui, fin dall’inizio. Posso mostrarvi se volete qualcosa come 500 lettere dei tifosi dell’Inter a Frank De Boer, quello che hanno fatto per lui è stato meraviglioso. Ci sono lettere di tifosi di 20-25 anni, finalmente vedevano che qualcosa stava cambiando. Certo che c’erano delle difficoltà da affrontare, io ho visto le partite. Giocavano, poi perdevano una palla e subito subivano gol. C’era da lavorare, guardate il Liverpool. L’anno scorso erano settimi, hanno lavorato e ora sono primi. Si chiama progetto, c’è bisogno di tempo”.

Che progetti ha Frank per il futuro?
“Non lo so, è molto deluso per la situazione. Non meritava questo finale, ha lavorato duramente per cambiare il modo di lavorare dei giocatori. C’è bisogno di lavorare duramente, di allenarsi duramente, di cercare di migliorare giorno dopo giorno. Ma non tutto il gruppo lo sta facendo”.

E’ stato troppo duro con i giocatori?
“Doveva fare qualcosa, doveva cambiare qualcosa. Fai il calciatore professionista, il tuo lavoro comincia alle 9:45. Dai è incredibile. E’ ovvio che abbia avuto un impatto forte, sei un calciatore professionista, devi stare concentrato sul tuo club. E’ la prima cosa. Ma il gruppo aveva voglia di cambiare, c’era veramente voglia di cambiare modo di lavorare. Ma qualche giocatore no, qualche giocatore non aveva questa intenzione. E questo rende tutto più duro e difficile ovviamente. Se nel gruppo c’è un’atmosfera negativa, musi lunghi… è difficile lavorare. Frank aveva l’idea di lavorare con un tot di giocatori e poi il resto giovani. Perché se sei giovane sei più predisposto ad accettare di non giocare. Si sa che in un club internazionale, se ci sono 29 giocatori che si sentono arrivati, non accettano di non giocare. Se guardi al Borussia Dortmund, al Liverpool, ci sono sempre 3-4 giocatori giovani in prima squadra che portano una nuova energia e rendono il lavoro più facile. Ma lui non ha avuto l’opportunità di lavorare con un gruppo così, i giocatori sono rimasti tutti”.

Com’è l’ambiente Inter?
“L’ambiente dell’Inter è fantastico, le persone che lavorano all’Inter sono fantastiche, lo staff della società, di Appiano è fantastico. Ma c’è bisogno di credere in un progetto. Frank vuole comunque ringraziare i tifosi, sono stati favolosi con tutte le lettere e gli striscioni”.

solo una società ridicola, una stampa pietosa e dei tifosi presuntuosi potevano trattarlo come l'ultimo degli stupidi, come purtroppo è successo. Gli auguro di fare una grande carriera
 

ufo-club

Fuoriclasse
Lui ha sbagliato alla grande volendo proporre subito il suo gioco e non accettando Beppe Baresi però io ci credo che alcuni giocatori dell'Inter siano lavativi.

diciamo che alcuni non sono stati lavativi.
per me è tutto chiaro, vista la differenza tra le gare fino a roma e quelle successive: quando hanno capito che con deboer c'era da correre per tutta la stagione ad ogni gara, hanno fatto quadrato, tacito o esplicito che sia: "ma che scherziamo, non si può mica correre e faticare così per tutto l'anno" e la situazione è drasticamente peggiorata, perchè è chiaro che un tipo di gioco come quello che voleva far praticare fdb, esige corsa e dedizione per 90 minuti da parte di tutti, altrimenti è il disastro, come poi è capitato.
 
Ag De Boer: “Voleva cambiare l’Inter, tifosi favolosi. Giocatori? C’era qualcuno che non aveva voglia di lavorare”



Nella giornata di oggi è stato ufficializzato il nuovo tecnico dell’Inter: Stefano Pioli. L’ex allenatore della Lazio ha preso il posto di Frank de Boer che ha lasciato il club nerazzurro dopo la sconfitta con la Sampdoria. FCINTER1908.it, in ESCLUSIVA, ha intervistato l’agente del tecnico olandese, Guido Albers, che ha spiegato cosa non ha funzionato nell’esperienza in nerazzurro:

Come ha vissuto l’esonero de Boer?

“Aveva iniziato un progetto ed è stato fermato nel bel mezzo di questo progetto, dopo appena 9 settimane. E’ ovvio che non l’abbia presa bene perché se cominci qualcosa ti aspetti di andare avanti insieme, di lavorare come un gruppo. Hai bisogno di tempo per cambiare, tutti sanno che una transizione dal 4-4-2 al 4-3-3 richiede del tempo. L’Inter è un top club, è per questo che Frank ha accettato l’incarico. Ma è impossibile fare una transizione di questo tipo in sole 9 settimane, è semplicemente impossibile. Uno degli obiettivi prioritari, ed era chiaro fin dall’inizio, era quello di cambiare lo stile di gioco della squadra. Era uno dei primi obiettivi dell’Inter. E l’altro obiettivo era quello di trovare giocatori con Dna da Inter, giocatori orgogliosi di giocare per l’Inter e di lavorare duro per l’Inter. Giocatori che meritassero di vestire la maglia dell’Inter ogni giorno in allenamento.
Un altro obiettivo era quello di arrivare dal primo al terzo posto, per tornare ovviamente in Champions League. E poi c’era un altro obiettivo, che era quello di promuovere in prima squadre i giocatori più importanti della Primavera. Questi sono obiettivi tipici di Frank, sono nelle sue corde. Non erano certamente obiettivi facili ma la parte più difficile era la transizione per arrivare a giocare in modo diverso, allenarsi in modo diverso. C’è bisogno di tempo, lo si vede anche nel Liverpool. Per cambiare serve tempo. Ma questi erano anche gli obiettivi del club, esplicitati dal club”

Quando è stato informato?
“E’ stato il martedì dopo la sconfitta di Genova”.

Cosa ha detto alla squadra?
“Frank è una persona onesta, cristallina e trasparente. Al gruppo ha detto solamente: mi dispiace, mi dispiace di non poter finire il mio lavoro qui. Devo andare via. Era difficile per lui cambiare la mentalità del gruppo. Fin dall’inizio. E’ difficile creare un gruppo di 29 giocatori, nessun club in Europa ha 29 giocatori. Non ci si può allenare nel modo giusto. Ogni volta c’erano 5-6 giocatori delusi perché non giocavano ma devi meritarlo di giocare, se non lavori sul campo non puoi pretendere di giocare. Puoi giocare nell’Inter, e in una squadra di De Boer, solo se lavori duro sul campo. E bada bene che De Boer non ha mai parlato di De Boer, ha sempre parlato solo dell’Inter”.

Come giudichi l’atteggiamento della stampa italiana?
“La stampa? Non è mai stato un problema, la stampa deve scrivere, deve fare il suo lavoro. Frank non si è mai preoccupato dell’atteggiamento della stampa. Anche perché poi alla fine le cose sono andate esattamente come scrivevano”.


Ha visto lo striscione dei tifosi?
“I tifosi dell’Inter sono stati sensazionali con lui, fin dall’inizio. Posso mostrarvi se volete qualcosa come 500 lettere dei tifosi dell’Inter a Frank De Boer, quello che hanno fatto per lui è stato meraviglioso. Ci sono lettere di tifosi di 20-25 anni, finalmente vedevano che qualcosa stava cambiando. Certo che c’erano delle difficoltà da affrontare, io ho visto le partite. Giocavano, poi perdevano una palla e subito subivano gol. C’era da lavorare, guardate il Liverpool. L’anno scorso erano settimi, hanno lavorato e ora sono primi. Si chiama progetto, c’è bisogno di tempo”.

Che progetti ha Frank per il futuro?
“Non lo so, è molto deluso per la situazione. Non meritava questo finale, ha lavorato duramente per cambiare il modo di lavorare dei giocatori. C’è bisogno di lavorare duramente, di allenarsi duramente, di cercare di migliorare giorno dopo giorno. Ma non tutto il gruppo lo sta facendo”.

E’ stato troppo duro con i giocatori?
“Doveva fare qualcosa, doveva cambiare qualcosa. Fai il calciatore professionista, il tuo lavoro comincia alle 9:45. Dai è incredibile. E’ ovvio che abbia avuto un impatto forte, sei un calciatore professionista, devi stare concentrato sul tuo club. E’ la prima cosa. Ma il gruppo aveva voglia di cambiare, c’era veramente voglia di cambiare modo di lavorare. Ma qualche giocatore no, qualche giocatore non aveva questa intenzione. E questo rende tutto più duro e difficile ovviamente. Se nel gruppo c’è un’atmosfera negativa, musi lunghi… è difficile lavorare. Frank aveva l’idea di lavorare con un tot di giocatori e poi il resto giovani. Perché se sei giovane sei più predisposto ad accettare di non giocare. Si sa che in un club internazionale, se ci sono 29 giocatori che si sentono arrivati, non accettano di non giocare. Se guardi al Borussia Dortmund, al Liverpool, ci sono sempre 3-4 giocatori giovani in prima squadra che portano una nuova energia e rendono il lavoro più facile. Ma lui non ha avuto l’opportunità di lavorare con un gruppo così, i giocatori sono rimasti tutti”.

Com’è l’ambiente Inter?
“L’ambiente dell’Inter è fantastico, le persone che lavorano all’Inter sono fantastiche, lo staff della società, di Appiano è fantastico. Ma c’è bisogno di credere in un progetto. Frank vuole comunque ringraziare i tifosi, sono stati favolosi con tutte le lettere e gli striscioni”.

Tutti sanno che i pagliacci mentono sapendo di mentire. Mi sono fermato a questa riga. Mancini ha fatto tutto il suo anno e mezzo all'Inter col 4-2-3-1, al punto che ha comprato e venduto decine di ali (Podolski, Shaqiri, Perisic, Candreva, Biabiany, ecc..., ecc...), con l'unica parentesi delle prime 10-15 partite dell'anno scorso dove ha fatto prima il rombo e poi il 4-3-3. MA QUALE 4-4-2? DOVE? COME? QUANDO?
 
Alto