Progetto nuovo stadio

costa troppo investire 400 milioni...di cui magari metà con sponsor se va bene...vuol dire con i maggiori ingaggi metterci 10 anni per andare in pari e ammoritazzare i costi...

jerebko aveva aperto un bel post facendo vedere che quest'anno la juve ha un passivo con il nuovo stadio e per andare in pari ci vorranno una decina di anni

Però tutti i marafenomeni d'Europa vogliono la Juve.. Qualcuno spieghi [cit.] :sizi
 
la differenza è che agnelli ora spende..avranno speso 150 milioni in due anni (circa quanto il city) per fare mercato e non avere 1 top player..

e un trofeo però :ghigno:
(forse)

ciò non toglie che le spese dello stadio sono anche esentate dal ferblei, quindi se conosco un po moratti, l'idea di abbandonare lo stadio storico ecc per un radical chic è impossibile..
poi che schifo, con lo stadio nuovo si farebbero più soldi, una cosa molto poco simpattica
 
e un trofeo però :ghigno:
(forse)

ciò non toglie che le spese dello stadio sono anche esentate dal ferblei, quindi se conosco un po moratti, l'idea di abbandonare lo stadio storico ecc per un radical chic è impossibile..
poi che schifo, con lo stadio nuovo si farebbero più soldi, una cosa molto poco simpattica

Vuoi mettere vincere una Champions con una squadra pagata dal Barça e vincerla con 100mln spesi l'anno? Non c'è gusto.. :cod
 

piotor

Pallone d'oro
  Moderatore
Sostengo StefanoTN in tutto e per tutto:

lo stadio ha senso solo se inserito in un processo di ristrutturazione TOTALE della società nella gestione del proprio marketing. Ma forse non basta nemmeno che ci sia un cambiamento societario, serve proprio una mezza-rivoluzione culturale della gestione sportiva della nazione. Lega e FIGC non si rendono conto che non basta fare una supercoppa a Pechino per conquistare fette di mercato. La verità è che siamo diventati nel giro di 10 anni il terzo campionato in Europa e presto Germania e Francia ci supereranno clamorosamente. (e forse i primi lo hanno già fatto).
 
Quando e come l’Inter lascerà San Siro
Simone Nicoletti | 20/04/2012 - 2:56 pm



L’Inter si costruirà un nuovo stadio e lascerà San Siro nonostante il preannunciato nuovo campo naturale-sintetico.

Dopo una lunga fase di studio, con analisi di fattibilità, individuazione di aree disponibili, business plan e consulenze varie, la società nerazzurra sembra ormai decisa ad accelerare su questo fronte, ma non alle condizioni che si leggono sul web.

Circolano da qualche settimana voci legate a dirigenti nerazzurri, in primis il direttore generale Ernesto Paolillo, che stanno esaminando insieme al Comune di Milano le varie opzioni legate alla localizzazione dell’impianto e all’acquisto di un’area edificabile dove farlo sorgere.

L’Inter ha chiesto che fosse in una zona facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici, in primis la metropolitana, sia con le auto, per non ripetere l’esperienza di palazzetti sportivi come il Forum che solo da un annetto, dopo infinite tribolazioni, è stata collegata al centro (e ancora adesso fatica a sviluppare il proprio core business).

L’anticipazione di Virgilio, zona Rho-Pero, non mi risulta sia ancora quella definitiva, così come mi risulta siano sbagliati sia la tempistica (indicato il 2014, ma Moratti ha firmato un impegno con la giunta che lo obbliga a tenere il club a San Siro fino all’Expo)sia le modalità di finanziamento (non soldi dalle banche all’80%, ma il coinvolgimento diretto di un gruppo straniero che entrerebbe anche come azionista di minoranza della società solo a questa condizione).

Ad inizio settimana prossima svelerò cosa bolle in pentola su questo fronte e le cifre di una operazione che dovrebbe riportare i nerazzurri a lottare con le big del Vecchio Continente.

L’Inter aspetta che diventi finalmente legge dello stato, dopo un iter eufemisticamente complesso, anche il provvedimento sull’impiantistica sportiva nel nostro Paese per capire fino a che punto ci si potrà spingere con cubature e agevolazioni fiscali.

Poche le speranze di poter dedicare il nome alla memoria di Angelo Moratti, Giuseppe Prisco o Giacinto Facchetti: il naming right sarà messo in vendita e verosimilmente se lo aggiudicheranno i nuovi investitori attraverso una realtà economica del loro Paese.

Meno poesia, molti soldi: quel che serve per competere oggi a grandi livelli.

L’importante è che Massimo Moratti scacci le ultime indecisioni e si convinca a investire nuovamente su un progetto pluriennale che, una volta concluso, potrebbe essere davvero il regalo più bello della sua indimenticabile presidenza.



SIMONE NICOLETTI
 
Ottima notizia! Speriamo nel giro di poco di leggere qualcosa di più concreto e realistico, perchè di notizie come queste se ne sono lette troppe in questi anni..
 
Quando e come l’Inter lascerà San Siro
Simone Nicoletti | 20/04/2012 - 2:56 pm



L’Inter si costruirà un nuovo stadio e lascerà San Siro nonostante il preannunciato nuovo campo naturale-sintetico.

Dopo una lunga fase di studio, con analisi di fattibilità, individuazione di aree disponibili, business plan e consulenze varie, la società nerazzurra sembra ormai decisa ad accelerare su questo fronte, ma non alle condizioni che si leggono sul web.

Circolano da qualche settimana voci legate a dirigenti nerazzurri, in primis il direttore generale Ernesto Paolillo, che stanno esaminando insieme al Comune di Milano le varie opzioni legate alla localizzazione dell’impianto e all’acquisto di un’area edificabile dove farlo sorgere.

L’Inter ha chiesto che fosse in una zona facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici, in primis la metropolitana, sia con le auto, per non ripetere l’esperienza di palazzetti sportivi come il Forum che solo da un annetto, dopo infinite tribolazioni, è stata collegata al centro (e ancora adesso fatica a sviluppare il proprio core business).

L’anticipazione di Virgilio, zona Rho-Pero, non mi risulta sia ancora quella definitiva, così come mi risulta siano sbagliati sia la tempistica (indicato il 2014, ma Moratti ha firmato un impegno con la giunta che lo obbliga a tenere il club a San Siro fino all’Expo)sia le modalità di finanziamento (non soldi dalle banche all’80%, ma il coinvolgimento diretto di un gruppo straniero che entrerebbe anche come azionista di minoranza della società solo a questa condizione).

Ad inizio settimana prossima svelerò cosa bolle in pentola su questo fronte e le cifre di una operazione che dovrebbe riportare i nerazzurri a lottare con le big del Vecchio Continente.

L’Inter aspetta che diventi finalmente legge dello stato, dopo un iter eufemisticamente complesso, anche il provvedimento sull’impiantistica sportiva nel nostro Paese per capire fino a che punto ci si potrà spingere con cubature e agevolazioni fiscali.

Poche le speranze di poter dedicare il nome alla memoria di Angelo Moratti, Giuseppe Prisco o Giacinto Facchetti: il naming right sarà messo in vendita e verosimilmente se lo aggiudicheranno i nuovi investitori attraverso una realtà economica del loro Paese.

Meno poesia, molti soldi: quel che serve per competere oggi a grandi livelli.

L’importante è che Massimo Moratti scacci le ultime indecisioni e si convinca a investire nuovamente su un progetto pluriennale che, una volta concluso, potrebbe essere davvero il regalo più bello della sua indimenticabile presidenza.



SIMONE NICOLETTI

Grazie al caz.zo :wall:wall
Era un articolo del 2009 quello :roll:roll
 
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