sarà anche come dite voi... ma io tutta sta certezza di vincere non ce l'avevo.
ero troppo abituato a varie inc...late, forse mi sembrava una cosa troppo grande per noi, forse avevo paura di aver fatto un'impresa storica in semifinale che poteva diventare inutile (lo disse anche cambiasso al ritorno da barcellona in aeroporto...)
ho passato tutta la settimana della finale con in testa il leitmotiv "non può andare sempre male, non può andare sempre male" terrorizzato da una sconfitta e vi confesso che ho passato tutto il periodo dopocena-fischio iniziale... sul water
certo... i picchi di tensione raggiunti in semifinale non si sono ripetuti (e menomale... vi ricordo che vivremo tutti almeno 7-8 anni meno del previsto grazie a quella sera
) ma io tranquillo non lo ero per niente, nemmeno sul 2-0
Idem.
Io mi ricordo che la mattina andai a Parma a fare una gara di matematica insieme a ragazzi dell'altra sezione, tutti milanisti. Si erano portati dietro una coppa di cartone e durante il viaggio di ritorno il "capo" la tirò fuori dallo zaino e disse: -Questa è la coppa che il Bayern alzerà stasera! E tutti a gridare convintamente in segno di approvazione. Vi lascio immaginare il mio stato d'animo, dato che sono pessimista di natura...
A parte questa parentesi, non sono riuscito a pensare ad altro tutta la giornata. Certo, ci tenevo alla coppa Italia, ci tenevo allo Scudetto, ma nulla è come una finale di Champions League. E solo i perdenti possono dire: "tanto noi siamo arrivati in finale". Le finali non si giocano, le finali si VINCONO. E se si perdono, soprattutto dopo anni di attesa o in maniera schiacciante, è un dramma sportivo che forse può essere dimenticato e smaltito nel tempo, ma sul momento ti uccide.
Io sapevo che se avessimo perso, oltre a subirmi i compagni di classe gobbi e bbilanelli che si aggrappavano ai tedeschi come ultimo appiglio di una stagione da dimenticare, non avrei mai digerito quella sera. 38 anni di attesa, eliminata la squadra più forte... e perdere. Un boccone troppo amaro.
Finalmente verso le 6.30-7 io e i miei ci mettiamo in movimento per andare in campagna, a casa di amici interisti che hanno organizzato un grande ritrovo di tanti cuori nerazzurri di Piacenza. Nessun gufo, lo zio juventino è andato (giustamente...) altrove, l'unica pecora nera è il figlio più piccolo, milanista ma del tutto diverso rispetto a quei boriosi, tronfi, impettiti, arroganti, viscidi, rosiconi e incattiviti zozzoneri alla Suma. Ovviamente lui fa la sua parte: "il Bayern è scarso, stasera vincete facile". Io lo fulmino con lo sguardo.
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Dopo cena e un paio di birrette per i più grandi - io sono ancora decisamente fuori età - inizia la partita. E della partita non ricordo quasi nulla, talmente ero preso dall'incontro e divorato dalla tensione. Ad ogni palla toccata dal Bayern passavo come in uno stato... non saprei definirlo:
nirvana? Semplicemente mi dimenticavo di tutto, perfino di me stesso, esisteva solo il teleschermo davanti ai miei occhi.
Al primo gol del Principe però la casa esplode. 1-0 a fine primo tempo: ovviamente la tensione, ora che siamo a 45' dalla storia, non è diminuita ma è addirittura aumentata.
I primi venti minuti della ripresa sono una sofferenza continua, il Bayern sempre nella nostra area, io ormai non ce la faccio più e temo una beffa che sarebbe colossale e ingiusta... ma poi... 2-0! E lì davvero ci sciogliamo tutti in un GOOOOOOOOOOOOOOOL liberatorio, mescolato nel mio caso perfino a qualche lacrima.
Memore di Milan-Liverpool non mi rilasso, ma è chiaro che ormai la partita è indirizzata. Passano i minuti, 70, 75, 80, 85, 90... al 90' mia mamma "Dai che è fatta" e io realizzo che non è un sogno, che è tutto vero, ormai nemmeno loro ci credono più, mancano tre minuti, due minuti, un minuto, entra Matrix, rinvia Julione...
CAMPIONI D'EUROPA! CAMPIONI D'EUROPA! CAMPIONI D'EUROPA!
E tutta la tensione accumulata in un anno e in quella sera si scioglie come neve ai tropici. Abbiamo vinto tutto, a soli 12 anni ho visto la mia squadra vincere ciò che nessun'altra italiana aveva mai vinto. E mio padre: beato te che hai aspettato solo 5 anni, io ne ho aspettati 40
Rimaniamo fino all'alzata della Coppa, poi via in macchina in città per festeggiare. La gioia è indescrivibile: caroselli, bandiere, gente ubriaca che canta... a un certo punto dobbiamo perfino scendere e proseguire a piedi perché il traffico è completamente in tilt.
Ma la cosa più bella è vedere che anche gente del tutto estranea all'Inter (es. il mio professore di lettere) è scesa in strada solo per godersi lo spettacolo. Un popolo in festa come forse la nostra città - da sempre fredda verso manifestazioni spontanee ed esagerate - non vedeva da anni. E sentirti dire da gente come appunto il mio professore: "sono juventino, ma una festa così non l'avevo mai vista" ti ripaga davvero di tutto.
GRAZIE INTER.