L’Inter ha finalmente trovato la quadra del centrocampo? Le buone prove contro Napoli e, ancora meglio, Sampdoria hanno definitivamente promosso Gagliardini, Brozovic e Rafinha a titolari del centrocampo, relegando ufficialmente i due ex-viola al ruolo di rincalzi?
Giocavamo troppo sugli esterni
Anche nella prima parte della stagione il gioco dei nerazzurri ha brillato solo a sprazzi (curiosamente pure il match di andata contro i blucerchiati era stato uno dei non frequenti picchi qualitativi) ma finché la posizione in classifica è stata ragguardevole le critiche sono arrivate col contagocce. Quando poi i risultati sono crollati le accuse si sono concentrate specialmente sulla fase offensiva: troppo focalizzata sugli esterni e poco creativa al centro.
Proprio nel cuore del campo è apparso presto chiaro che il problema fosse un po’ più complesso rispetto allo scegliere semplicemente i tre centrocampisti più in forma tra i cinque a disposizione. Tanto per cominciare la casella del trequartista non era mai stata occupata alla perfezione da nessuno degli interpreti. E poi forse per Spalletti era arrivato il caso non solo di “riempire” al meglio, ma addirittura di “ridisegnare” le tre caselle centrale adottando qualche soluzione un po’ creativa come i commentatori più critici suggerivano di fare.
Il Mister ci ha provato a partire da Inter-Bologna che, forse non a caso, ha coinciso con il ritorno alla vittoria. L’idea di fare operare Perisic più indietro e più centralmente creando spazi per Brozovic e l’utilizzo di Karamoh, pure decisivo contro i felsinei, non hanno avuto particolari sviluppi, ma sono stati i primi segnali che Spalletti aveva voglia di provare a inventare qualcosa.
Nel frattempo Rafinha incrementava il numero di minuti “nelle gambe” e l’intensità delle sue prestazioni candidandosi a titolare assoluto per il ruolo di trequartista alle spalle di Icardi.
Ma se dopo lo 0-0 contro i partenopei Spalletti ancora si lamentava per la scarsa qualità delle giocate, la prestazione di Marassi ha fornito la migliore risposta possibile. E tra i migliori in campo si sono segnalati alcuni tra gli uomini più punzecchiati delle tornate precedenti a partire da Epic Brozo (quanto sembrano lontani oggi i fischi di Inter-Bologna!), Gagliardini (il secondo miglior recuperatore di palloni della squadra per minuti giocati dopo Skriniar) e Joao Cancelo (che era stato pubblicamente accusato da Spalletti di lamentarsi troppo quando veniva schierato a sinistra o troppo difensivo).
Evidentemente all’Inter che è sempre il meno banale – nel bene e nel male – tra i grandi club, non vigono le regole auree del football e le critiche pubbliche invece di deprimere Mister e giocatori, stimolano a fare sempre meglio.
Alla base del buon momento sta soprattutto il fatto che ognuno dei tre centrocampisti sembra ora essere utilizzato per ciò che sa fare meglio invece di essere sfruttato come una semplice pedina che deve occupare una casella predeterminata. E questa consapevolezza genera stimoli e sicurezza. Al lavoro dei tre citati si aggiunge poi il costante apporto di Joao Cancelo che sta interpretando il ruolo di esterno basso in un ruolo molto innovativo, basti vedere quanto spesso si trovi ad operare come una lama dentro il campo come è apparso chiaro, ad esempio, nell’azione del primo e soprattutto del terzo gol contro la Samp.
Vecino e Borja ne fanno le spese
In questa piccola rivoluzione a farne le spese sono Vecino e Borja Valero, ma forse la mini-fase in cui servivano soprattutto uomini d’ordine a centrocampo è finita. Tornerà? Non è da escludere. I campionati a 38 giornate sono lunghi e articolati, ma io per ora continuerei senza indugi con Gagliardini, Brozovic e Rafinha, almeno finché gli avversari non troveranno le contromisure o i nostri tre eroi non abbasseranno significativamente le performance.