Handanovic

Dopo 11 stagioni in nerazzurro, con 380 partite all’attivo negli anni difficili della recente storia nerazzurra. Se il finale, anche a causa dell’età, è stato un po’ traballante, il resto è stato da autentico numero 1 e degno erede di Julio Cesar. Grazie Samir

Leader e capitano silenzioso

Dell’avventura di Handanovic all’Inter si ricordano pochi sorrisi, intesi nel vero senso della parola. Dal suo volto traspariva sempre una serietà, quasi, fuori dal comune e questa stessa serietà si rifletteva poi in campo e nello spogliatoio nerazzurro.

Nelle annate disastrose caratterizzate da un repentino cambio di allenatori, Handanovic è sempre stato tra i pochi a salvare la faccia e, il più delle volte, anche il risultato con prestazioni sublimi da portiere che, rispetto a quelle Inter disastrate avrebbe potuto ambire, sicuramente, a qualcosa di più prestigioso a livello europeo. Ma la tenacia di Samir ha ripagato e alla fine ha vinto lui, insieme all’Inter. Ci sono due grandi momenti che coronano  la carriera di Handanovic in nerazzurro. Il primo l’abbiamo nel 2016-2017 quando, dopo il caso Icardi, il portiere sloveno viene riconosciuto, a tutti gli effetti, capitano della formazione nerazzurra. Il secondo si verifica nella stagione 2020-2021 quando, sempre da capitano, vince lo scudetto con Conte e alza, personalmente il trofeo del tricolore. A far da contorno tante altre soddisfazioni come il ritorno in Champions dopo 6 lunghi anni, oppure i trofei nazionali portati a casa recentemente, nel dualismo con Onana

Quel senso d’appartenenza…

Nel lungo post d’addio pubblicato nelle ultime ore sui social, è emerso tutto il senso d’appartenenza che ha contraddistinto il numero 1 sloveno negli ultimi 11 anni di nerazzurro. L’ ex capitano nerazzurro nel suo invidiabile aplomb di serietà non ha fatto mancare un po’ d’amarezza per il trattamento riservato nel “metterlo alla porta

“Dopo 11 anni non so se riesco a descrivere tutto… ci provo, perché sono amareggiato e triste ma nello stesso tempo felice di avere reso un sogno realtà per tanto tempo.” Queste sono le prime parole del post di congedo di Samir. Sicuramente emerge tutto il dispiacere per un trattamento che non è stato dei migliori e, sotto certi aspetti, non gli si può negare la ragione. La sensazione è che, in una situazione di mercato complessa, sia stata presa una decisione affrettata rispetto ad un giocatore, lo sloveno, che avrebbe potuto, sicuramente, almeno per un altro anno coprire le spalle al portiere titolare della formazione nerazzurra. Ci sono stati portieri, nella storia del calcio, che hanno superato i 40 anni d’età continuando a giocare. Certo, qualche limite è apparso negli anni, ma in ogni caso la classe è rimasta intatta. Si pensi magari a Ballotta oppure all’ “odiato” Gigi Buffon, ultimo emblema della categoria.

Grazie di tutto Samir..uomo vero

Queste ultime righe sono tutte di ringraziamento per Samir Handanovic. Per l’uomo ancor prima del calciatore. Se il calciatore si può discutere, ciò che non si può assolutamente discutere è l’uomo e, il portiere sloveno lo è stato con la U maiuscola.

In un mondo del calcio caratterizzato sempre più da scaramucce, dispetti e tradimenti, uomini come Handanovic servono a far capire che c’è ancora una piccola “ancora di salvezza” per quelle persone che credono ai veri valori e ai veri ideali, per quei tifosi che credono ancora a qualcosa che vada oltre la maglia e diventi senso d’appartenenza collettivo. Grazie Samir per averci onorato della tua presenza in questi 11 anni e, soprattutto, per aver onorato la casacca nerazzurra

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