Era tanta la pressione su San Siro nel pomeriggio di ieri. Lo capisci quando ascolti il brusìo del pubblico dopo un passaggio all’indietro di troppo, e quando i mugugni diventano fischi veri e propri dopo un paio di occasioni non concretizzate dell’Udinese. Normale, se consideriamo i risultati recenti della squadra che si sono abbattuti rovinosamente sull’entusiasmo creatosi fra settembre e ottobre. Se alla pressione e al clima teso aggiungiamo le caratteristiche dell’avversario, il match diventa ancora più difficile. Sì, perchè Nicola imposta una partita nettamente difensiva e lo fa benissimo: per i nerazzurri risulta molto difficile scardinare il muro friulano, davvero ben organizzato. L’Inter comincia con il piglio giusto, è pimpante nei primi 10 minuti ma progressivamente cala nei ritmi, mentre la squadra di Nicola si arrocca sempre di più nella propria metà campo, non riuscendo a creare pericoli nel primo tempo. Il centrocampo leggero scelto da Spalletti garantisce costruzione fluida, ma negli ultimi 25 metri la squadra non è concreta, non perchè non segni ma perchè non riesce quasi mai ad arrivare al tiro. Borja Valero si inserisce spesso ma denota i suoi limiti in fase di conclusione dell’azione, calciando male per due volte, ma l’occasione più ghiotta arriva proprio da una sua palla per Keita, il cui tiro con il destro viene respinto da Musso.
Nel secondo tempo l’Udinese parte meglio e fa tremare San Siro, in particolare sulla conclusione di Mandragora, che tutto solo spedisce alto. Inter chiaramente in difficoltà sulle ripartenze avversarie, perchè se è vero che il centrocampo tutto tecnica Borja-Brozovic-Joao Mario garantisce qualità, è vero pure che in fase difensiva spesso Skriniar e De Vrij (ancora monumentali) si trovano spesso in situazioni di uno contro uno. Spalletti questa volta fa la mossa giusta, correndo ai ripari ed inserendo Lautaro Martinez per Borja Valero dopo neanche 10 minuti dall’inizio della seconda frazione: da lì in poi l’Inter si organizza bene e riprende in mano la partita. Icardi sbaglia un gol clamoroso di testa su un cross fantastico di Keita, ma il rigore concesso grazie al Var a 15 minuti dalla fine mette a posto le cose. Il capitano segna con il cucchiaio, Marotta festeggia il primo gol da amministratore delegato abbracciando Zanetti e Steven Zhang. L’Inter gestisce tutto sommato bene il vantaggio, salvo mostrare un po’ di ingenuità nel finale: qualche palla in più portata alla bandierina, qualche leziosismo in meno e una concretezza maggiore in fase offensiva non avrebbero guastato, visto che i friulani riescono a mettere paura a San Siro con Pussetto nel finale. Vittoria fondamentale, in una partita che ha ricordato molto Inter-Parma: assedio prolungato ma porta che sembra stregata, con la differenza che a settembre il sacrosanto rigore (fallo di mano di Dimarco) non fu assegnato, mentre ieri sera sì. Che differenza fanno, a volte, gli episodi (e le decisioni).
Le prestazioni: Icardi, che personalità
Andare sul dischetto a 15 minuti dalla fine, in un momento delicatissimo della stagione interista, per un rigore dal peso specifico immenso, non è assolutamente facile. Ma Mauro Icardi dimostra ancora una volta di esser dotato di una personalità fuori dal comune, mettendo a segno il penalty con un cucchiaio eseguito alla perfezione. Per quanto riguarda i suoi compagni di reparto, Keita viene preferito a Perisic in seguito alle prestazioni negative in serie del croato. Nel primo tempo perde troppi palloni, ma nel secondo si rende più pericoloso, regalando anche a Icardi un cross da manuale del calcio, poi vanificato dall’argentino. Politano non riesce a saltare l’uomo come fa spesso, ma rende sempre frizzante la manovra dell’Inter. Da sottolineare l’ottima prova di Joao Mario, specialmente in fase di impostazione: precisione ma anche giusta dose di sfacciataggine nel tentare (spesso con efficacia) i dribbling contro il centrocampo avversario. Brozovic perde qualche palla di troppo (una in particolare poteva costar caro) ma fa un lavoro enorme nelle due fasi, mentre Borja Valero fa quel che può: apporta intelligenza nella manovra ma mostra i suoi limiti quando c’è da utilizzare il fisico o concretizzare con il tiro o l’ultimo passaggio.
Skriniar-De Vrij sono come al solito monumentali, specialmente l’olandese: mai saltati nell’uno contro uno, mai una sbavatura. Il clean sheet è soprattutto merito loro, come sempre. Vrsaljko parte con un po’ di timidezza e con qualche errore di troppo, ma poi cresce vistosamente, regalando anche giocate di qualità, come lo splendido colpo di tacco a smarcare Joao Mario o il cross perfetto sul quale Icardi non riesce a coordinarsi. Per Asamoah non era una partita facile dopo il pesantissimo errore di martedì sera: non è sempre impeccabile, ma in fase offensiva, specie nel momento di maggior pressione dell’Inter, partecipa attivamente. Martinez entra in campo con grandissima grinta e voglia di fare, forse anche troppa: appare sempre in bilico fra il voler aiutare la squadra e il voler mettere in mostra il proprio talento, come nell’occasione in cui non serve Perisic ma prova una veronica (tutto sommato ben eseguita) per cercare la rete personale. Comprensibile, apprezzabile la sua personalità, ma non deve strafare. Gli Interisti ricorderanno che il suo ingresso in campo ha consentito all’Inter di premere con maggior pressione, e che l’argentino ha sicuramente offerto il proprio contributo alla causa. Perisic non cambia la partita, ma ha il merito (piuttosto casuale, a dire il vero) di procurare il calcio di rigore. Si rivede anche Nainggolan: troppo pochi i minuti disputati per dare un giudizio.
Situazione e prospettive
L’Inter rimane saldamente al terzo posto in classifica e, con una Juventus lontanissima, attende le sfide di Napoli (oggi alle 18), Roma (oggi alle 20,30), Lazio (domani alle 20,30) e Milan (martedì alle 20,30), sperando di poter accorciare sui partenopei e allungare sui cugini e le due romane. Comincia una fase della stagione che, se sfruttata al meglio, potrebbe rivelarsi decisiva: sulla carta l’Inter è attesa da partite più abbordabili (a parte la sfida con il Napoli a San Siro nel giorno di Santo Stefano), ma soprattutto potrà concentrarsi soltanto sul campionato. Doveroso mettere insieme tanti punti per arrivare a febbraio con un buon margine di vantaggio per ipotecare la qualificazione Champions: sarebbe lo scenario ideale per poi, magari, dare maggior peso all’Europa League. Da non snobbare.