La miglior Atalanta della stagione ha travolto la peggior Inter della stagione ben oltre il 4-1 con il quale ha centrato la quarta vittoria consecutiva e il ritorno in zona Europa League. Per quel che si è visto in campo, se il risultato fosse stato 6-1 o 7-1 avrebbe fotografato meglio l’andamento di un incontro quasi a senso unico nel quale Handanovic ha fatto miracoli (leggi le pagelle di Atalanta Inter) e i suoi compagni hanno inquadrato lo specchio solo con il rigore dell’1-1.

SQUADRA SPENTA ED IN CONFUSIONE

Fatti i meritati complimenti a un’Atalanta che ha concluso di più (19-9 i tiri, 15 da dentro l’area avversaria), è inevitabile processare un’Inter troppo brutta per essere vera, una squadra stanca dopo le fatiche in Champions, ma anche a corto di idee. Non è esente da colpe neppure Spalletti che non ha avuto il guizzo per cambiare la gara: è partito con il 4-3-3 e, nonostante subisse sulle fasce, non ha tentato di invertire la rotta. Ha visto i suoi passivi e sempre in ritardo sul pallone andar sotto, ma non ha pensato per esempio di passare al 4-4-2 e di coprire le corsie laterali. Senza Handanovic, strepitoso in almeno quattro occasioni, la gara sarebbe finita già nel primo tempo. Invece è rimasta in bilico per un quarto d’ora a inizio ripresa grazie all’1-1 su rigore di Icardi prima di essere chiusa dai gol di testa (i primi subiti dall’Inter su calcio piazzato) di Mancini e Djimsiti e dalle pennellate di Ilicic e Gomez. E così nella fatale Bergamo (1 successo negli ultimi 10 precedenti) l’Inter capace prima di ieri di subire 6 reti in 11 giornate ne ha incassate 4 in 90’ che non dimenticherà facilmente.

DOPO DUE ANNI SCONFITTA CON TRE GOL DI SCARTO

“Quando perdi 4-1 in questo modo, devi stare zitto”. È spietato Luciano Spalletti. A Bergamo – dove neanche José Mourinho ha mai vinto – inseguiva l’ottava vittoria di seguito in campionato, invece è arrivato un cappotto senza attenuanti. L’Inter non perdeva con tre gol di scarto dal 2 dicembre 2016 (3-0 a Napoli) ma, soprattutto, ha incassato 16 tiri in un primo tempo dove l’Atalanta – oltre alla rete segnata da Hateboer – ha creato altre dieci palle gol giocando un calcio paradisiaco per ritmo e intensità. Paradossalmente, grazie alle parate di Handanovic e a un bel po’ di fortuna (il palo centrato sul tentativo di autorete di D’Ambrosio e pure i due gol sbagliati a porta vuota da Ilicic) la squadra di Spalletti avrebbe potuto anche girarla la partita, grazie al rigore causato da Mancini su Politano propiziato dal rinvio sbilenco di Berisha dopo appena 17” nella ripresa. Però il calcio (a volte) sa anche essere giusto e l’Atalanta da sciupona è diventata un mostro di cinismo e con Mancini, Djimsiti e Gomez nella ripresa ha segnato tre gol in altrettanti tiri in porta. E Gasperini si è tolto la soddisfazione di battere la sua ex squadra per la quinta volta nelle ultime sei sfide giocate in casa da allenatore di Genoa e Atalanta.

L’OBIETTIVO RESTA IL QUARTO POSTO

Che succede ora? L’Inter ha 15 giorni per ricaricare le batterie e provare a sfruttare il calendario che alla ripresa vedrà i nerazzurri in casa con il Frosinone e Lazio e Milan che si toglieranno punti a vicenda. L’obiettivo della stagione resta arrivare nelle prime quattro ed è, ad oggi, alla portata degli uomini di Spalletti. Perciò, niente catastrofismi, testa bassa e lavorare. In attesa dell’esame di laurea e cioè la trasferta in Inghilterra che varrà l’accesso agli ottavi di Champions, questo sì, un grande traguardo

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