A conti fatti basterebbe intendersi un po’ di ippica e di quanto sia sottile la differenza tra vittoria e sconfitta. Molto spesso è tutta una questione di corto muso, (o ‘orto muso per dirla alla livornese). A conti fatti basta poco affinchè tutto il resto diventi chiacchiera da bar, (perchè stasera il var non è servito). A conti fatti però manca ancora tanto per l’obiettivo e bisogna continuare a correre

Quello che il corto muso non dice…

Il corto muso ha la sua bellezza, il suo fascino, la sua semplicità… ma c’è qualcosa che il corto muso non dice, non racconta e allora bisogna ricorrere agli highlights, guardarseli bene, e poi leggere le statistiche.

L’ Inter va in gol al minuto 37 con l’autogol di Gatti che pone fine ad un’azione nerazzurra fatta da tocchi veloci e da un’invenzione geniale, quella di Benji Pavarad, (professione difensore), che in rovesciata fa correre la palla verso Thuram che causa l’intervento maldestro del numero 4 bianconero. San Siro esplode e non potrebbe essere altrimenti dopo 37 minuti ben giocati, in cui, almeno in un altro frangente l’Inter avrebbe potuto trovare il gol sempre con il francese protagonista. Palla masticata e chiusura prima di Bremer e poi di Szczesny, il migliore tra i bianconeri.

Nella sfida del Meazza, i nerazzurri sono stati autentici padroni del campo. Il dominio è stato netto e intervallato da sporadici momenti in cui, con una forza di volontà apprezzabile, i bianconeri hanno provato a far venire qualche grattacacapo alla difesa nerazzurra che, per la verità, ha permesso a Sommer di vivere una serata tranquilla.

Nel secondo tempo, poi, i nerazzurri hanno trovato uno straordinario portiere polacco che si è superato prima su Barella e poi su Arnautovic e, solo, il numero uno bianconero ha evitato un passivo peggiore alla squadra torinese. Azioni che si vanno a sommare al palo di un’imprescindibile Calhanoglu 

Qualità al potere, signori che Inter

La bellezza della partita dell’Inter è stata nella qualità balistica, (foto sopra), e non solo messa in campo. Ogni giocatore, nel momento in cui ha alzato i giri del motore, ha messo in difficoltà il suo opposto bianconero, e, in alcuni tratti di gara, pareva che i nerazzurri fossero in numero maggiore sul terreno di gioco. Sarebbe inopportuno dare la palma di migliore a qualcuno a stasera, ma, se proprio bisogna prendersi la responsabilità ed elevarne 3 a uomini copertina della serata, citiamo: Hakan Calhanoglu, Henrikh Mkhitaryan e Benjamin Pavard. Sono loro gli uomini copertina.

Dei due centrocampisti si sono spesi oramai fiumi e fiumi di parole. C’è stato un consumo d’inchiostro tale da mandare in bancarotta la bic con tutte le penne. Il giocatore turco è onnipresente, gioca un’infinità di palloni e tutti con una qualità disarmante. Le giocate immagine della serata sono principalmente due. La prima è quella che porta al cross di Di Marco sulla palla masticata da Thuram, mentre la seconda, (stop e tiro), è quella che si stampa sul palo a Szczesny battuto.

In seconda battuta arriva il tuttocampista armeno. Attacca, difende, imposta, rompe il gioco. Tutte queste cose in un nome ed un cognome Henrikh Mkhitaryan. E’ ovunque. Sembra quasi di giocare in 12. Legge la giocata con un secondo d’anticipo e porta a conclusione la copertura o il passaggio un attimo prima che un giocatore “normale” ha capito quale sia lo sviluppo. Verrebbe da dire, immenso.

Ultimo, ma non ultimo Benjamin Pavard. Et voilà monsieur. A teatro un attore direbbe questo quando Benji copia Carlo Parola, capace di dare un’immagine rara al mondo del calcio, un’immagine ripresa da Panini e diventata storia. Ora rimane da capire se Benji proveniente dalla Francia, abbia chiesto il copyright prima di esibirsi in un qualcosa di strabiliante. C’est magnifique. La sforbiciata è solo l’immagine di copertina di una serata da ognipresente.

E adesso occorre sgasare…

Battere la Juventus è sempre un qualcosa, o una situazione, che racconta una storia a sè rispetto al normale andamento del campionato. Per la maggior parte dei tifosi interisti, negli ultimi vent’anni circa, battere i bianconeri racchiude un sapore ancora più bello di sconfiggere i rivali cittadini.

Ma adesso? Adesso viene il bello o, per meglio dire, la parte più importante della storia che Simone Inzaghi e i suoi ragazzi stanno scrivendo. +4 sui secondi in classifica con la possibilità, per una volta, di colorare di nerazzurro milanese l’asterisco che incombe sulla testa dei meneghini. L’appuntamento è al 28 febbraio, nel frattempo, però ci sono 3 sfide da non fallire anche per vedere l’effetto che fa. In due delle tre gare prima del recupero con l’Atalanta, i nerazzurri giocheranno prima dei bianconeri e questo potrebbe giocare a favore o degli uni o degli altri, ma vincendo l’Inter potrebbe mettersi comoda in poltrona a vedere i torinesi. Prima tappa Roma, sabato ore 18:00

A conti fatti, a volte, basta poco. Basta intendersi d’ippica per capire cosa il corto muso può significare, anche se ha l’aggravante di non raccontare tutto

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