È stata una fatica notevole, condita anche dal brivido del VAR ma alla fine l’Inter supera l’ostacolo Hellas Verona per 2-1 e ritorna al secondo posto in questo campionato che sempre più si sta caratterizzando per la sua tripartizione: accanto alle 5-6 squadre davanti che stanno facendo un campionato a parte e le ultime 6-7 che sono già in piena bagarre per la retrocessione, si situano un altrettanto considerevole numero di squadre che sarà destinato a pascolare in un’aurea mediocritas da qui a fine stagione. Capita dunque che i ritmi imposti da chi è davanti siano davvero folli: a parità di giornate di campionato disputate l’Inter di oggi ha ottenuto più dell’Inter del triplete di Mourinho e sta viaggiando ai ritmi dell’Inter dei record di Trapattoni (n.d.a. per pareggiare la squadra di Matthaus e Berti servono altre due vittorie nelle prossime due partite contro Torino ed Atalanta) ma è ben lontana dal poter esser considerata in maniera seria una vera pretendente per il titolo è men che meno ora non è capolista. Capita dunque che la quota punti per andare in Champions League sarà destinata ad alzarsi sempre di più mentre quella salvezza sarà destinata ad abbassarsi nuovamente: con 80 punti non solo non si vincerà lo scudetto ma anche difficilmente si andrà nell’Europa che conta mentre di certo non serviranno 40 punti per festeggiare la salvezza matematica. È proprio vero che non è più la serie A dei vostri padri.

Venendo al match di Verona possiamo enucleare alcuni punti salienti che saranno all’ordine del giorno in casa Inter:

– la squadra ha giocato con sufficienza e poca concentrazione ed ha faticato più del dovuto a congelare la partita anche a causa di un grande numero di palle perse: in questo senso coloro che sono affetti alla fase di impostazione della manovra non hanno di certo brillato. Gagliardini è parso impreciso e fuori fase, Vecino a parte qualche fiammata non ha impressionato cosicché il migliore dei tre è stato il prof Borja Valero perché oltre al goal ha provato a portare ordine alla manovra.

– contro la Sampdoria le fasce laterali erano state la nostra arma letale con D’Ambrosio e Nagatomo particolarmente in forma ed ispirati, mentre a Verona sembrano esser scesi in campo i loro gemelli dello scorso anno. Pure Perisic, goal a parte, non ha particolarmente brillato e non è riuscito ad infiammare la partita con le sue proverbiali accelerazioni sulla fascia sinistra, anzi spesso lo si trovava in mezzo ad allargare il gioco sulle fasce. dei quattro esterni il migliore è stato Candreva, al suo quarto assist stagionale.

– contro la Sampdoria si era visto un Icardi super star, autore di una sensazionale doppietta mentre a Verona Maurito non ha avuto occasioni per sfoderare la sua fama di goleador ed ha giocato una partita più in ombra, sacrificandosi e cercando di recuperare palloni a metà campo

– la difesa continua a reggersi su Skriniar: l’ex Samp si sta dimostrando centrale di assoluto valore, ergendosi a vero ultimo baluardo difensivo, in un reparto arretrato che vede la scarsa forma e lucidità di Samir Handanovic. Lo sloveno è stato inguardabile contro la Sampdoria ed anche a Verona ne ha combinata una delle sue con un’uscita insensata e totalmente sfasata sull’attaccante avversario: da questo goffo tuffo ne è scaturito un rigore solare che Pazzini ha segnato.

Domenica 5 novembre alle 12:30 l’Inter affronterà il Torino davanti a quasi 70.000 spettatori, dato questo assolutamente pazzesco che conferma per l’ennesima volta come il tifo nerazzurro sia davvero unico. Speriamo che la carica di questi 70.000 possa spingere i ragazzi di Spalletti ad una vittoria fondamentale.

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