Dopo 7 giornate l’Inter si ritrova in seconda posizione con 19 punti, insieme alla Juventus, a meno 2 dal Napoli capolista. Un andamento che, però, non è stato riconosciuto all’unanimità come frutto dell’ottimo lavoro di Luciano Spalletti e della squadra nerazzurra, definita in certi casi “fortunata”. Non sono mancate nemmeno le analogie con l’Inter di Mancini, la quale due anni fa si ritrovò seconda in campionato dopo 7 giornate. Tesi che però vengono smentite dai fatti.

Cominciamo dalle presunte analogie con la squadra guidata da Roberto Mancini 2 anni fa: le avversarie incontrate erano Atalanta, Carpi, Milan, Chievo, Verona, Fiorentina e Sampdoria. In 7 giornate, l’Inter segnò la miseria di 8 goal, incassandone 6 (di cui 4 nello scontro diretto con la Fiorentina), tirando in porta 32 volte e subendo 25 tiri totali, con un possesso palla del 57%, ottenendo 5 vittorie, una sconfitta ed un pareggio. Pur essendo quasi gli stessi in difesa (un Murillo nel suo miglior periodo mentre ora ad affiancare Miranda c’è Skriniar), il centrocampo, eccezion fatta per Brozovic, era completamente diverso, composto da Medel, Felipe Melo, Kondogbia, Guarin e, appunto Brozovic. Un centrocampo muscolare che doveva garantire copertura e far valere la propria forza sui calci piazzati. Dati alla mano, i risultati di fine campionato mostrano come la scelta di puntare su quei centrocampisti non fu produttiva, tanto che l’Inter risultò essere la settima squadra per rapporto duelli aerei vinti/persi. Idem per quanto riguarda i passaggi e gli assist.

L’Inter di Luciano Spalletti, invece, in queste 7 giornate ha affrontato squadre come Fiorentina, Roma, Spal, Crotone, Bologna, Genoa e Benevento, segnando 14 goal, tirando in porta 41 volte, subendo 19 tiri e soli 3 goal, ha un possesso palla quasi identico (60%) ma ha ottenuto 6 vittorie ed un pareggio. Il centrocampo ( e le fonti di gioco) sono nettamente cambiate, ora l’Inter può contare su Gagliardini, Borja Valero, Vecino, Joao Mario e Brozovic, i quali possono all’occorrenza (salvo Gagliardini) giocare come trequartisti. Più qualità rispetto al passato, dunque, che ha garantito, numeri alla mano, un ottimo apporto alla fase offensiva.

L’Inter attuale è stata fortunata? Assolutamente no. Le vittorie contro Crotone, Genoa e Benevento, seppur ottenute con difficoltà, non possono essere addebitate alla fortuna che ha assistito i nerazzurri bensì alla maggior precisione e alla maggior concretezza sotto porta di Icardi e compagni. Contro i calabresi, l’Inter ha subito 10 tiri, di cui 6 diretti in porta, a fronte dei 7 tiri di cui 4 diretti in porta da parte degli ospiti che hanno segnato 2 volte (con Skriniar e Perisic). Nella partita successiva, i tiri subiti sono stati 13, di cui 4 diretti in porta (solo uno è entrato, quello di Verdi) mentre l’Inter ha tirato 8 volte, di cui 3 in porta, trovando un goal su rigore. La partita contro il Genoa ha visto invece i nerazzurri poco cinici, provando la conclusione in 15 occasioni, trovando la porta in 12 ma riuscendo a segnare solo in una occasione, su calcio piazzato; gli ospiti hanno tirato in porta 9 volte, impegnando Handanovic 4 volte ma senza segnare. Lo stesso copione si è visto contro il Benevento, con i padroni di casa che sembravano ko dopo 20 minuti ma che sono stati capaci di reagire riuscendo a tirare in porta 8 volte ma segnando un solo goal, mentre l’Inter ha tirato 20 volte, centrando la porta in 14 occasioni e segnando 2 goal.

Come sono arrivati questi 14 goal fatti finora? La maggior parte (8) sono arrivati da azioni manovrate, dunque grazie alla bravura dei nerazzurri che hanno saputo capitalizzare al meglio il bagaglio tecnico dei propri giocatori, mentre 3 goal sono arrivati dai calci piazzati (viene contato anche quello di Skriniar) ed i restanti 3 su calcio di rigore, in tutti i casi concessi dopo l’utilizzo del VAR.

Cosa si può dire a questo punto? L’Inter non è stata fortunata, è stata perlopiù cinica. Avrebbe potuto sfruttare meglio le qualità di Candreva e Borja Valero ma il risultato attuale è soddisfacente nonché meritato, considerando anche le difficoltà e le carenze che questa squadra possiede. Per il gioco c’è tempo, attualmente il gruppo deve capire la consapevolezza dei propri mezzi ed avere maggior autostima, anche per reagire agli inevitabili momenti difficili che arrivano durante la stagione. Ed il derby di domenica prossima è l’occasione perfetta per dimostrare che questa squadra è seconda con merito.

(fonti statistiche: www.goal.com; www.whoscored.com; www.legaseriea.it)

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.