Una grande partita, un’impresa epica. Questa è stata Inter-Juve fino all’87’ e invece purtroppo siamo qui a parlare (ancora) dell’arbitro. Proprio non avevo voglia di farlo, una nottata insonne, non è ruscita a placarne l’ira e il disappunto per un verdetto che è difficile da mandare giù. Avrei preferito una sconfitta netta e non avrei avuto niente da dire se non il fare o complimenti agli avversari. Cosí invece brucia e il senso di ingiustizia rimane.
ORSATO HA FALSATO LA PARTITA
Il match di fatto, non c’è stato. Condizionato (e qui sono soft) da molteplici episodi arbitrali del signor Orsato, tutti a favore della Juventus. In primis, dopo appena 18′ (con l’Inter già in svantaggio) punisce prima con un giallo, poi con un rosso diretto l’intervento di Vecino su Mandzukic. Qui il dubbio è grosso: perchè infatti Orsato è andato a rivedere un episodio già sanzionato? La Var infatti in questo caso, non andava usata. Ma facciamo pure che il “rosso ci stava”. La cosa più grave invece, Orsato la fa più avanti: manca il 2° giallo per Pjanic quando nella ripresa frana in modo scomposto e imprudente su Rafinha (colpito al petto e al viso col gomito). L’arbitro sancisce il fallo ma clamorosamente non estrae il giallo (che sarebbe costata l’espulsione), ammonisce invece D’ambrosio per proteste(!!!!!). Lo stesso è Pjanic era stato graziato nel primo tempo quando al 28′ entra in ritardo, sempre su Rafinha, anche qui il secondo giallo ci stavam ma l’arbitro Orsato non vede e lascia correre.
#InterJuve qui orsato non ammonisce Pjanic. Sarebbe stato il secondo giallo pic.twitter.com/XWY1avLv6u
— Interfans (@interfansorg) April 28, 2018
SPALLETTI, CAMBI DA RIVEDERE
Nonostante l’arbitraggio osceno, l’Inter non demorde, anzi fa la partita pur essendo in svantaggio e in inferiorità numerica. L’Inter ha reagito, giocando con coraggio e qualità e ha sfiorato la leggenda, poi in due minuti è tutto svanito ma all’interno di un match che la squadra avrebbe meritato di portare a casa (il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto). E’ vero, Spalletti avrebbe potuto gestire meglio i cambi. L’Inter in vantaggio fino all’87’, aveva diversi giocatori stanchi (Icardi, Perisic tra tutti) e il tecnico toscano decide di togliere forse quello meno stanco tra tutti (Icardi). Purtroppo per lui, l’Inter non ha la panchina della Juve che si può permettere di far entrare Dybala. Entra uno spaesato Santon (Clicca per le pagelle Inter-Juve) che ancora una volta è la disgrazia neroazzurra: non segue il taglio di Cuadrado che arriva sul fondo e effettua un tiro cross che carambola sulla gamba di Skriniar, finendo in rete. Sull’azione seguente, non marca Higuain che solo in area colpisce in rete per il 3-2 Juventino.
SULLA JUVE
La Juve la più forte sì, ma ieri sera non lo ha dimostrato. Allora perché ha vinto? Perché l’Inter ha speso tantissime energie in inferiorità numerica arrivando stanca nel finale quando la Juve ha potuto calare gli assi dalla panchina. Dovevano venire a San Siro per dominare e dimostrare di essere i più forti, se ne escono sì con i 3 punti, ma di certo non hanno lasciato quello “statement” che ci si aspetta dalla squadra più forte in assoluto. Ma forse a loro va bene così
I LIMITI DELLA ROSA
La partita di ieri sera, ha evidenziato (se ce ne fosse il bisogno) che questa squadra va ritoccata a centrocampo, migliorata sulla fascia sinistra e rinforzata in attacco. Non va però buttato via tutto quello che è stato costruito questa stagione dove si sono viste delle ottime cose. Spalletti è un caposaldo da cui la società deve costruire insieme a lui con pazienza. Non si crea una squadra da scudetto continuando a rivoluzionare.
SPALLETTI DA SOLO CONTRO TUTTI
Fa uN po’ tenerezza vedere uno sconsolato Spalletti (visibilmente affranto, ma lucido), prendersi la colpa dei cambi, fare i complimenti alla squadra e contestare le decisioni tecniche in miz-zone. Uno Spalletti in versione paladino, ma un po’ solo a mio avviso. Anche qui sarebbe servito sentire anche qualcuno della società, invece Spalletti è sembrato un po’ abbandonato a se stesso. Belle le parole di Zhang sullo spirito dei 14 scesi in campo, ma qualche commento ai microfoni dal Presidente, dal vice o dal Direttore Tecnico, sarebbero servite da una parte a colmare in parte l’ira dei tifosi, dall’altra a far presente (ai piani alti), che certe decisioni arbitrali non sono passate inosservate. Anche qui la società rifletta.
LA CORSA CHAMPIONS ORA DIFFICILE, NON E’ PIU’ NELLE NOSTRE MANI
Se un risultato positivo (andava bene anche il pareggio) sarebbe bastato per continuare a sperare, ora con un’ipotetica vittoria con il Torino, la Lazio andrebbe a +4. Ecco quindi che l’accesso alla Champions non dipende più solo da noi. L’Inter deve infatti sperare in un passo falso dei biancocelesti per andare a Roma (all’ultima giornata) a giocarsi tutto. Chiudiamo con quest’immagine di Icardi, che in lacrime abbandona il campo (non prima di aver salutato i tifosi dell’Inter). E’ forse l’emblema della stagione neroazzurra, tanti rimpianti per quello che sarebbe potuto essere, ma con ancora una piccolissima speranza per andare in Champions League.
Vorrei essere lì capitano, a dirti che ogni singolo tifoso nerazzurro è orgoglioso di quello che avete fatto, essere interisti è questo, gioia e dolori da condividere insieme e meriti di guidarci in ogni stadio in cui metteremo piede. Grazie @inter e @mauroicardi #InterJuventus pic.twitter.com/ig4xRUgAWn
— Gianmarco Valenza 🐴 (@gmvalenza) April 28, 2018