Difficile era poter pensare di fare peggio dell’anno scorso si dicevano in estate; avrebbe dovuto esser la stagione della svolta e di questo ne erano sicuri in tanti, con una proprietà che aveva digerito il primo anno di adattamento alla nuova realtà, con un nuovo allenatore, un grande allenatore che potesse traghettare la squadra verso un nuovo futuro; erano tutti sicuri della voglia di riscatto dei nostri giocatori nel non passare un altro anno fuori dalle coppe europee. Queste erano le chiacchiere estive supportate poi per pochi mesi da un buon andamento di classifica. Ed invece questa stagione sembra poter esser addirittura peggiore di quella passata. Allora la squadra abbandonò lo spirito combattivo a marzo, questa volta gli ormeggi sono stati mollati già a metà dicembre con la facile conclusione che o avviene una sterzata seria o altrimenti dobbiamo chiamarci fortunati che quota 40 sia già stata raggiunta. Il resto sono solo chiacchiere.

Difficile è trovare parole nuove quando da due mesi si assiste sempre allo stesso scempio, quando basta un battito di farfalla per tubare la psiche di giocatori che risultano essere professionisti ed a libro paga per quella che è sempre stata una grande squadra della serie A, quando si ha l’impressione che giorno dopo giorno, partita dopo partita la storia di questo club venga infangata sempre più. Anche ieri era la squadra alla prima difficoltà si è sciolta in maniera clamorosa ed ha fatto venire fuori tutte le lacune a livello di personalità e di qualità dell’organico che chi vi scrive aveva sottolineato in estate a dispetto di quel continuano a dire i nostri possenti direttori ed il nostro vice presidente (n.d.a. “questa squadra è difficilmente migliorabile”, il celebre mantra di Piero Ausilio con benedizione di Javier Zanetti). Il resto è sotto gli occhi di tutti con un allenatore che prova a barcamenarsi per quel che può difendendo i suoi giocatori e cercando di resistere alla negatività, giustamente, imperante. Un allenatore preso in giro in estate e non aiutato nel mercato di gennaio. Un uomo in balia di litigi e ripicche di uomini con il cervello da bambini. Il tutto mentre la squadra affonda e la proprietà pare essere incurante del grido di amore e dolore che tifosi ed allenatore hanno lanciato da mesi in maniera più o meno vistosa. Quel che sorprende è che ieri prima della partita non vi sia stata contestazione alla società e neppure ai giocatori, come se tutto andasse bene, come se questi ultimi due mesi non fossero esistiti. Questa è la cosa più preoccupante: la sempre più palese accettazione della mediocrità dentro cui sembra siamo precipitati dal 2011 in avanti.

Chiudo con le parole di Ciccio Colonnese, difensore dell’Inter di Simoni, grande uomo ed interista vero. È un grido di amore e di dolore quello di Ciccio, un monito a recuperare nel più breve tempo possibile l’interismo vero, così necessario per tornar grandi ma così assente in questa Inter. L’unico interista ieri sera in campo era l’allenatore del Crotone.

 

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