Lazio annientata

E’ lecito partire dalla fine. Next stop? Quale sarà la prossima fermata della squadra di Simone Inzaghi? Riduttivo dire la finale di lunedì con il Napoli. Esagerato dire, per rispetto dei partenopei, che la coppa è già vinta. E’ per questo che il dubbio esiste, persiste. Una cosa è certa. Inter-Lazio 3:0. Tutto il resto si vedrà

Primo tempo sul velluto, spettacolo

Questa Inter piace e diverte. Due parole che unite a “Inter” si sono viste poche volte. Le caratteristiche della Beneamata, nella maggior parte delle occasioni, hanno fatto rima con irrazionalità e con pazzia, non a caso è stato coniato l’epiteto “Pazza Inter”

Nella serata di Riyadh però non c’è stato nulla di pazzo. E’stato tutto estremamente bello e semplicemente perfetto. Il 3-0 finale è il frutto di 90 minuti, letteralmente, dominati dai nerazzurri che hanno fornito una prestazione da applausi con il risultato che non rispecchia appieno quanto dimostrato.

La parte più bella? Viene da dire il primo tempo. E’stato in questo frangente che l’Inter, pur segnando un solo gol, ha costruito la vittoria. Un gol fatto, con tanto di assist spettacolare incorporato, da un giocatore preso a 0 e scippato ai dirimpettai milanesi, una traversa presa dal motorino del centrocampo e molte altre occasioni sciupate. La Lazio è stata tutta, o quasi, in un tiro a lato di F.Anderson. Solletico. Nel momento in cui i nerazzurri riuscivano a superare la pressione biancoceleste si aprivano delle praterie che i cavalieri di Inzaghi attaccavano con la bava alla bocca per azzannare la preda. Sono riusciti a “mordere” con efficacia in una sola occasione, ma almeno in altre 3 circostanze avrebbero potuto banchettare senza rubare niente a nessuno, (contando all’attivo anche una traversa), per una sera non c’è stato bisogno delle “guardie”. Il tacco di Di Marco, al 17°, rappresenta un cioccolatino delizioso che Thuram non deve neanche scartare, ma solo appoggiare in gol. 1-0 e tutti al riposo

Calhanoglu e Frattesi, Lazio annientata

La ripresa ha rappresentato il manifesto della superiorità in più sfumature. La prima ha i contorni dell’abitudine. Lautaro si procura un penalty dopo 5′ e, manco a dirlo, Calhanoglu si mostra il solito cecchino infallibile da situazioni di questo genere. Con quello contro la Lazio sono 14 rigori segnati su 14 da quando è all’Inter.

La seconda sfumatura è rappresentata dalla forza mentale. Si è vista per tutti i 90 minuti rispetto ad una Lazio che non ha fatto niente per cambiare le sorti del proprio destino arrendendosi alla supremazia nerazzurra. Nella ripresa, però, questo aspetto è venuto maggiormente fuori. I giocatori nerazzurri arrivavano con estrema facilità in area di rigore e si prendevano il lusso di “sprecare chance” per eccesso di generosità nei confronti dei compagni. Anche nei secondi 45′ una traversa colpita. Cose che succedono Toro.

La terza sfumatura è tutta nella corsa di Mkhitaryan e nel suo passaggio a Frattesi. E’ con quest’azione che l’Inter fa calare definitivamente il sipario sulla rappresentazione teatrale messa in scena nello stadio di Cristiano Ronaldo. Dopo il gol “polemica” contro il Verona, il centrocampista azzurro può tornare ad esultare  per un gol senza macchie e senza peccato. Come in occasione della prima marcatura, anche questa, è utile solo al fine statistico, ma tant’è, se segnano pure i centrocampisti…

 

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Next stop?

E ora? Ora c’è il rischio di volere la luna e trovarsi al palo. Il dato certo è che per il terzo anno consecutivo l’Inter giocherà una finale di Supercoppa Italiana e, anche in questo caso, la vincitrice della Coppa Italia incrocerà i tacchetti con la vincitrice del campionato, beata tradizione.

Certo, bisogna avere la presunzione di ammettere che un Inter come quella vista contro gli uomini di Sarri è ingiocabile per tutti (o quasi) in Italia, motivo per cui bisogna assumersi gli oneri, e gli onori, del ruolo di favoriti. Tutto il resto si vedrà. Per il momento il sipario è calato e gli attori sono andati a riposarsi. Inzaghi ha detto che si è divertito a guardare l’Inter contro la sua ex squadra. Mister ci siamo divertiti anche noi. Ora alziamo questa Super Coppa ancora una volta! Che spettacolo signori

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