L’analisi statistica avanzata è una tecnica che, inizialmente sviluppata e applicata al baseball, sta portando a una rivoluzione nel mondo del calcio, con molti presidenti che si affidano sempre più a team di esperti per trasformare informazioni e predizioni matematiche in possibili risultati concreti. Come successe con Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, una domanda sorge spontanea: affidandosi a un approccio del genere, non si rischia forse di eliminare dal mondo dello sport la magia unica che solo l’intuizione e la passione possono darci?

Per comprendere meglio il concetto, vi consigliamo di non perdervi il film “L’arte di vincere” (titolo originale – Moneyball), in cui Brad Pitt interpreta Billy Beane, colui che con la “sabermetrica” – l’analisi statistica avanzata al gioco così come l’aveva inizialmente concepita Bill James per la squadra dei Red Sox – rivoluzionò il gioco del baseball.

Ciò che risulta dall’utilizzo della statistica è un netto miglioramento delle prestazioni in termini di risultati della squadra e l’aiuto nell’acquisto di giovani promettenti a un costo ridotto, elementi che potrebbero giovare di gran lunga al rendimento di una squadra come l’Inter. Come sempre, però, non si deve tralasciare un fattore fondamentale qual è l’errore umano. Per non parlare poi degli acquisti: non sarà forse più sicuro affidarsi a investimenti sicuri su giocatori di qualità, piuttosto che a un calcolo probabilistico? In verità, l’analisi statistica non viene solo applicata al calcio, al baseball e alle scommesse sportive, ma anche a tutti i settori delle scommesse virtuali, quali sono le diverse versioni del poker online, i giochi da casinò, il bingo e le lotterie tradizionali.

Nonostante questi non siano che semplici esempi, servono tuttavia a riprendere il dibattito esistente ai più alti livelli competitivi nel mondo del calcio. Da un lato troviamo gli analisti quantitativi che, interpretando una partita in termini meramente numerici, si comportano da azionisti il cui unico obiettivo è quello di trasformare dati in modelli e, come conseguenza, profitto. Un’imparzialità e razionalità che, non eliminando totalmente il ruolo dell’intuizione dallo sport, ne riducono drasticamente il potere.

Al lato opposto troviamo invece i tradizionalisti, la grande maggioranza dei proprietari e manager di squadre di calcio che risultano scettici e non ancora disposti a ammettere che l’analisi statistica avanzata potrebbe essere trasferita al loro gioco, le cui regole e modalità sono ben diverse rispetto a quelle del baseball.

Insomma, il calcio è uno sport di cuore e passione e ridurlo a una semplice serie di calcoli sarebbe la morte di ogni tifoso, ma allo stesso tempo ogni squadra o direttore sportivo che neghi le potenzialità infinite dell’analisi statistica avanzata potrebbe mettere a rischio le sorti proprie e del team.

Vi lasciamo con un’ultima domanda: quando entra un giocatore a un minuto dal termine della partita e riesce miracolosamente a portare la sua squadra in vantaggio, credete si tratti solo di fortuna, bravura dell’allenatore o il frutto di un calcolo perfetto da parte di un gruppo di analisti?

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