E venne dunque la notte del derby di Milano, la notte che calamita tutte le attenzioni di tifosi e stampa, quella partita che si aspetta per un anno e che viene vissuta in maniera totalizzante per chi vive nella città meneghina. Questo derby ha rappresentato molto più che una semplice partita di cartello bensì un vero crocevia di ambizioni, speranze, ossessioni e necessità. Mai come in questa volta si è trattato di uno scontro tra due squadre che seppur condividano la città, la casa in cui giocano, e la nazionalità dei loro proprietari risultano essere state (n.d.a. ed essere tuttora) in direzioni diametralmente opposte negli ultimi 18 mesi.

Estate 2016: con proclami chiari e bellicosi Suning acquista l’Inter e senza badare a spese compra tanti giocatori, attratta più dal possibile hype degli stessi che non da una possibile utilità. L’allenatore non convinto dell’andazzo decide di lasciare a metà estate. La squadra viene affidata in fretta e furia a De Boer con i risultati a tutti ben noti. In autunno si cambia per far posto a Pioli ma la squadra dopo un decente inverno decide di sabotare anche l’ex allenatore di Bologna e Lazio optando per la vergogna assoluta dei mesi finali del campionato.

Estate 2016: il Milan nel turbinio del closing è costretto ad un mercato silente e così decide di puntare su Montella nello sviluppare giovani e squadra. Così dopo un inizio stentato la squadra trova una sua fisionomia ed addirittura a Dona batte la Juventus nella supercoppa italiana. Pur con tutti i difetti del caso agguanta l’ultimo posto per l’Europa League. In primavera arriva il closing ed i nuovi proprietari assistono al rocambolesco derby di ritorno.

Estate 2017: con il motto “Inter is coming”, l’Inter promette grandi colpi mentre la tifoseria nerazzurra vive un’estate di attesa, oscillando tra i sogni James,  Nainggolan, Vidal e da ultimo Schick. Tutti questi giocatori non arriveranno a Milano ed i sogni dei tifosi sono amaramente vanificati. Si sceglie però di puntare su Spalletti, allenatore che ben sa come centrare un posto in Champions League e di seguire le sue indicazioni “low cost” ed ecco che assieme a lui arrivano Skriniar, Borja Valero, Vecino, Dalbert, Cancelo e Karamoh. Nomi che di certo non entusiasmano ma che sin da subito dimostrano di esser funzionali al progetto. L’Inter da quando ha lasciato il ritiro di Riscone non ha ancora perso, vincendo sempre e pareggiando in Cina con lo Schalke in luglio in amichevole e con il Bologna a Bologna in campionato. Ora si trova al secondo posto in campionato a due punti dal Napoli ed +3 da Juve e Lazio (n.d.a. +10 sul Milan)

Estate 2017: direzione opposta per i cugini che, dopo aver rinnovato Donnarumma e sistemato la sua famiglia, spendono 230 milioni di euro e comprano qualsiasi giocatore possibile e spacciandolo per un nuovo possibile fenomeno, scatenando così attese e pressioni da parte dei tifosi. Musacchio, Kessie, Andre Silva, Çalanhoglu, Conti, Biglia, Borini, Kalinic e Bonucci arrivano a Milanello a suon di proclami. All’ex Juventus viene assegnata subito la fascia di capitano con possibili ed immaginabili mugugni da parte dei “senatori”. Fassone e Mirabelli diventano celebrità estive con il tormentone del “passiamo alle cose formali”. Dopo un buon precampionato condito da alcune vittorie di prestigio in amichevole ed il facile superamento delle fasi preliminari di Europa League contro squadre formate da dei dopolavoristi prestati al mondo del pallone, la squadra alla prima vera prova stecca in maniera clamorosa subendo un rovescio duro a Roma contro la Lazio. Arrivano le sconfitte contro Samp, Roma ed Inter. Gli sponsors iniziano ad abbandonare la squadra con Fassone e Mirabelli che iniziano a diventare macchiette mentre la piazza è in subbuglio.

Il derby è stato un match meraviglioso: l’Inter, sospinta dallo spirito delle leggende del Triplete presenti a San Siro, domina nel primo tempo e portandosi avanti con Icardi su un cross ben riuscito di Candreva. nella ripresa i ragazzi di Spalletti riescono a rispondere colpo su colpo agli assalti rossoneri meritando nettamente la vittoria. Icardi entra nella storia seguendo le orme di Milito, presente a San Siro, con una tripletta da estasi assoluta. La squadra si sta plasmando sempre più ad immagine del suo allenatore: i ragazzi si stanno attrezzando per un destino forte diventando uomini forti. Skriniar dà solidità, Vecino sostanza ed Icardi in qualità di lider maximo illumina le notti di San Siro.

Ora ci attende il Napoli: sarà scontro al vertice ma l’Inter affronterà la sfida conscia di aver l’animo libero da pressioni. Si

 

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