L’Inter colleziona l’ennesima occasione persa per spiccare il volo di questi ultimi 7 anni e cade in maniera inaspettata a Torino nonostante abbia dominato in lungo ed in largo. Si è trattato di quei tipici pomeriggi in cui pur giocando in 11 contro 0 comunque non si sarebbe riusciti a segnare neanche giocando un intero pomeriggio. Nulla da fare per noi perché vuoi il palo, vuoi il liscio clamoroso, vuoi la scarsa mira o la assente precisione, o l’apparizione di qualche entità superiore travestita da Sirigu a turno o tutte insieme, hanno impedito ai ragazzi di Spalletti di andare in rete. I ragazzi ce l’hanno messa tutta ma oggi non era cosa ed a manifestare ulteriormente questo concetto si è avuto il goal del Torino, di certo non frutto di un’azione corale degna del manuale del calcio. In ogni caso, almeno per quel che riguarda chi vi scrive, la sconfitta contro i granata è la meno dolorosa tra tutte quante: uno storico ed incorruttibile filo fatto di onore ci lega al Torino FC, un filo che unisce storia e leggenda, quel filo che mai e poi mai ci sarà con l’altra squadra della città della Mole.

RAMMARICO

Che sentimento può scaturire dopo che domini per 90 minuti ma ti trovi a dovere constatare che esci dal campo senza neanche un punto? Che sentimento si può provare quando non sfrutti una colossale occasione per scavalcare la Roma? Che sentimento può ispirarti l’aver raccolto solo un punto nelle due partite quando potevano essere sei? Quel sentimento si chiama rammarico, ed è descritto perfettamente dal pomeriggio di oggi in cui gli Dei del calcio ci hanno tolto tutto il ben di Dio che ci avevano dato a Genova contro la Samp il 18 marzo. Tutto ciò è veramente frustrante..

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RABBIA

Sentire ancora parlare di Inter fortunata o di Inter aiutata è ormai diventato un refrain assolutamente inascoltabile, intollerabile e totalmente fuori da ogni realtà. Con il match di Torino si è scollinata la pazzesca cifra di oltre 20 pali/traverse e mancano ancora 7 partite: praticamente colpiamo due legni ogni tre partite, numeri da psicanalisi e che fannno prudere le mani. Non confortante vedere che alcune squadre si salvano con tacchi volanti da fuori area mentre noi abbiamo la calamita per i pali o resuscitiamo i portierei in crisi. Stavolta è stato il turno di Sirigu che si è trasformato in una versione migliorata di Lev Jashin, altre volte è stato Sorrentino, altre volte ancora Consigli e via dicendo. Questa storia deve necessariamente finire.

RAZIOCINIO

Poi però fai mente locale: vedi che per quanto sia vero che siamo tornati quinti, è altrettanto vero che ancora mancano 7 turni e che alla prossima giornata c’è il derby di Roma ed il Milan, privo di Bonucci squalificato, ospita il Napoli. Spazi di manovra ne restano pochi ma siamo ancora pienamente in corsa per la zona Champions League. Al di là di tutto, la squadra contro il Torino ha giocato in maniera gagliarda e propositiva. È mancata la rete, ancora si dirà, ma non si può negare che i ragazzi abbiano dato tutto e che siano perfettamente focalizzati sull’obbiettivo. Testa all trasferta di Bergamo e sempre forza Inter!

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