Simone Inzaghi

L’ Inter sta facendo un campionato quasi a parte rispetto alle altre squadre. Una volta tolto l’asterisco, i nerazzurri hanno scoperto di essere a +12 rispetto alla Juventus seconda. Sembra tutto apparecchiato per accogliere l’apoteosi finale, sembra che ago e filo siano già pronti per cucire una stella in più sul proprio sopra lo stemma, vicino a quella già presente. Al timone di una squadra che sta battendo ogni record troviamo un uomo che, nell’avventura nerazzurra, si è fatto da solo prendendosi molte rivincite: Simone Inzaghi.

Quello scudetto perso che sembra lontano

Sembra lontano il campionato 2021/2022. A Milano, per motivi diversi, entrambe le squadre ed entrambe le tifoserie se lo ricordano. Un derby perso malamente, a cui ha fatto seguito un periodo buio e l’harakiri di Bologna, ha tolto all’Inter il tricolore consegnandolo nelle mani di Pioli letteralmente on fire in quell’annata calcistica. In questo frangente intorno alla figura di Inzaghi si sono addensate nubi cariche di malcontento popolare, regalare lo scudetto ai cugini è stato un errore grosso per un allenatore che, in quell’annata, ha portato a casa le altre due coppe nazionali, Supercoppa e Coppa Italia.

La scorsa annata è stata quella dell’apoteosi partenopea. Il Napoli ha fatto un campionato a parte meritando ampiamente il tricolore. L’Inter, tuttavia, è stata protagonista di una stagione insufficiente entro i confini nazionali. 12 sconfitte ed un ritardo ampio accusato rispetto ai primi della graduatoria sono stati, in parte, cancellati da un cammino in Champions che ha visto i meneghini arrivare fino alla finale di Istanbul contro il City che ha prevalso con Rodri al termine di un match in cui i nerazzurri avrebbero meritato maggior fortuna.

Quest’anno è tutta un’altra storia. I numeri dei nerazzurri sono pazzeschi. Oltre ai 12 punti di vantaggio sulla seconda, dobbiamo narrare di 69 punti fatti sui 78 disponibili, (22 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta), 67 gol fatti e 12 subiti, +55 di differenza reti. Numeri stratosferici che certificano il primato nerazzurro con un popolo che, oramai, aspetta solo la matematica. Arriverà? Simone non vede l’ora.

La Champions è discorso a parte, ma il gol di vantaggio al Metropolitano rassicura una squadra compatta e quadrata. Sognare si può

L’eroe silenzioso fa parlare il campo

Ci sono diversi tipi di allenatore e questo è risaputo. C’è chi si lamenta e chi accetta di lavorare ciò che ha. C’è chi vuole quei determinati giocatori e chi, ogni estate, deve ricostruire le fondamenta della squadra, messe a dura prova dal mercato e dal bilancio. Ti vendono i migliori e ti ritrovi a lavorare con parametri zero valorosi, creare un altro vestito alla creatura e vedere se va bene.

L’anno scorso, di questi tempi, la panchina di Inzaghi era traballante. La dirigenza, nelle conferenze, lanciava segnali rispetto a quelli che erano gli obiettivi, ma l’Inter si trovava a vivere una metamorfosi kafkiana. Deludenti in campionato, belli da vedere in Champions

Il responsabile unico di questa situazione veniva ricercato nella figura dell’allenatore reo di governare una squadra troppo altalenante. Ha fatto tesoro di tutto Simone, ha preso appunti e quest’anno ha creato la creatura perfetta. Gioco e risultati combinati perfettamente in un amalgama che, entro i confini la sta facendo da padrone e in Europa può essere protagonista. Il primo protagonista però, è proprio lui che da due anni e mezzo si sta godendo questa creatura che cambia pelle ogni estate, ma che cresce quasi fosse la stessa di tre anni fa.

 

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Quelle sirene da spegnere presto

Strane sirene cominciano a farsi sentire dalle parti di Appiano Gentile. Sono sirene proveniente da Oltremanica. Squadre inglesi, tra cui il Manchester United, hanno messo gli occhi sul tecnico piacentino che tanto bene sta facendo in quest’annata. L’Inter cosa fa a proposito?

Nel pre Inter-Atalanta, Marotta ha rassicurato sulla volontà di continuare con Inzaghi e ha aggiunto che anche la controparte ha tutte le intenzioni di restare, ancora a lungo, in nerazzurro. La scadenza dell’attuale contratto è 2025 per cui c’è il tempo materiale per portare a conclusione questa stagione che presenta un finale tutto da vivere e poi, in estate, prima di preparare la lunga annata 2024/2025, sedersi a tavolino per porre le basi di un rinnovo che Simone Inzaghi merita e che sia lui che l’Inter vogliono.

La priorità adesso è finire la stagione, prendere ago e filo e cucire la seconda stella sulla casacca nerazzurra. Il Demone di Piacenza la sta cucendo piano piano, partita dopo partita, punto dopo punto. Manca sempre meno a raggiungere quello scudetto perso due anni fa ma che ora sembra essere molto lontano.

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