Ci si aspettava uno spettacolo a Bergamo. Si fronteggiavano il primo, l’Inter, ed il quarto, la Dea, miglior attacco della Serie A. Si fronteggiavano due idee di gioco molto simili che fanno del pressing e di calcio totale le componenti principali rispetto a quanto viene messo in campo. Spettacolo è stato, è mancata, solo una componente importante….il gol.

Handa-Musso: spettacolo tra i pali

Atalanta-Inter è stata partita piacevole. Apprezzata da tutti quelli che se la sono potuta gustare, comodamente, davanti alla tv. Non ci si è annoiati, dunque, nei 90 minuti del Gewiss Stadium.

Uomini copertina i due portieri della sfida. Musso da un lato e Samir Handanovic dall’altro. Il portiere argentino è stato decisivo in un paio di frangenti. Il portiere sloveno, invece, è stato sollecitato più volte.

Il capitano dell’Inter ha avuto la possibilità di dimostrare che è ancora un portiere che sa fare il suo mestiere. C’è tutto Samir Handanovic nelle 3 respinte fondamentali che, nel momento in cui la fase difensiva ha traballato, hanno tenuto in piedi la formazione di Simone Inzaghi. Dei 3 interventi, (su Pessina, Pasalic e Muriel), il più difficile è stato, probabilmente, quello sul giocatore colombiano. Un tiro forte sul primo palo prontamente respinto dal capitano della Beneamata reattivo come nei giorni migliori della sua carriera. Un messaggio lanciato a più destinatari. A Onana che ha capito che a Milano non verrà in villeggiatura sicuro del posto. Ai critici che l’hanno colpevolizzato in più occasioni senza tener conto di varie componenti. Soprattutto però, è stato un messaggio inviato a se stesso. Con questo Handanovic la seconda stella è meno lontana.

Un attacco che non punge

L’attacco dell’Inter ieri sera ha deluso. Eccezion fatta per Lautaro entrato tardi per cercare lo spunto vincente, gli altri 3 interpreti hanno deluso.

Correa, probabilmente, ha un po’ più di attenuanti rispetto agli altri. 23 minuti in campo senza riuscire ad incidere. Dalla sua il Tucu, ha la parziale scusa della difficoltà del match che rende ancora più complicato il compito a chi deve aiutare partendo dalla panchina e con, di conseguenza, meno tempo a disposizione rispetto agli altri. Chissà che Inzaghi non gli dia una possibilità da titolare mercoledì. Occorre “recuperarlo” alla causa.

I due punteri partiti titolare hanno deluso su tutta la linea. Il leone in gabbia, eroe di Supercoppa, s’è dimenticato la chiave per uscire dalla prigione. Fumoso e senza idee non è riuscito ad incidere nella partita. Vero è che il cileno ha sollecitato Musso nel primo tempo, ma è altrettanto veritiero che quel caso isolato sarebbe stato reso vano, in caso di gol, da un fallo di Barella ad inizio azione. Il suo compagno di reparto ha vissuto, anch’egli una serata anomala. Troppi errori in fase di appoggio, ma soprattutto due occasioni che pesano come un macigno: un colpo di testa nel primo tempo, ed uno, con errore ancora più grave, nel secondo su sponda di Dumfries che meritavano un finale migliore. Non è un processo, ma da Dzeko da Sarajevo è lecito attendersi di più.

Chiudere gennaio con il sorriso…

Gli altri reparti han fatto la loro prestazione pulita e gradevole. Bene il centrocampo, anche Vidal che ha impegnato il portiere con un tiro da fuori. Bene la difesa con l’innesto di D’Ambrosio, a cui non si può chiedere di più rispetto al tiro sul primo palo sul tramonto del match.

Un punto al Gewiss Stadium si può mettere in preventivo. La si poteva vincere, come la si poteva perdere. Basta ripartire. L’Inter chiuderà gennaio con le sfide casalinghe contro l’Empoli (Coppa Italia) e Venezia. I primi 15 giorni di Febbraio diranno molto, con le sfide a Milan, Napoli e Liverpool. Handanovic vuole esserci. E l’attacco?

Demetrio Bruno
Scrivere è bello. Farlo parlando della propria squadra del cuore credo sia la massima aspirazione per chiunque sogni di fare questa professione.