Il calcio, si sa, è tutto un insieme di sliding doors. Il giorno prima sei al top ed il giorno dopo ti ritrovi nel baratro di un’inconsistenza fisica e mentale. Ci vuole tanto ad issarsi sulla cresta dell’onda, ci vuole un amen per finire risucchiati in un vortice. E’ quanto accaduto, anche di recente, a Stefan De Vrij, il quale si è dimostrato, e si sta dimostrando, un professionista con la P maiuscola
Un inizio da scudetto…
Stefan De Vrij è arrivato all’Inter nell’estate del 2018. Ricorderete le polemiche per il rigore causato nell’ultima gara del campionato 2017-2018, Lazio-Inter, quando da fresco promesso sposo nerazzurro, provocò in maniera ingenua il rigore del 2-2, (trasformato da Icardi). I nerazzurri poi vinsero 2-3 certificando il ritorno in Champions dopo anni di assenza.
Al suo arrivo nella Milano nerazzurra De Vrij diventa subito il perno della retroguardia prima di Spalletti e poi di Antonio Conte. Con il tecnico leccese De Vrij raggiunge l’apice, ad ora, della sua avventura milanese con il raggiungimento dello Scudetto conquistato nel 2021. L’anno prima, tra le altre, aveva messo la firma nel derby vinto in rimonta con l’Inter sotto 2-0 che recuperò fino al 4-2 finale. A Stefan il merito d’aver segnato il gol del sorpasso, (3-2). Tutto sembra volgere al meglio per l’avventura nerazzurra dell’olandese, ma…
Con Inzaghi inizio flop
….ma c’è un momento in cui, nel primo anno di Simone Inzaghi, De Vrij entra in un vortice ampliato dall’acquisto di Acerbi. Nel famoso derby in cui si è girato, ahinoi, Giroud, parte della responsabilità sulla girata del francese è da attribuire all’olandese troppo lontano in marcatura rispetto al numero 9 avversario che ha potuto battere facilmente verso la porta. E’ qui che il numero 6 comincia ad accusare qualche problemino di troppo.
L’acquisto, nell’estate successiva, di Acerbi porta l’orange a sedersi in panchina. Darmian-Acerbi-Bastoni rappresenta il terzetto difensivo su cui si poggia l’Inter inzaghiana che arriva fino ad Istanbul. L’olandese è ai margini, destinato a qualche scampolo di gara, tant’è che tutti nell’ambiente Inter, tifosi compresi, credono che le chances di rinnovo siano ridotte a zero, o giù di lì. In estate, però, succede l’impensabile e il numero sei rimane a San Siro e a Milano. Ed ecco che entra, ora in gioco, il professionista
Un professionista con la P maiuscola
Molte volte gli scivoloni rappresentano, semplicemente, delle lunghe rincorse verso trampolini ancora più alti, ed è questo quello che succede al professionista De Vrij. Come in tutte le cose, ci mette lo zampino anche la fortuna che permette all’olandese di prendersi la maglia da titolare nelle prime tre giornate di questo campionato, complice l’infortunio di Acerbi
Stefan guida con maestria la difesa e la fase difensiva di una squadra che si scopre granitica. 0 gol subiti contro Monza, Cagliari e Fiorentina sono merito, anche, del numero 6 che torna così sugli standard a cui aveva abituato. E’ questa la stagione della rinascita del classe 1992 che permette ad Inzaghi di avere un titolare in più nelle rotazioni difensive. La sua centralità, infatti, permette al tecnico piacentino di poter dirottare Acerbi a sinistra, al posto di Bastoni per permettere a Basto di riposare. Addirittura, nelle ultime partite, De Vrij ha dato la possibilità ad Inzaghi di far riposare Dumfries, alzando Darmian e mettendo l’orange come braccetto di destra. Professionalità al potere.
Tra una settimana a Torino, a meno di sorprese clamorose ed inpronosticabili, De Vrij occuperà la zolla centrale con Darmian a destra e Acerbi a sinistra. Con un professionista così l’emergenza difensiva fa un po’ meno paura
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