L’Inter ha iniziato il mercato di gennaio mettendo a segno, in breve tempo, il primo colpo. E’ da poco ufficiale l’acquisto di Tajon Buchanan, esterno dalla doppia nazionalità, canadese e giamaicana, che, nello scacchiere nerazzurro dovrà sostituire Juan Cuadrado, operatosi e fermo ai box fino ad aprile. Proviamo a scoprire chi è il nuovo acquisto.

Tajon Buchanan, il primo canadese della storia nerazzurra

Buchanan porta con sé, in questo suo approdo all’Inter e, più in generale, in Serie A, un primato, sicuramente, importante ed interessante. Il giovane esterno è, infatti, il primo canadese della storia a venire a calcare i campi del nostro glorioso campionato, nonostante la storia della maggior parte dei club presenti sia ultracentenaria

Il classe 1999, (25 anni il prossimo 8 febbraio), era da tempo sul taccuino degli uomini di mercato nerazzurri che hanno individuato in lui il rinforzo ideale per la fascia destra. In un primo momento si pensava che venisse utile per l’estate, vista la difficoltà per il rinnovo di Denzel Dumfries. L’infortunio di Cuadrado ha portato all’accelerazione dei tempi e al conseguente esborso di 7 milioni di parte fissa più 3 di bonus pur di portare Tajon a Milano

L’operazione è stata, ovviamente, avallata dal Presidente Steven Zhang che ha, probabilmente, captato la necessità lampante di un investimento sull’esterno, (al netto di ogni discorso relativo alla punta). La speranza di tutti , in viale della Liberazione, è che il primo canadese della storia in Serie A venga ricordato ai posteri come un crac più che come un autentico flop, visto e considerato che la situazione contrattuale di Dumfries potrebbe aiutare Buchanan a ritagliarsi più spazio di quanto si possa pensare

Corsa e dribbling a servizio di Inzaghi

Buchanan arriva a Milano provenendo dal campionato belga, più precisamente dal Bruges. Da una maglia nerazzurra ad un’altra dunque, ma, sicuramente, la difficoltà dei due campionati non è paragonabile. La Serie A ha un tasso qualitativo più alto e, di conseguenza, Buchanan dovrà adattarsi ad una situazione diversa mostrandosi capace di adempiere alle due fasi. Ma con che caratteristiche arriva a Milano il canadese?

Nel campionato belga, il 24enne ha messo in mostra, in fase offensiva, un’ottima capacità di dribbling, unita ad una velocità elevata, (può arrivare a toccare i 35km/h), che gli permettono, il più delle volte, di essere efficace nelle situazioni di uno contro uno. Da questo punto di vista, dunque, rappresenta il profilo ideale per adempiere ai compiti richiesti da Inzaghi che, a sua disposizione, ad oggi, non ha un vero e proprio dribblatore. E’ lecito aspettarsi che, quando verrà chiamato in causa, Buchanan verrà spesso “isolato” contro il suo diretto marcatore, sulla propria propria fascia di competenza. Questo, ovviamente, per sfruttare al meglio la propria  velocità di gambe

Chi l’ha visto giocare racconta, però, di una minor capacità di adempiere alla fase difensiva. E’ questo lo skill in cui l’esterno dovrà migliorare per potersi dimostrare all’altezza di un campionato competitivo come la Serie A. Ad aiutarlo dovranno essere, sicuramente, sia Simone Inzaghi, focalizzandone i movimenti su questo aspetto, che i compagni che dovranno avere la capacità di raddoppiare quando si troverà in difficoltà.

I segreti che Tajon porterà in valigia

Come tutti noi, anche Buchanan, porta con sé dei segreti, o per meglio dire delle curiosità che, ovviamente, sono sbarcate con lui all’aeroporto di Linate. Tra queste curiosità ce n’è una che aprirà un contenitore di ricordi ampio per i tifosi nerazzurri. Li riporterà a, circa, 20 anni fa quando a calcare i campi di San Siro era Obafemi Martins. In caso di gol, infatti, Tajon è solito esultare con una serie di capriole che ricordano l’ex numero 30 nigeriano. A San Siro già aspettano la prima marcatura per volare sull’ottovolante della memoria.

Gli altri aspetti che arricchiscono i segreti di Buchanan sono strettamente collegati alla sua storia, alle sue origini e hanno, senza dubbio, “contribuito” a farlo diventare l’uomo che è ora. La più nostalgica è legata al secondo nome, Trevor, che il padre ha deciso per lui in memoria di un pugile giamaicano, (Trevock Berbick) morto, assassinato, all’età di 52 anni. Al padre, ma assumendo un risvolto negativo, è legato anche il suo trasferimento negli Usa ed il primo approccio con il calcio. Quando il ragazzo era piccolo, in seguito alla venuta a mancare del padre, è stato costretto a lasciare Brampton, (la città dei fiori canadese sita nella provincia dell’Ontario, e sua città Natale), per trasferirsi in Colorado. Questo fu possibile grazie all’adoperarsi del padre del migliore amico di Buchanan.

Fu in Colorado che il classe 1999 ebbe il primo e definitivo approccio con il calcio, nonostante un ragazzo della sua nazionalità ha più chances con altri tipi di sport come l’hockey.

Adesso è tempo di tornare in Belgio per risolvere gli ultimi cavilli burocratici e poi sarà tempo di iniziare ufficialmente la nuova avventura

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