Non era lui quello che pennivendoli e chiacchiere da bar paventavano da mesi, non era lui quello che tutti i tifosi avrebbero voluto nel centrocampo della Benamata.

Tutti aspettavano il colpo ad effetto, il nome e la grinta che avrebbero fatto tremare – insieme a San Siro – anche le tifoserie avversarie.

Ma alla fine è arrivato lui: Matías Vecino. Con poco clamore e tanto scetticismo da parte dei tifosi interisti che inneggiavano all’ennesimo pacco.

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I suoi tacchetti e la sua corsa sono costati 24 milioni di euro, decisamente troppo per uno che nelle sue quattro stagioni in serie A con Empoli, Cagliari e Fiorentina aveva collezionato 112 presenze e 9 gol, senza mai catturare l’attenzione dei grandi club.

Troppo lungo il suo viaggio verso la sponda nerazzurra di Milano – Neymar al Psg c’ha messo meno – quando l’unica cosa da fare era pagare la clausola rescissoria.

Quasi sbeffeggiato insieme a Skriniar, l’altro sopravvalutato del mercato nerazzurro, dopo appena dieci giornate di campionato Matías Vecino è diventato un punto fermo. Dopo appena dieci giornate il suo investimento si è rivelato un buon affare, una scossa per un centrocampo che sembra avere trovato la sua quadratura.

Corsa – mamma mia quanta corsa! – recuperi, dribbling, contrasti, volate palla al piede a rompere le righe e incursioni in area. Quantità e qualità in crescendo partita dopo partita. Giusto il tempo di conoscere l’ambiente e inserirsi alla perfezione nei meccanismi della squadra e voilà: un bel centrocampista con numeri di tutto rispetto che se dovessero confermarsi ancora lo renerebbero più insostituibile di quanto già sembra esserlo.

Numeri? Ho detto numeri? Eccone alcuni, giusto per farci un’idea:

  • 10 presenze, 8 da titolare, per 750 minuti giocati;
  • 1 gol contro la Roma e un assist;
  • 641 passaggi totali, con un percentuale di successo pari all’89,7%;
  • 50% di contrasti vinti e 80% di dribbling riusciti;
  • 7 palloni intercettati, 11 respinte difensive.

E corsa, tanta corsa. Sempre lucido, ordinato, preciso. Il tuttocampista che magari per l’Inter non era una priorità – Sabatini diceva di cercare i gol – ma che oggi si rivela un elemento prezioso sia a supporto della difesa che dell’attacco.

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Oggi iniziamo a comprendere il perché mister Spalletti premesse per il suo arrivo. Oggi iniziamo a pensare che questo ragazzo possa dire la sua e fare la differenza nel nostro centrocampo.

Da bidone a scommessa che potrebbe rivelarsi vinta, con la consapevolezza che sbagliarsi – a volte – porta nuove speranze, sorrisi e non cocenti delusioni.

Quando ti rendi conto che il pacco conserva dentro di sé solo una bellissima sorpresa: Matías Vecino!

 

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