C’è un frangente, nella caotica vita dei cittadini milanesi, in cui tutto si ferma. E’come se si fermasse il tempo in quell’ora e mezza in cui le facce di tutti sono rivolte su San Siro e sul derby meneghino che nel corso degli anni ha regalato gioie e dolori, ma soprattutto ha dato alla storia personaggi indelebili per chi tifa nerazzurro.
Quanto dura un derby? Ce lo insegna Prisco
Un derby non dura mai l’ora e mezza della battaglia leale in campo. Un derby, come quello di Milano, cattura almeno la settimana prima, quella dell’attesa snervante e spasmodica, e quella dopo, quella dello sfottò. Sfottò che si protrae anche nel tempo, fino almeno, al derby successivo….se non addirittura oltre. Sfottò continuo? Fate bene a pensare al nerazzurro per eccellenza….l’avvocato Peppino Prisco.
Il Milan era per Prisco uno dei bersagli preferiti. I rossoneri erano per lui oggetto di continue prese in giro, anche in situazioni importanti come possono essere riunioni con i soci dell’Inter. Provare per credere?
Questo come molti altri sfottò, tra cui “torneranno torneranno torneranno in serie B” rappresentavano i cavalli di battaglia per eccellenza del sempre amato avvocato nerazzurro. La particolarità di Prisco. Essere ben voluto e ricordato con affetto anche dagli stessi cugini rossoneri, per il suo essere uomo di calcio
Facce da derby: i giocatori in campo
Ci sono stati giocatori che più di altri hanno rappresentato il derby da parte nerazzurra. A volerne citare due su tutti verrebbe da dire Nicola Berti e Marco Materazzi. Il concetto di rappresentanza va oltre il semplice gol segnato. Stiamo parlando di due personaggi degni eredi di Peppino Prisco. Iconica l’espressione coniata dall’ex centrocampista nerazzurro che, dopo un derby perso malamente, disse: “Meglio sconfitti che milanisti“. Se non è espressione d’interismo puro questa, non so cosa possa esserlo. Scherzoso come Prisco, non ha mai mancato di compiere gesti scherzosi nei confronti dei rivali. E poi, come detto, Matrix. Uno con l’inter targata sul cuore
Risalendo ai tempi recenti c’è ne sarebbero tanti da citare. Ma ci vogliamo soffermare su due numeri. Il 22, su sfondo nerazzurro, ed il 20, su sfondo rossonero. Ricordate qualcosa o qualcuno? Ebbene si. Diego Alberto Milito. Eroe del triplete targato Mourinho e uomo derby in più di un’occasione. Basti pensare che Milito, (e Pandev), mise la firma nel derby vinto 9vs11. Anche in quell’occasione scherzò con il terzino del Milan Ignazio Abate, numero 20, prima di battere Dida. Storie di derby.
E poi c’è chi il derby l’ha vissuto da ambo le parti. Tanti, troppi, giocatori. Pirlo, Seedorf, Guly, Coco, Chalanoglu, Ibra, Crespo, Vieri,(fischiato dai tifosi nerazzurri) e, anche…..Ronaldo. Legato al Fenomeno si collega uno dei grandi dispiaceri che io abbia vissuto dal vivo allo stadio. Il gol, con annessa esultanza, mi fece star male. Mi sentii tradito dal primo giocatore della mia vita che ho riconosciuto come idolo. Non tanto per il gol, che era il suo mestiere, quanto per l’esultanza annessa nei confronti di un popolo che lo stava si fischiando, ma che gli aveva voluto bene e l’aveva supportato nei momenti difficili. Quel derby fu poi vinto in rimonta, ma la sensazione di dispiacere me la ricordo ancora dopo 15 anni.
Che derby sarà?
Sabato, ad orario aperitivo, le facce di molti saranno su S.Siro. Handanovic contro Maignan, Dzeko e Lautaro contro Ibra e Giroud. Gente abituata a fare i gol, come i campioni del passato. Difficile dire chi prevarrà. Una cosa è certa. Ci sarà sfottò. Uno sfottò che andrà avanti fino almeno al derby successivo, o anche per sempre, dipende quanto siamo tutti Peppino Prisco.