Werckmeister Harmonies

Sull’ultime soglie
ne ho cinque, di voglie:
per ultimo gusto
un vino vetusto;
per ultimo tatto
il pelo di un gatto;
per ultimo udito
del mare il muggito;
per ultima vista
un ciel d’ametista;
per ultimo odore
l’occulto d’un fiore.
Infine vorrei
il cinque far sei
e stringermi al petto
avanti ch’io muoia,
ignuda nel letto,
la figlia del boia.

(Gesualdo Bufalino)
 
Sulle onde morbide e lente
si addolcisce il mare,
sono disegni senza importanza
e traiettorie incomprese.
Si appresta il terrore, lì,
dove dimentica il benessere del sole
la disintegrata incertezza
che ci porta a scrutare
l'orizzonte più malato,
la bocca più carnosa
che muove le sue grinfie evanescenti
mentre qui davanti
ci muore in gola
l'infinito.
Sulle rotaie inerti
dove battibeccano patrie deluse,
sui vespri silenziosi
che ci circondano il calice
e sulle trincee a vuoto:
lì la musica si alza.
 
Quando canti parla
un dio che non impara mai
il soffice distacco
tra la tua bocca aperta
che chiede grazia e violenza

La guerra la combattono
gli idioti, gli inferociti
ed i disperati

gli altri si tengono una mano
sul capo dolente
e sognano soltanto
di dimenticare

il tremore di mani
la paura l'orrido il degrado
le parole,
se necessario,
la dignità
se inclusa nel prezzo.

Quando canti tace
un oceano di voci instupidite
dal mercato globale
della noia

e porterò
i tuoi occhi lucidi per sempre
l'amore è una vendetta di chi
non ha mai passato
una notte al buio
guardando cieli inutili
e pregando
divinità inesistenti.
 
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