Sulle onde morbide e lente
si addolcisce il mare,
sono disegni senza importanza
e traiettorie incomprese.
Si appresta il terrore, lì,
dove dimentica il benessere del sole
la disintegrata incertezza
che ci porta a scrutare
l'orizzonte più malato,
la bocca più carnosa
che muove le sue grinfie evanescenti
mentre qui davanti
ci muore in gola
l'infinito.
Sulle rotaie inerti
dove battibeccano patrie deluse,
sui vespri silenziosi
che ci circondano il calice
e sulle trincee a vuoto:
lì la musica si alza.