Il pareggio interno contro il Sassuolo ha avuto l’effetto di deprimere l’intero ambiente nerazzurro: addio ai sogni di rimonta scudetto e nuovo processo alla squadra di Conte. I troppi punti di distanza dalla Juventus e il largo vantaggio sulla Roma quinta, però, rischiavano di ridurre al minimo le motivazioni del gruppo e anche dei suoi tifosi. L’entusiasmo svanito per effetto del campo, però, si è ridestato con l’acquisto di uno dei migliori esterni destri in circolazione. La notizia dell’accordo raggiunto per Hakimi – circolata nel pomeriggio di venerdì dopo una trattativa portata avanti in segreto da marzo – ha rilanciato le ambizioni e la fame del popolo nerazzurro. Tuttavia, l’euforia dell’ambiente non è stata ripagata dal campo, in quel di Parma, almeno nei primi 70 minuti.

PAGELLE PARMA-INTER

Che in una partita di calcio rappresenta un lasso di tempo enorme, ed è per questo che probabilmente la vittoria dell’Inter di ieri sera – arrivata grazie a due difensori con un doppio colpo di testa – si può dire immeritata. Ma nello stesso tempo il risultato in Emilia ha rappresentato un effetto della legge del contrappasso, da leggersi in positivo per l’Inter: tante, troppe volte in questa stagione la squadra di Conte ha meritato di vincere ma non ci è riuscita, alimentando quella frustrazione e quell’amarezza tipica di chi avverte un senso di ingiustizia legato al risultato finale. Ultimo esempio, il 13 giugno a Napoli nella semifinale di ritorno di Coppa Italia. Ma questa volta no, questa volta l’Inter sfrutta l’inerzia del match – improvvisamente mutata – e porta a casa i tre punti. Non si può, però, glissare sulla prova negativa che ha contraddistinto gran parte del match.

Svogliati

Senza Conte in panchina, l’Inter sembra perdere il furore tipico del suo allenatore. Ancora una volta, i nerazzurri subiscono un gol ampiamente evitabile, con un lancio di Kucka che manda in tilt l’intera difesa nerazzurra, consentendo a Gervinho di ricevere – complice un erroraccio di Candreva – accentrarsi e concludere in rete eludendo anche D’Ambrosio. Ecco, la difesa, che mostra i soliti pericolosi difetti. Ogni qualvolta il Parma entra in possesso della palla, riesce spesso e volentieri ad essere pericolosissimo in transizione, trovandosi ripetutamente in situazioni di parità numerica. I tre d’attacco della squadra di D’Aversa contro i tre di difesa della squadra di Conte. Se a questo aggiungiamo le difficoltà di Godin e D’Ambrosio, il gioco – per il Parma – è fatto. Fortunatamente, almeno per una volta, sono gli altri a non uccidere la partita e a tenere in vita l’Inter. Per tutta la durata del primo tempo, l’Inter in fase offensiva combina veramente poco, risultando evanescente nelle sue iniziative. Gli interpreti nerazzurri appaiono ampiamente svogliati, demotivati, confermando i timori della vigilia.

Involuzione Eriksen

E c’è da interrogarsi, purtroppo, sulla prestazione di Christian Eriksen: raccapricciante. Lento, impacciato, senza un briciolo di grinta. Ed è vero che il dinamismo non è il suo forte, ma sbaglia tanto anche nei frangenti in cui dovrebbe mostrare il meglio di sé, ovvero nella qualità dei passaggi e dei tiri in porta, nonostante si presentino delle ghiotte occasioni dai 20 metri. E se a gennaio e febbraio al danese si potevano concedere le attenuanti derivanti dall’effetto ambientamento, adesso ci si aspetta che cominci a fare la differenza. E la prova di ieri non è accettabile per un giocatore con le sue potenzialità. Eriksen ha l’obbligo di rifarsi a partire dalle prossime partite. Delude anche Lautaro Martinez: è spaesato, impreciso e sterile. Ed infatti, nel primo tempo ma soprattutto per buona parte della ripresa, è Romelu Lukaku a prendersi la squadra sulle spalle, giocando spalle alla porta e facendo guadagnare metri ai suoi. Troppo poco, però, per ribaltare il risultato. E stavolta la svolta arriva dalla panchina: un altro contrappasso, per una squadra che troppe volte non ha ricevuto l’apporto sperato dai nuovi entrati.

Finalmente Alexis

È Alexis Sanchez, in particolare, a dare la svolta alla partita. Il Nino Maravilla impegna ripetutamente la difesa avversaria, che fino a quel momento aveva tranquillamente gestito le sortite offensive nerazzurre, creando scompiglio e calciando anche pericolosamente in porta, vedendosi respingere la conclusione da Sepe. Contributo importante, quello del cileno, che cercherà in ogni modo di convincere la dirigenza nerazzurra e Antonio Conte a confermarlo anche per la prossima stagione. Di sicuro, è fondamentale che Sanchez sia presente ad agosto in Europa League, perché ha dimostrato quanto sia in grado di cambiare l’inerzia del match con la sua freschezza. E a proposito di ricambi, arriva il secondo gol stagionale dalla panchina, e lo segna ancora Alessandro Bastoni, a tre minuti di distanza da quello del compagno di reparto, Stefan De Vrij, bravissimo a sfruttare la sponda aerea di Lautaro. Sul gol dell’1-2, è fondamentale l’altro giocatore il cui impiego nella prossima Europa League è in dubbio, ovvero Victor Moses. Dopo le prime prove in nerazzurro caratterizzate da molte critiche per prevedibilità e mancanza di qualità, il nigeriano mette dentro un cross al bacio per Bastoni, che realizza indisturbato il gol del vantaggio.

Conclusioni

Per una volta è l’Inter a vincere immeritatamente e sono gli avversari a graziarla, dandole linfa necessaria per restare in vita. E per una volta è l’Inter a sentire l’odore del sangue ed azzannare la preda. Una vittoria importante, che deve rappresentare lo spartiacque per chiudere in crescendo il campionato. Perché lo scudetto è impossibile, ma è importante evidenziare il netto miglioramento rispetto alle ultime due stagioni. Sotto tutti i punti di vista: posizionamento in classifica, distanza da chi sta davanti e chi sta dietro, punti totali. Il progetto dell’Inter non ammette passi indietro.

 

24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.