È stata l’ennesima vigilia tormentata per l’Inter 2020-21. Se prima del derby Appiano Gentile si era totalmente svuotato a causa di Covid e nazionali, questa volta a sconquassare la preparazione in vista dell’esordio in Champions League ci ha pensato la positività di Achraf Hakimi, che desta grande preoccupazione soprattutto per i tamponi che verranno effettuati nelle prossime ore ai compagni, allo staff tecnico e a tutto il resto del gruppo squadra. L’augurio più grande che il tifoso nerazzurro deve rivolgere al futuro prossimo è innanzitutto che non ci siano ulteriori brutte notizie.

Nonostante il calcio e il mondo intero siano cambiati rispetto a un anno fa, c’è un punto comune che – nostro malgrado – si può individuare rispetto alla scorsa stagione: l’Inter stecca ancora l’esordio in Champions League. Tuttavia, un anno fa i nerazzurri di Conte erano partiti a razzo in campionato, sbagliando per la prima volta proprio nella massima competizione europea disputando una pessima partita contro lo Slavia Praga a San Siro. Questa volta, purtroppo, anche gli ultimi risultati in campionato sono risultati scadenti (un solo punto fra Lazio e Milan). È ancora pareggio casalingo, a distanza di un anno, nonostante nel complesso la prestazione sia stata migliore e l’avversario di maggior livello rispetto allo Slavia. Adesso, dopo il passo falso contro il Borussia Monchengladbach, diventa già obbligatorio vincere fra cinque giorni in Ucraina contro lo Shakhtar Donetsk, ieri clamorosamente vittorioso a Madrid contro il Real. In caso contrario, la qualificazione diventa obiettivo arduo.

Sorprese e certezze

L’improvvisa indisponibilità di Hakimi ha lasciato i tifosi nerazzurri nello sconforto, spingendo contemporaneamente i più a storcere il naso riguardo al suo sostituto in campo, quel Matteo Darmian arrivato a Milano nell’ultimo giorno di mercato fra mille mugugni e perplessità. A sorpresa, però, l’esterno ex Parma ha sfornato una prestazione ottima: se del numero 36 si conosceva l’abilità nell’essere ordinato in fase difensiva, ha sorpreso soprattutto il suo costante apporto quando il pallone fra i piedi ce l’aveva l’Inter, sin dai primi minuti. Già, perché i nerazzurri – soprattutto nel primo tempo – hanno tenuto sempre in mano il pallino del gioco scoprendosi però inconsistenti. I tedeschi, d’altronde, si sono piazzati costantemente nella propria metà campo, uscendo fuori soltanto dopo il gol del vantaggio nerazzurro. Siglato, neanche a dirlo, dal solito Romelu Lukaku. Il belga segna in Europa per la nona partita consecutiva, numeri pazzeschi, confermandosi il re dell’inizio della stagione nerazzurra, regalando ai suoi l’illusione della vittoria prima e il sollievo del pareggio in extremis poi. I suoi compagni deputati a far male alle difese avversarie si dimostrano discontinui, sia fra una partita e l’altra che durante uno stesso match. Basti pensare a Christian Eriksen, che ieri ha mostrato lampi di classe ed è partito bene ma che non riesce a trovare continuità all’interno della gara. La speranza dell’Inter è che possa riuscirci, visto che il salto di qualità nerazzurro è profondamente legato allo scoccare di quell’agognata scintilla.

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Alexis Sanchez e Lautaro Martinez, reduci dai viaggi intercontinentali della scorsa settimana, si sono alternati per 45 minuti a testa al fianco di Romelu. Il cileno ha dimostrato di essere fuori forma e poco incisivo sotto porta, ma la pessima notizia è il nuovo infortunio che lo ha costretto ad abbandonare il terreno di gioco già nell’intervallo. Il Toro ha regalato un paio di lampi da campione, come in occasione della splendida girata finita sul palo, non riuscendo tuttavia ad essere determinante come il suo compagno di reparto. Gli attaccanti nerazzurri hanno avuto modo di avvalersi delle iniziative sulla destra, mentre a sinistra è mancato ancora Ivan Perisic, a parte qualche sporadico sprazzo: sempre in ritardo e a tratti innocuo, forse preoccupato dall’apporto da offrire in fase difensiva a protezione di Kolarov, memore degli schiaffi ricevuti nel derby. Ma sono veramente troppi gli interpreti che non riescono a trovare continuità: non è un caso che l’Inter, nonostante abbia comandato per larghi tratti il gioco, abbia creato tutto sommato pochi pericoli ai tedeschi.

Quando l’esperienza tradisce…

È ancora una volta un nuovo acquisto, un giocatore con grande esperienza internazionale a tradire l’Inter. Chi non ti aspetti. Se nel derby era stato Kolarov, ieri a sbagliare grossolanamente in occasione dei due gol del ‘Gladbach è stato Vidal. Il fallo da rigore per i tedeschi è un’enorme ingenuità, che si somma a quella di Kolarov su Ibrahimovic nel derby e fa deragliare un treno incanalatosi sui giusti binari dopo il gol del vantaggio di Lukaku. E come non parlare della seconda rete tedesca, quando il cileno non si accorge di avere alle spalle Hofmann, che ha vita facile nel battere un incerto (vedi uscita scriteriata poco prima) Handanovic. Facile dire che all’Inter giri tutto male in questo periodo a livello di episodi, più difficile fare un’analisi a 360 gradi di cosa non va in questa squadra. Perché quando si steccano tre partite consecutive non è caso, non è sfortuna, non ci sono episodi che tengano. La situazione, sia in Serie A che in Champions League, resta ampiamente reversibile. Conte e la squadra, però, lavorino per migliorare e trovare soluzioni decisive prima che sia troppo tardi.

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24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.