Il calcio, si sa, è fatto di episodi e, quando i meccanismi di squadra non girano nel verso più giusto e gli attori in campo non sembrano essere nel periodo di maggiore forma, sono spesso le giocate individuali a fare la differenza, nel bene e nel male.

Contro il Bologna, una settimana fa, Lautaro Martinez si è trovato sul destro la palla del pareggio al 95’, ma il tiro dell’attaccante argentino era finito mestamente a lato. Sabato scorso invece, il destro del Toro si è insaccato sotto la traversa per il gol della vittoria che frena la crisi dell’Inter in questo 2019, iniziato in maniera a dir poco disastrosa.

L’Inter si è presentata a Parma senza Politano (squalificato), Borja Valero e Keita (entrambi infortunati).

Spalletti opta per un 4-2-3-1 che vede D’Ambrosio, DeVrij, Skriniar e Asamoah a formare la linea difensiva davanti ad Handanovic, Brozovic e Vecino in mediana, Perisic, Nainggolan e Joao Mario (col Ninja ad agire come trequartista) a supporto di Icardi.

L’avvio del match ripercorre la galleria degli orrori vista contro il Bologna (se non peggio), con la squadra nel suo complesso incapace di prendere le redini del gioco ed anzi, quasi rassegnata a subire il forcing di un Parma sceso in campo con la consapevolezza di avere buone chances di portare a casa punti pesanti.

La traversa di Gervinho al 21’ è un po’ la cartina di tornasole dell’inizio di partita dell’Inter.

L’ivoriano del Parma riceve palla sulla sua trequarti con D’Ambrosio che l’aveva seguito sin lì in evidente marcatura a uomo. Il problema per l’Inter è che il terzino sbaglia completamente il tempo dell’intervento, lasciano campo aperto a Gervinho per triangolare con Iacoponi ed involarsi indisturbato sulla fascia.

Ad onor del vero non c’è solo l’errore di D’Ambrosio in questa occasione da gol per il Parma: Vecino si fa saltare con troppa facilità dall’ivoriano, lo stesso Nainggolan avrebbe potuto frapporsi tra lui e Iacoponi in precedenza, così come DeVrij non chiude con decisione, forse distratto dal fatto che D’Ambrosio, nel frattempo rientrato in difesa, avrebbe a sua volta potuto tentare di intervenire.

Parlavamo dell’importanza degli episodi: in questo caso lo scampato pericolo (pochi centimetri più in basso e la palla di Gervinho avrebbe calato un’ascia pesantissima sulla testa di un’Inter in bambola) ha finito per dare una scossa alla squadra di Spalletti.

Da quel momento in avanti infatti, il Parma cala di intensità e l’Inter piano piano riesce a prendere campo, seppur in maniera sterile.

Icardi sembra l’ombra di se stesso e risulta del tutto avulso dalla partita, sia a livello di manovra che di conclusioni in porta.

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Fatto sta che comunque la squadra di Spalletti nel secondo tempo cambia decisamente marcia e attacca a pieno organico un Parma che non riesce più a costruire un’azione pericolosa.

Le statistiche diranno che l’Inter ha avuto il 64% del possesso palla nel match, la gran parte del quale passato nella metà campo avversaria.

Il problema è sempre lo stesso: la fase “dell’ultimo passaggio”. Non si riesce a creare vere occasioni da gol, mancano le imbucate, ci si rifugia nei cross, per lo più sballati o sprecati da un Icardi irriconoscibile.

La svolta la dà Spalletti, che al 77’ mette in campo Lautaro Martinez per Joao Mario. Il cambio avviene nel momento in cui il Parma sembra aver toccato l’apice della stanchezza, soprattutto negli interni di centrocampo. In particolar modo Kucka non ne ha più ed è proprio il giocatore slovacco ad impappinarsi in mediana con la pressione di Perisic e Brozovic efficiente nel togliergli il pallone a vantaggio di Nainggolan.

Il belga, autore di una gara comunque in crescendo, fa la cosa migliore da quando è all’Inter: riceve palla a centrocampo, alza la testa, vede spazio davanti a sé e avanza palla al piede. Qui Icardi fa una gran cosa tagliando verso l’esterno e aprendo in questo modo la difesa del Parma. Nel pertugio creatosi si infila lesto Lautaro Martinez che riceve una palla al bacio dal Ninja che El Toro è bravo a spedire alle spalle di Sepe per il pesantissimo gol vittoria.

I 3 punti guadagnati sabato ci permettono di mantenere invariate le distanze dalle inseguitrici che non mollano un colpo.

Per tornare a dormire sogni più tranquilli servirà recuperare la vena realizzativa di un Icardi che non segna in campionato dalla partita contro l’Udinese (su rigore peraltro) del 15 Dicembre, ovvero da 7 partite.

Un’enormità per un bomber di razza come lui.

Se ne sarà accorta anche Wanda Nara che, con il suo atteggiamento in merito alla richiesta di adeguamento, ha senz’altro contribuito ad innescare una spirale psicologica da cui Maurito dovrà uscire il prima possibile.

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