Ricordiamoci di questa data: 6 giugno 2016. Questo è il giorno in cui Suning entrò ufficialmente nell’Inter come azionista di maggioranza. Fu quasi come un fulmine a ciel sereno, per la rapidità con cui venne conclusa l’operazione. In realtà, era noto da tempo che l’allora presidente Erick Thohir stesse cercando un’acquirente con maggiore disponibilità economica. E lo trovò, infine, in questo colosso cinese tuttavia semi sconosciuto in Europa. Ma il rapporto tra i nuovi proprietari dell’Inter ed i tifosi fu rose e fiori sin dall’inizio? Assolutamente no. La diffidenza verso un gruppo imprenditoriale poco avvezzo al calcio (e proveniente dall’estero) fece sì che molti tifosi guardassero con diffidenza il loro arrivo a Milano.
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Joao Mario e Gabigol che flop
I primi mesi di Suning, sono stati macchiati da due grossi errori nel calciomercato. Suning si affidò all’agente Kia Joorabchian, il quale agì da procuratore e non da direttore sportivo dell’Inter portando in nerazzurro Joao Mario dallo Sporting Lisbona per la “modica” cifra di 40 milioni di euro più bonus. Il portoghese si rivelò un flop.
Questo portò, anche se involontariamente, a dei contrasti con l’allenatore, Roberto Mancini, che intanto era tornato a Milano in cerca di bissare i successi che innescarono il triplete mourinhiano. In una società vincente, presidente ed allenatore lavorano sempre in sintonia per il bene della squadra. Infine venne avvallato l’acquisto di Gabriel Barbosa, rivelatosi anch’esso un totale fallimento.
Questi errori, oltre alla decisione di Erick Thohir di chiamare Frank De Boer al posto del dimissionario Mancini (eravamo ancora in preparazione estiva al campionato 2016), gettarono le basi per una delle stagioni più disastrose degli ultimi vent’anni.
Prima stagione
La stagione 2016/2017 fu infatti un totale disastro. L’Inter la iniziò con De Boer in panchina, con il quale racimolò la miseria di 14 punti in 11 giornate di campionato e la figuraccia europea con il Beer Sheva (sulla quale poi la stampa speculerà). L’unica nota positiva di quell’esperienza sarà la vittoria sulla Juventus, per giunta l’ultima che i nerazzurri hanno ottenuto contro i bianconeri.
Dopo l’esonero del tecnico ex Ajax, fu il turno del “normalizzatore” Pioli. La sua esperienza durò all’Inter soltanto 182 giorni, durante la quale riuscì ad ottenere un filotto di 7 vittorie consecutive che diedero la speranza di poter centrare la qualificazione in Champions.
La speranza, però, si tramutò in illusione: dopo il pareggio per 2-2 contro il Torino, la squadra crollò, costringendo la società a cambiare nuovamente allenatore a maggio ed affidare la panchina all’allenatore della Primavera Stefano Vecchi. Al termine di quella stagione l’Inter arriverà settima in classifica con 62 punti, grazie alle 19 vittorie, 5 pareggi e 14 sconfitte e distante ben 24 punti dal terzo posto.
Di quell’andata ricorderemo anche le parole di D’Ambrosio a Sky Sport: “C’è stato un calo psicologico dopo il pareggio contro il Torino, noi ci credevamo molto nel 3° posto. Abbiamo mollato: non è un alibi. Sono convinto che se si commette un errore, non bisogna commetterlo di nuovo; ora abbiamo capito e ci deve servire per le prossime volte. Dobbiamo rialzare subito la testa”. Parole che molti tifosi interpretarono erroneamente.
Rinascita con Spalletti
La scelta di affidarsi ad un allenatore di sicuro affidamento come Spalletti fu forse la prima scelta giusta di Suning. Sotto la gestione del tecnico di Certaldo, l’Inter riuscirà a costruire una base solida che la porterà a due qualificazioni consecutive in Champions League dopo ben 7 anni dall’ultima apparizione nell’Europa che conta.
Ma procediamo con ordine: durante il primo anno, i nerazzurri riscoprirono l’importanza di avere una difesa solida, grazie all’acquisto di Skriniar che si rivelò un difensore di livello internazionale. Inoltre, l’Inter ottenne una lunga serie di risultati utili consecutivi fino al 16 dicembre, allorché i nerazzurri subirono la prima sconfitta in campionato. Anche il suo primo anno, tuttavia, non fu esente da momenti di difficoltà: dopo le 2 sconfitte consecutive con Udinese e Sassuolo, l’Inter ottenne 5 pareggi consecutivi che fece puntualmente serpeggiare il malumore ed il pessimismo tra i tifosi interisti.
Nonostante alcuni passi falsi, l’Inter riuscì a risollevarsi ed ottenne una rocambolesca qualificazione in Champions League ai danni della Lazio proprio all’ultima giornata.
Il caso Icardi
La seconda stagione della gestione Spalletti sembrò iniziare sotto i migliori auspici: arrivarono rinforzi importanti dal mercato, e due vittorie importanti in Champions League. Ad ottobre, inoltre, Erick Thohir lasciò definitivamente l’Inter e la Presidenza finì nelle mani del giovane Steven Zhang e venne iniziata la trattativa per l’arrivo di Beppe Marotta come AD nerazzurro, poi concretizzatasi a dicembre.
Proprio a cavallo tra il dicembre 2018 e febbraio 2019 accadde il caos: prima l’eliminazione in Champions League poi l’avvistamento di Antonio Conte a Milano proprio il giorno in cui si giocava il match di coppa Italia contro la Lazio. Infine, il caso Icardi, che portò alla decisione di togliergli addirittura la fascia di capitano. Troppe speculazioni su questa vicenda; la cosa certa è che l’Inter senza il bomber argentino riuscì nuovamente a qualificarsi in Champions, sempre soffrendo, all’ultima giornata, questa volta con l’Empoli.
Tuttavia, nonostante il secondo piazzamento in Champions League consecutivo, Suning decide di licenziare Spalletti e di affidare la squadra ad Antonio Conte, l’uomo di Marotta e con il quale si darà inizio ad un nuovo corso con i risultati che stiamo osservando tuttora.
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Ricavi ed esplosione social
Il vero successo di Suning, però, risiede nella gestione economica e social dell’Inter. Nel giugno 2016 il ricavo della Beneamata era di 186,8 milioni di euro, il quale saliva a 241,39 milioni contando la gestione dei diritti d’immagine dei giocatori. 3 anni dopo, il fatturato è cresciuto sensibilmente fino a 417 milioni di euro, grazie alle entrate garantite dalle competizioni internazionali disputate ed al raddoppio del numero di abbonamenti.
Registriamo notevoli passi avanti nella gestione dei social media: lo scorso anno l’Inter è riuscita a registrare un aumento dei follower su tutti i social network del 63,7%, risultando la squadra che ha ottenuto il maggior incremento durante l’anno solare. Questo grazie alla media house che ha prodotto negli anni contenuti virali come ad esempio il video presentazione di Nainggolan, o le campagne #NotForEveryone e #Buu.
*fonte: calcioefinanza.it
Conclusioni
Il lavoro fatto da Suning in questi 4 anni è encomiabile: da nobile decaduta con poco appeal internazionale, l’Inter è cresciuta fino a tornare ad essere una meta ambita da giocatori di fama internazionale. Fino a 2 anni fa, infatti, nessuno avrebbe potuto pensare ad un’Inter capace di prendere De Vrij e Godin a parametro zero o giocatori come Lukaku ed Eriksen per cui l’Inrter ha battuto la concorrenza delle grandi d’Europa. Sarebbe stato impensabile persino pagare un allenatore 12 milioni. Tutto ciò che manca ora a Suning è iniziare a vincere qualche trofeo, anche la Coppa Italia, basterebbe per riportare la confidenza alla vittoria e riaprire chissà un ciclo di vittorie importanti.