Robin Gosens buca Ter Stegen per la rete del momentaneo 2-3

Barcellona-Inter finisce 3-3, l’impresa nerazzurra riesce e gli ottavi di finale di Champion’s League sono davvero ad un passo. La gara è un vero spettacolo, un tornado di emozioni dal primo sino all’ultimo minuto, e tornare dalla Spagna con un punto significa tantissimo. Il destino dell’Inter è nelle mani dell’Inter, e solo in quelle.

Barcellona-Inter, le scelte di Inzaghi e il primo tempo

Alla vigilia di Barcellona-Inter si rincorrono i rumors legati alla possibile formazione titolare, e tutti ruotano principalmente attorno ad una questione: Dzeko o non Dzeko? Mister Inzaghi decide di non privarsi del bosniaco, lanciando anche un segnale importante all’ambiente, perché l’Inter scende in campo a Barcellona con due punte, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan assieme.

Detto della scelta di rilievo e più chiacchierata, spiccano le presenze di De Vrij e Dumfries su tutti, dopo essere stati in ballottaggio a lungo rispettivamente con Acerbi e Darmian. In porta ci va Onana, ormai il prescelto, a sinistra gioca Dimarco. La coppia offensiva è formata da Lautaro ed Edin Dzeko.

L’approccio alla partita dell’Inter è quello giusto, e le occasioni da goal lo dimostrano. Il Barcellona gioca alla morte, il pressing a tratti è asfissiante e gli uomini di Xavi attaccano con moltissimi effettivi, ma nella prima frazione le chances migliori sono quelle capitate ai nerazzurri.

Al sedicesimo minuto infatti la traiettoria da calcio piazzato di Calhanoglu pesca alla grande Edin Dzeko in area, che spinge come può la sfera verso la porta. Il pallone è imparabile per Ter Stegen, ma impatta in pieno la traversa, ricadendo poi sulla linea, senza varcarla del tutto. Primi presentimenti negativi per i tifosi nerazzurri.

Che si alimentano quando Dumfries, lanciato a rete davanti all’estremo difensore blaugrana, lo colpisce in pieno con un destro secco; e che si confermano quando al 42′ il Barcellona passa in vantaggio. La difesa nerazzurra dorme, Raphinha combina con Sergi Roberto che pesca in area Dembelé, che ad una manciata di metri dalla porta spalancata non può proprio sbagliare. Il primo tempo si chiude 1-0 e tra i tifosi nerazzurri iniziano a serpeggiare rimpianti e delusioni. Ma hanno vita breve.

Il secondo tempo della partita

Al fischio d’inizio della seconda frazione, Barcellona-Inter cambia radicalmente. Oltre a vedere in campo dei calciatori completamente differenti, Lautaro su tutti, l’Inter si mostra più aggressiva, ancor più in grado di eludere il pressing blaugrana, e soprattutto al termine del tempo vedremo addirittura cinque goal. Ma andiamo con ordine.

L’intervallo sembra aver giovato sin da subito all’Inter, che combina bene ed alza il proprio baricentro. E già al 51′ trova il pari. Il lancio di Bastoni è un belvedere, ma Barella nel cuore dell’area catalana decide di sfidarlo e di fare un goal ancora più bello. Stop e tiro immediati, girandosi in un fazzoletto. Ter Stegen può solo sfiorare, l’Inter ha pareggiato. Ma non è assolutamente finita qui.

Perché la seconda frazione continua ad essere completamente di marca nerazzurra. Prima Calhanoglu poi Skriniar impegnano l’estremo difensore del Barcellona. Poi, al 63′, Lautaro Martinez decide di interrompere il suo digiuno dal goal bruciando Garcia ed insaccando l’1-2, con un destro secco che bacia entrambi i pali prima di depositarsi nella rete. Un’apoteosi! Che Inter!

I catalani però ovviamente non ci stanno. E si tuffano in avanti alla ricerca della rimonta. Nel mentre Simone Inzaghi decide di togliere Dzeko e Barella inserendo nella mischia Gosens e Bellanova, passando ad una sorta di 5-4-1. La scelta non si rivelerà scorretta, anzi.

Il Barcellona spinge e trova il pari con Lewandowski e con una conclusione incredibilmente baciata dalla sfortuna, che grazie a molteplici deviazioni inganna Onana terminando lentamente e beffardamente in rete. Ora serve un’altra rete agli spagnoli, siamo all’82’ e si va a caccia del tutto per tutto.

Lasciando così spazio ai contropiedi nerazzurri. Minuto 89: Onana pesca con un lancio spaziale Lautaro, che grazie ad una giocata da campione lavora bene il pallone prima di spalancare la porta a chi? A Robin Gosens, per molti l’oggetto del mistero. Ma l’arciere la porta sa bucarla e poi come, e lo fa, siglando il 2-3. Tutti in campo dalla panchina per esultare.

Peccato che dopo tre minuti la pareggi Lewandowski. E non finisce incredibilmente qui. Perché Asllani a un minuto dal termine ha un clamoroso match point da spingere in rete, servito ancora una volta da un assurdo Lautaro. Ma si fa respingere il tiro. E finisce quindi 3-3. Il fatto che i nerazzurri abbiano addirittura qualcosa da rimpiangere riesce e dare l’idea dell’impresa fatta. Il passaggio del turno è a un passo.

Chi sale, chi scende e gli scenari futuri

Al termine di questo pirotecnico Barcellona-Inter si possono fare i primi calcoli. Il prossimo turno di Champions’s League vede protagonista l’Inter contro il Viktoria Plzen. Il 26 di ottobre agli uomini di Inzaghi basta la vittoria, in casa, per guadagnarsi matematicamente gli ottavi di finale senza curarsi degli altri, in virtù degli scontri diretti a favore con il Barcellona. E la vittoria contro i cechi, per una squadra che vuole approdare alla fase successiva, appare come un obbligo. Senza considerare comunque che i nerazzurri potrebbero cavarsela anche con altre combinazioni.

Tornando alla strepitosa gara di Barcellona, c’è da dire che l’Inter ha giocato un’ottima gara. Al netto della fisiologica sofferenza in alcuni frangenti del match, i nerazzurri sono spesso riusciti ad arginare le offensive catalane, pungendo sia in contropiede che gestendo il gioco.

Analizzando le prestazioni individuali, ci tengo a fare il nome di Simone Inzaghi. Non esistono né critiche né tantomeno elogi per partito preso che tengano. Quando il mister sbaglia occorre bastonarlo, quando si mette positivamente in mostra, occorre sottolinearlo. E in questa sera abbiamo visto una grande Inter a partite dal suo tecnico, ottimo stavolta anche nella gestione dei cambi.

Partiamo proprio dai subentrati: Gosens è andato in goal, segnando una rete dal sapore storico considerato il campo, l’avversario e il girone della morte. Bellanova sulla destra si è messo positivamente in mostra, evidenziando una personalità davvero non da poco.

Il migliore in campo è a mio avviso Lautaro. Al netto di un primo tempo in ombra, la prestazione nel secondo tempo del Toro è incredibile. Un goal (e che goal), un assist (e che assist) e tantissime altre giocate sorprendentemente belle da vedere e decisive. Una prestazione da campione.

Assolutamente positivo il centrocampo, con Barella che sembra tornato ai vecchi fasti, autore di un goal bellissimo e di una prestazione a tutto campo. Anche Calhanoglu ha giocato una partita ottima, preciso sia nelle proposizioni offensive che in fase di interdizione. Il turco sta crescendo sotto tutti i punti di vista.

La nota probabilmente più negativa tra tutte è Dumfries. Per quanto l’olandese sia stato di certo tra i più attivi sul rettangolo di gioco, le sue scelte in fase di finalizzazione dell’azione sono state tutte sbagliate. Tra errori concettuali e di esecuzione, alcuni suoi errori sarebbero potuti costare cari all’Inter. Ma così, infondo, non è stato, e nella sua partita ci sono comunque una moltitudine di cose positive.

L’appuntamento con la Champion’s League è ora il 26 ottobre, quando a San Siro andrà in scena Inter-Viktoria Plzen. E l’appuntamento è anche con la storia. Serve una vittoria per passare il turno, buttare fuori una delle squadre più forti del mondo e superare il girone più difficile della storia recente della coppa. Si può fare.